MARCHE – MACERATA – “La forza della Chiesa è questa capacità, per amore di Dio e dei fratelli, di fare tante cose e di farle grandi e di farle bene”. Lo ha detto il neo vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia (Marche), monsignor Nazzareno Marconi, originario della diocesi di Città di Castello (Umbria) nel suo primo discorso da presule. Monsignor Marconi ha poi parlato del “bel regalo” che Dio gli ha fatto nella sua vita, soprattutto di parroco: comprendere il significato del “restauro” nel vederlo realizzato tante volte anche in tante opere, “a iniziare dall’immagine della Madonna di Donatello (custodita in una chiesa di Citerna, suo paese d’origine, ndr.) al restauro bellissimo con i miei seminaristi del nostro Seminario regionale di Assisi”, del quale il neo vescovo è stato rettore per otto anni, seguendo i lavori della ricostruzione post-terremoto Umbria-Marche del 1997-98. A proposito di “restauro”, monsignor Marconi ha osservato: “Ti insegna una cosa, che sotto quello che sembra brutto e che vale poco, c’è qualcosa di prezioso. La Chiesa deve essere restaurata, ma da sempre, dal giorno dopo la Pentecoste. Avanti in quest’opera! Lo Spirito ci aiuti e questo è il cammino della nostra Chiesa. Avanti con coraggio e chi mi conosce sa che posso commuovermi, ma la ‘zucca’ l’ho dura”.
“Il Signore ci aiuti tutti, aiuti tutti i fratelli vescovi”, ha pregato monsignor Marconi. Alla sua ordinazione episcopale hanno preso parte ventotto presuli giunti un po’ da tutt’Italia, oltre che dall’Umbria e dalle Marche. “Una preghiera particolare – ha aggiunto il neo presule – ho per due di loro: il mio vescovo, padre Domenico, e il mio predecessore, don Claudio”. Si tratta di monsignor Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, e monsignor Claudio Giuliodori, amministratore apostolico della diocesi di Macerata, che sono stati i due vescovi consacranti l’ordinazione presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Un ultimo ringraziamento il neo vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia l’ha voluto rivolgere ai “ragazzi della carità dell’Umbria”, che hanno lavorato molto alla riuscita della celebrazione per la sua ordinazione episcopale. Monsignor Marconi ha poi citato singolarmente le realtà di carità in cui tanti giovani operano con gratuità esemplare: “I ragazzi dell’Operazione Mato Grosso, delle case delle Caritas diocesane e regionale, dell’Alto Tevere senza frontiere, degli Scout e della Pastorale diocesana giovanile”. Fonte: Agensir