Italiae et Ecclesia

Dio si fa piccolino per te, ma tu vuoi restare grande e grosso! Umiltà, umiltà, umiltà!

Fratelli e sorelle di ogni parte della terra! Se Dio ci ha tanto amati da farsi uomo con noi, dobbiamo amarci a vicenda, fino a condividere con gli altri ciò che a ciascuno è dato per la gioia di tutti!

Solo l’amore che si fa dono, ci ricorda Giovanni Paolo Il, può trasformare il nostro pianeta, volgendo le menti e i cuori a pensieri di fraternità e di pace. Uomini e donne di tutto il mondo, Cristo ci chiede di amarci.

Questo è il messaggio del Natale, questo è l’augurio che a tutti rivolgo dal profondo del cuore”. “Per noi e per la nostra salvezza si è fatto uomo”.

Quando ci inginocchiamo durante la liturgia del Natale pronunciando le suddette parole del Credo, diventiamo simili ai pastori di Betlemme. Loro per primi si sono trovati nel raggio di questo mistero, che illumina le tenebre della storia dell’uomo sulla terra…

Mediante questa luce si è svelato, davanti a loro il mistero inscrutabile. Essi lo hanno accolto. Sono andati nella sua direzione, si sono avvicinati ad esso. Hanno trovato “un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”: nel visibile hanno riconosciuto l’invisibile. Sono diventati i primi testimoni del Mistero. Da questa prima testimonianza fluisce ampiamente verso il mondo l’invito: “Cristo è nato per noi, venite adoriamo”. Venite. Adoriamo. Invita all’adorazione il mistero di Dio, che si è fatto uomo. (Dai discorsi di Giovanni Paolo II)

Preghiera per il giorno di Natale (Foto di Rollstein da Pixabay)

Dio si è fatto uomo. Tutta la Chiesa si unisce a Maria e Giuseppe. Si unisce ai pastori e ai Magi. Venite adoriamo. Davanti al Bambino di Betlemme ci si inginocchia. Noi ripetiamo a Lui solennemente, come nostra, la confessione di Pietro, e la ripetiamo in ginocchio: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

In adorazione, noi gli diciamo ancora, come Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Davanti al Bambino di Betlemme si sta in silenzio, deve parlare solo la fede adorante. Venite, adoriamo. Ma perché ci sia vera adorazione è necessario conoscere sempre di più il mistero di Cristo Signore. La venuta di Cristo nel mondo genera per noi il problema e il dovere di conoscerlo. Come conoscerlo? Ecco la domanda che ciascuno deve porre a se stesso: conosco il Cristo Gesù? Lo conosco davvero? Lo conosco abbastanza? Come posso conoscerlo meglio? Bisogna che ci mettiamo alla ricerca di Gesù, cioè allo studio di quanto possiamo sapere su di lui.

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