Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Non c’è vita umana più sacra di un’altra, come non c’è vita qualitativamente più significativa di un’altra. Integrare le persone con disabilità in quanto in possesso di diritti inalienabili ma anche di una ricchezza e di un contributo umano e sociale, è stato sempre nelle richieste della Santa Sede. E’ quanto ribadito dall’arcivescovo Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali a Ginevra nel corso della 43.ma sessione del Consiglio per i diritti umani, che ha avuto all’ordine del giorno i diritti delle persone con disabilità.
Richiamando diversi discorsi di Papa Francesco su questo argomento, monsignor Jurkovič ha espresso la sua preoccupazione in merito alla constatazione che, nonostante i progressi significativi nel riconoscimento dei diritti di queste persone, le percezioni negative radicate sul valore della loro vita continuino a essere un ostacolo sociale. Papa Francesco – ha ricordato il presule – ha definito questo come una “visione spesso narcisistica e utilitaristica” che porta purtroppo “non pochi a considerare come marginali le persone con disabilità, senza cogliere in esse la multiforme ricchezza umana e spirituale” .
Altro punto delicato che monsignor Jurkovič evidenzia – tenendo presente le osservazioni riportate dal relatore speciale sui diritti delle persone con disabilità – è lo “stretto ma conflittuale rapporto” tra le prospettive della bioetica e la promozione dei diritti delle persone con disabilità che invece dovrebbero, afferma, trovare un fondamento coerente nel riconoscimento e nel rispetto dell’intrinseca dignità della persona umana. Anche in questo caso emerge il magistero di Papa Francesco che incoraggia – riporta l’osservatore in sede Onu – al “rispetto per l’integrità dell’essere umano e all’assistenza sanitaria dal concepimento fino alla morte naturale, considerando la persona sempre come un fine e non come un mezzo”. “La bioetica – ha detto il Papa nel 2006 rivolto al Comitato nazionale per la bioetica –
è nata per confrontare, attraverso uno sforzo critico, le ragioni e le condizioni richieste dalla dignità della persona umana con gli sviluppi delle scienze e delle tecnologie biologiche e mediche, i quali, nel loro ritmo accelerato, rischiano di smarrire ogni riferimento che non sia l’utilità e il profitto”.Grande preoccupazione a tal proposito è espressa da monsignor Jurkovič sulle pratiche contemporanee di “screening genetico prenatale” che – sostiene – possono portare a rafforzare il messaggio che le persone con disabilità “non avrebbero mai dovuto nascere” e quindi portare a misure di aborto forzato effettuate su bambini affetti da patologie potenzialmente invalidanti. La Santa Sede quindi afferma inequivocabilmente il rifiuto di ogni forma di eutanasia e di suicidio assistito ed esprime la sua ferma convinzione che “non c’è vita umana più sacra di un’altra e qualitativamente più significativa di un’altra”. A siglare questa posizione in sede Onu sono ancora una volta le parole del Papa tratte in questo caso dal messaggio per la Giornata mondiale della disabilità 2019: “Fare buone le leggi e abbattere le barriere fisiche è importante, ma non basta, se non cambia anche la mentalità, se non si supera una cultura diffusa che continua a produrre disuguaglianze, impedendo alle persone con disabilità la partecipazione attiva nella vita ordinaria”.
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