EMILIA ROMAGNA – FERRARA – “La povertà è tornata ad essere, come secoli addietro, l’ospite quotidiana della vita delle nostre famiglie, dei nostri gruppi e di tutte le fasce della vita, da quelle dei bambini a quelle degli anziani”. È quanto scrive monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa, nel messaggio per la Giornata diocesana della Caritas, in programma domani. “Per molti manca il necessario per un sostentamento adeguato, per un minimo di dignità con cui vivere la propria vita, il proprio lavoro, lo spazio dei rapporti sociali”, denuncia il vescovo: “Sembra che la povertà renda uniforme la vita di tutti, almeno della maggior parte, come se in sostanza il problema fosse più una sopravvivenza che non un vita piena di senso, e quindi di dignità, perciò piena di capacità di sacrificio e di azione”. “La richiesta pressante di questi nostri fratelli uomini è una ferita aperta nella vita della Chiesa diocesana, della nostra comunità, delle famiglie e della vita di ciascuno”, ammonisce il vescovo, che esorta ad accettare “fino in fondo la provocazione di questa ferita” e a riscoprire “la grande virtù cristiana e laica della solidarietà”. “Chiunque può dare, ragionevolmente e legittimamente, dia e dia con generosità”, l’invito del presule, che ringrazia i fedeli per la loro “straordinaria sensibilità”, in una comunità che “si fa carico di un ingente quantità di necessità di ogni tipo” e in cui “le risorse sono ormai quasi inesistenti”. Nel contempo, mons. Negri stigmatizza “quella ricchezza che fa procedere nella vita chiusi ai bisogni degli altri e rinchiusi nel proprio benessere, che molte volte è ostentato pubblicamente in modo indecoroso”. “C’è un lusso, espresso in molte forme, che stride con la povertà di cui abbiamo parlato”, conclude il vescovo: “C’è una fascia della nostra comunità ecclesiale e una fascia della nostra società che deve essere richiamata a una maggiore sobrietà di vita e, soprattutto, ad una generosità di cui fino ad ora non ha dato prova”. Fonte: Agensir