Domenica 30 agosto – Amore mio, accarezza i miei occhi

Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame – quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo». Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo». Marco 7,1-8.14-15.21-23. 

Non voglio giudicare.
Ma poi lo faccio.
Vedo le tue pagliuzze.
Sono cieca ma vedo le tue pagliuzze.
Amore mio, accarezza i miei occhi. Puliscili.
La tua mano toglierà ogni trave.
I miei occhi, puliti, il mio viso, amato, sapranno accarezzare il volto di mio fratello.
Solo l’amore toglie le pagliuzze.
Solo una tua carezza toglie le mie travi.

Dammi la misura del tuo amore.
E non avrò paura di guardarmi.
Dammi il tuo amore per giudicare.
E le mie mani toglieranno pagliuzze con le carezze.
Amore mio dammi il tuo sguardo e i miei occhi, negli occhi di un fratello, sapranno vedere solo un fratello.
Guardami e dammi il tuo sguardo.

Spingimi, tirami, guidami, proteggimi.
E non ci sarà per me porta troppo stretta o via troppo angusta.
Abbracciami e passerò ovunque nella vita.

Non saranno le preghiere, le invocazioni, belle, giuste, perfette e precise, che farò, a salvarmi.
Non saranno le cose grandi, sante, miracolose, potenti, che farò, a salvarmi.
Solo conoscerti.
Solo chiamarti.
Solo amarti.
Mi salverà.

Di Don Mauro Leonardi

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