A 37 anni dal sisma che distrusse Sant’Angelo dei Lombardi, e la sua Cattedrale, alla torre campanaria viene aggiunto il piano mancante. Lo skyline cambia e torna ad essere quello di prima, prima del 1980. Tutto grazie a un santangiolese illustre, l’ambasciatore Charles Gargano. E’ stato lui a donare i fondi per i lavori. Gli ennesimi dopo aver finanziato casa anziani, centro per i giovani, scuola materia e una struttura sportiva a Sant’Antuono, la sua contrada.
Domenica sera in paese ad assistere all’inaugurazione formale del Campanile. “Accogliamo questa opera con devota esultanza, forniamo una sola famiglia“, ha detto il Vescovo Pasquale Cascio. “Un momento magico per tutti, grazie Charlie perché hai realizzato il nostro sogno“, aggiungerà il sindaco Rosanna Repole.
Ringraziamenti da più fronti per Don Piero, il parroco che di fatto è stato un direttore dei lavori speciale. Lui si commuove. Ci tiene a ricordare l’impegno degli operai: “Hanno lavorato bruciati dal vento, dal freddo e dal caldo“. E trova anche il modo di scherzare: “Eccellenza – dice al Vescovo – le assicuro che sul cantiere non hanno quasi mai bestemmiato“. Così gioca anche Gargano: “Se avessi saputo che don Piero fosse un direttore dei lavori così bravo, lo avrei chiamato a dirigere ground zero“. La cerimonia è solenne e formale, ma le cose positive vanno anche prese con leggerezza e col sorriso. Sant’Angelo e New York hanno pianto abbastanza…
“Questa però è un’opera che è un orgoglio per l’ingegneria italiana – spiega Gargano – ed è stato un lavoro molto molto delicato“. Costantemente informato sui progressi, l’ambasciatore ha seguito tutto l’iter.
Un simbolo a cui viene ridato un pezzo, un’altra ferita rimarginata del dopo-terremoto.
Il Campanile
Posto di fianco alla Cattedrale, a quattro piani, è fornito di quattro campane: due grandi, una media e una piccola. Il campanile è caratterizzato da una torre quadrata risalente al Cinquecento, con finestroni archivoltati ed un artistico portale. La parte inferiore è la più antica, e l’ultima arcata rappresentava una delle vie di accesso al paese. Restaurato più volte, a causa dei sismi, si completa la ricostruzione dell’ultimo dei quattro piani, quello su cui è collocato l’orologio.
Fonte www.irpiniapost.itì