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Diocesi Lamezia, Mons. Cantafora: no a cristiani da sagrestia

CALABRIA – LAMEZIA – “Condividiamo anche noi con il Santo Padre il forte grido di scomunica contro il malaffare, parola inequivocabile e di grande conforto per tutte le vittime della mafia, per cui siamo invitati a distinguere il bianco dal nero e a evitare la zona grigia del compromesso e della sottomissione”. Lo ha detto ieri sera il vescovo di Lamezia Terme, monsignor Luigi Cantafora, nel messaggio indirizzato alla Chiesa lametina a conclusione della Festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni della diocesi e della città della Piana. Il presule, riprendendo le parole di Papa Francesco a Cassano allo Ionio, ha ricordato come il Papa abbia “definito mafiosi non solo chi adora il male, ma anche coloro che disprezzano il bene comune e che fanno da padroni, mutando i diritti dei cittadini e dei poveri in puri favori”. E ha domandato: “Siamo disposti a mettere da parte le lotte di parte, gli intrighi di potere per guardare al vero bene comune dell’intera città e di tutto il territorio?”.

Tra le sollecitazioni del presule quella ai laici affinché siano “non cristiani da sacrestia” ma “protagonisti della missione della Chiesa”. Cantafora ha pure richiamato l’impegno sociale dei cristiani nell’assumersi la responsabilità del bene comune ed esortato sacerdoti e laici a prendere consapevolezza della loro missione nella vita della Chiesa e della società, a riscoprire quella “dignità grande” consegnata nel Battesimo “che vieta ogni forma di appiattimento e adeguamento con la mentalità mondana”. Servono laici – ha sottolineato – “capaci di dire la buona notizia del Vangelo non nei convegni, ma nella strada, nel posto di lavoro e ogni luogo”, laici “cittadini della ‘civitas’, chiamati a distinguersi per uno stile nuovo di vita, vissuto secondo la buona notizia del Vangelo”. “Preghiamo per i nostri sacerdoti e i nostri laici – ha concluso il vescovo – perché siano protagonisti nella missione della Chiesa e seriamente impegnati nella società per dare forma concreta al bene comune”, per “dare alla nostra città un sussulto di speranza, d’impegno per il lavoro dei giovani e una giusta attenzione agli anziani”. Fonte: Agensir

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