Cominciamo con queste parole il viaggio nella spiritualità di San Francesco verso la Santissima Trinità; il poverello di Assisi tiene a precisare, dopo aver nominato “il Signore Dio onnipotente”, la sua “triplice identità”: “Padre, Figlio e Spirito Santo”. Chiara è la sua interiorità: Dio è in quelle tre persone e non può non essere altrimenti, dunque, è importante nominarle, specificarle.
Ed è allora che viene in mente una pala d’altare gotica del 1300 circa, attribuita a Niccolò di Pietro Gerini – la pala si trova a Firenze, alla galleria dell’Accademia – dove si può comprendere questo amore per la Trinità serbato da San Francesco . La pala è magnifica nella sua purezza d’oro: il Padre (tra l’altro ha il viso del Figlio, Cristo), seduto in trono, vestito di uno sfavillante blu cobalto , regge il Cristo crocifisso, e sopra questo aleggia una colomba, simbolo dello Spirito Santo. Ma c’è un particolare che non può sfuggire al pubblico: sotto a questo monumento spirituale – definiamolo così – vi è San Francesco che con le sue braccia aperte esprime tutto il suo stupore davanti a simile Mistero, la Trinità appunto. Questa pala potrebbe essere il fotogramma che meglio esprime figuratamente ciò che San Francesco ha espresso nei suoi scritti che stiamo approfondendo.
Altr oesempio lo toviamo al termine della riflessione di Francesco sull’eucaristia nella sua Lettera a tutto l’Ordine. San Francesco ci offre un quadro dell’opera di Dio. E lo fa nominando, ancora una volta, la Trinità. Leggiamo pure cosa scrive in questa riflessione: “Egli infatti [il Signore Gesù Cristo], sebbene sembri essere in più luoghi, tuttavia rimane indivisibile e non conosce detrimento di sorta, ma uno ovunque, come a lui piace, opera insieme con il Signore Iddio Padre e con lo Spirito Santo Paraclito nei secoli dei secoli. Amen”.
Al termine del suo Testamento, Francesco invoca la benedizione di Dio sui suoi frati. Anche in questa occasione, il santo non tralascia di “dividere” tale benedizione nelle tre persone trinitarie, recando a ciascuno il proprio “ambito di competenza”: “E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto con il santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi”.
E, non poteva mancare la poesia-preghiera. Anche in questo ambito, il santo è riuscito ad esprimere tutto il suo amore per la Santissima Trinità. Francesco solennemente prega con queste parole:
Con queste parole, possiamo – veramente – comprendere la definizione che il santo di Assisi forgia per la Trinità, “perfetta”. Una Trinità che è “unità”. Semplice, almeno per San Francesco. (Fonte sanfrancescopatronoditalia.it – Antonio Tarallo)
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