Un’intervista sul Ministero della Liberazione a Don Beppino Co’: “Quello dell’esorcista deve essere anzitutto un ministero di accoglienza, di grande ascolto, di immensa misericordia”
Don Beppino è bresciano ed è stato ordinato sacerdote nel 1971, poi parte come missionario al Laos in Indocina. In quel paese, dopo aver studiato la lingua, ha cercato di far conoscere Gesù a tre villaggi appartenenti a tre etnie diverse. Nel 1975 viene espulso dal nuovo governo comunista insieme agli altri missionari. Sceglie di ripartire come missionario in Senegal dove lavora per circa 23 anni.
Nel 1985 durante le vacanze in Italia conosce il Rinnovamento Carismatico Cattolico che l’ha rinnovato spiritualmente. Da vari anni celebra in varie parrocchie e anima alcuni ritiri, portando la buona novella di Gesù il Signore. Si affida al Signore e si fida di Lui. Don Beppino è uno scrittore fecondo e alcuni suoi libri sono diventati degli autentici best seller, come “Signore apri le mie labbra” e “L’armata di satana, l’armata di Cristo”. E’ stato qualche volta collaboratore con padre Emiliano Tardif anche quando è stato invitato in Senegal. Lo considera il suo maestro. Don Beppino si considera anche lui semplicemente l’asinello di Gesù: tutti gli applausi non sono per l’asinello ma per Gesù. Con questa intervista sull’esorcismo e le preghiere di liberazione, rilasciata a don Marcello Stanzione, don Beppino vuole aprirci gli occhi sulla realtà tenebrosa del maligno che c’è e fa molto rumore.
R. Quello dell’esorcista deve essere anzitutto un ministero di accoglienza, di grande ascolto, di immensa misericordia verso le persone che soffrono spesso da molti anni, talvolta per semplici motivi umani o psicologici e altre volte invece soffrono a causa dell’oppressione e della possessione causata da satana.
R. Esiste e quando si manifesta fa molto rumore. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica si accenna 40 volte al demonio. Non dobbiamo però assolutamente credere al demonio. Dobbiamo credere soltanto in Gesù Cristo che è vincitore del demonio. Se Dio permette a Satana che influisca su di noi e anche che ci opprima in maniera grave, tuttavia lui non può penetrare nell’intimo del nostro cuore se noi non gli apriamo la porta.
Il nostro cuore è il santuario più intimo di noi stessi ed è accessibile soltanto a Dio.
Non si deve aver paura del diavolo; si deve piuttosto prendere sul serio questa realtà tenebrosa.
Anche se il diavolo può causare dei disastri seri, se noi esercitiamo veramente la nostra fede il Cristo Gesù, il demonio lascerà la presa.
R. Può influire sulla sfera della sensibilità, sulle emozioni e sui sentimenti. Agisce sulla nostra immaginazione perché lui è un illusionista e talvolta anche un artista. E’ il padre della menzogna, esperto nel mischiare il vero con il falso.
Può disturbare le nostre facoltà spirituali, la nostra intelligenza ed anche la nostra volontà, ma non può possederci se non facciamo un patto con lui.
Il potere di Satana non è illimitato.
R.I segni sono spesso diversi: dolori fisici strani che nessuno rimedio riesce a diminuire, pensieri ossessivi di morte, confusione mentale…Questo si manifesta anche con delle voce interiori che si fanno sentire, con delle difficoltà gravi per entrare in relazione con gli altri, con l’impossibilità di dormire tranquillamente.
Talvolta la persona diventa aggressiva a tutto ciò che è sacro.
Altre volte ha l’impressione di essere osservata da qualcuno quando è sola e sperimenta dei fenomeni strani e inspiegabili in casa: rumori sul tetto, colpi sui muri, oggetti che si spostano, macchie, odori sgradevoli, insetti e vermi, fiamme di fuoco, televisori o luci che si accendono e si spengono da soli, voci che escono dalla spina telefonica anche quando l’apparecchio è staccato…
Di fronte a fenomeni come questi e altri, è bene che l’esorcista consulti anche uno psicologo o uno psichiatra. Gli specialisti talvolta possono dare degli ottimi consigli anche all’esorcista.
