Quando si fa sera.
Dopo un giorno di folla.
Dopo un giorno di sole, polvere, fatica.
È bello andare via.
Sul mare.
Su una barca.
Nel fresco della sera.
Vorrei stare sulla barca dove sei tu, così come sei, stanco.
Una stanchezza tale da dormire nel mezzo di una tempesta.
Una tempesta tale da riempire la barca.
Onde tanto grosse da spaventare dei pescatori.
E il tuo sonno a poppa.
Silenzioso.
Calmo.
Un sonno che è bonaccia per il cuore, per la vista.
Basterà il tuo risveglio a calmare il vento impazzito e i nostri cuori pieni di paura e vuoti di fede.
Come sempre.
Ti obbedisce il peccato, che se ne va ad un tuo cenno.
Ti obbediscono le malattie, che guariscono ad un tuo tocco.
Ti obbediscono mare e vento, che si ritirano e tacciono ad una tua parola.
Ti obbediscono i cuori al tuo risveglio.
Perché quando tu dormi e io non ti sento, la paura mi paralizza.
Perdona la mia poca fede, amore mio.
Perdona che non so custodire il tuo sonno.
Di Don Mauro Leonardi
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