In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Gv 10,1-10
Pensavo a quando ti ho visto per la prima volta.
Quando ti ho conosciuto ti ho riconosciuto anche se non ti avevo mai visto.
Anche se non sapevo che c’era uno come te ti ho riconosciuto perché sei entrato dalla porta.
Non mi hai assediata, non mi hai scardinata, non mi hai violata.
Hai cercato la porta.
E sei entrato da lì.
Non l’hai sfondata.
Non l’hai forzata.
Aspettavo te anche se non lo sapevo.
Ero là per te.
Era là per te.
Per fare entrare te.
Eri tu.
Lo sapevo.
Di Don Mauro Leonardi