R. E’ bene anzitutto cercare quelle che io chiamo le “porte di ingresso”, cioè le cause che hanno permesso allo spirito del male di entrare nella vita di quella persona. Se è la persona stessa che si è implicata, si parla di “porte di ingresso attive”: queste porte sono state aperte da pratiche devianti come l’occultismo, la magia, la droga, il sesso sfrenato…
Se invece si tratta della famiglia o di conoscenti che si sono implicati, allora si parla di “porte di ingresso passive”.
R. Esistono anche se sono rari e ci vuole molto discernimento.
Su due-trecento persone che incontro e ascolto, la media della possessione è quella di quattro-cinque.
E’ un caso raro, ma non rarissimo come ci vogliono far bere quelli che non ci credono.
Alcune persone sono state offerte a Satana il giorno stesso della loro nascita e anche se la loro liberazione non è impossibile è comunque spesso lunga e difficile.
R. La possessione non è un fenomeno continuo e permanente. La persona che soffre per il suo stato di possessione può avere dei momenti lucidi e dei tempi di libertà che gli permettono di cercare una soluzione alla sua sofferenza chiedendo aiuto a un medico o a un sacerdote(spesso purtroppo dopo aver consultato maghi e operatori dell’occulto che hanno aggravato la sua situazione!)
Quando esiste questo legame, bisogno anzitutto spiegare alla persona che deve camminare sulla via di un’autentica conversione a Cristo Gesù il che vuol dire riconoscersi peccatori e accettare il perdono e la riconciliazione(confessione regolare, Eucaristia, preghiera, digiuno…). Se la persona che vuole essere liberata da un legame malefico rifiuta di collaborare aspettando che faccia tutto il prete o la Chiesa si illude di ricevere la liberazione.
E’ indispensabile anche che la persona ripeta ogni giorno qualche preghiera di liberazione con molta fede.
Una volta che è stata liberata quella persona deve seguire un cammino di guarigione interiore, continuare a pregare molto ed essere molto vigilante perché il demonio non molla facilmente la sua preda(Matteo 12, 43-45).
R. Le preghiere di liberazione si possono chiamare preghiera di intercessione fatte con fede intensa: si prega Dio, attraverso l’intercessione di Maria e dei Santi perché la persona venga liberata. Tutti possono fare le preghiere di liberazione.
L’esorcismo è una preghiera ufficiale della Chiesa che comprende anche preghiere “imperative”(ordini chiari rivolti al maligno).
Con l’esorcismo il sacerdote, nel nome di Gesù, prende autorità su Satana e gli ordina di lasciare la persona vessata.
Ogni sacerdote o laico, con un po’ di prudenza, ma anche con coraggio, può fare preghiere di liberazione. Mi dispiace vedere tanti sacerdoti che non se ne intendono assolutamente o peggio hanno paura di fare delle preghiere di liberazione. Cosa pretendiamo poi dai laici cristiani?
L’esorcismo solenne può essere fatto soltanto dal sacerdote che ha ricevuto un mandato esplicito da parte del suo vescovo(Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1673).
R. E’ consigliabile che per l’esorcismo solenne(esorcismo ufficiale della Chiesa) l’esorcista autorizzato si faccia aiutare da altri sacerdoti o da laici.
In quanto alle “vendette” da parte di Satana, Dio difende sempre i suoi ministri e li protegge anche se è richiesta prudenza e molta preghiera, spessa unita al digiuno.
Le “vendette” presentate da alcuni film, come l’Esorcista, fanno parte della fantasia dell’uomo e eccitano delle paure ingiustificate riguardo al ministero dell’esorcista.
R. Matteo al capitolo 17, 20-21 dice chiaro che bisogna insistere con la preghiera e con il digiuno.
E’ consigliabile all’esorcista di farsi sostenere dalla preghiera delle comunità contemplative, inviando loro, ad esempio,un fax con le situazioni di sofferenza che deve affrontare nel suo ministero, senza entrare logicamente nei dettagli.
Questo vuol dire non esercitare da solo il ministero di esorcista. Questo ministero viene esercitato a nome di tutta la Chiesa.
R. Diciamo che colui che non ha ricevuto il sacramento del Battesimo e non rivive la grazia battesimale è molto più esposto all’influsso di Satana di colui che è battezzato Non è però una certezza assoluta perché esistono dei casi di battezzati che pregano e digiunano eppure sono sotto un influsso grave di Satana, quindi non ne sono direttamente responsabili. Fa parte del mistero della vita spirituale!
R. