L’ultimo esame lo ha fatto in corsia, nel letto d’ospedale da dove è andato via per sempre lasciando i suoi sogni e le poche cose che aveva portato con sé al momento dell’ennesimo ricovero. I professori erano andati lì, in ospedale, per interrogarlo, e lui aveva risposto alle domande nonostante i dolori lancinanti e l’affanno di chi è allo stremo nella lotta contro il tumore. Domenico Palmisano, 26 anni appena, è morto senza poter vedere la sua pergamena, senza poter festeggiare la sua laurea in Informatica. Perché nonostante tutto, nonostante sapesse che non gli restava molto da vivere, avrebbe festeggiato. Era il suo sogno, il suo progetto in una vita che il male ha trasformato troppo presto in un calvario.
Domenico, di Palagiano in Puglia, ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza tra il SS Annunziata e l’ospedale Moscati di Taranto. Il reparto di oncologia era diventato la sua seconda casa e medici e operatori sanitari erano i suoi amici. È colpa della burocrazia se è morto senza poter stringere la pergamena della sua laurea. «Riuscirò a laurearmi?», si chiedeva e chiedeva ai volontari dell’associazione che a Taranto sono accanto ai malati oncologici. Tutti, nel modo in cui potevano farlo, si sono mossi per aiutarlo, ma la proclamazione della laurea è arrivata quando ormai il cuore di Domenico aveva cessato di battere. E così i suoi familiari e i suoi amici hanno messo la pergamena nella bara, accanto a lui.
«Domenico sapeva benissimo che non gli restava molto da vivere – racconta Anna Pulpito, presidente dell’Associazione volontari ospedalieri – ma nonostante i dolori ha continuato a studiare per quel traguardo che per lui era fondamentale da raggiungere. Come se fosse un modo per sconfiggere la morte. Negli ultimi giorni mi chiedeva spesso: ce la farò a laurearmi? Ma la burocrazia non tiene conto del dolore e della morte che può sopraggiungere da un momento all’altro. Per questo motivo – conclude – mi sono rivolta al consigliere regionale Renato Perrini, con la speranza di riuscire a sbloccare qualche procedura. Noi tutti lo ringraziamo per esserci riuscito, ma non in tempo utile purtroppo».
I funerali di Domenico di sono svolti oggi a Palagiano. Sulla bara una sciarpa della Juventus, perché il giovane dottore era tifosissimo della squadra allenata da Allegri e sognava di poter incontrare prima o poi Cristiano Ronaldo. All’uscita della chiesa il feretro è stato salutato con centinaia di palloncini bianconeri.
A salutare i genitori anche il rettore del Politecnico di Bari, Eugenio Di Sciascio, che ha voluto portare la solidarietà della struttura in cui si è laureato Domenico, scusandosi se gli uffici non hanno fatto in tempo a fargli avere la pergamena. (Leggo.it)
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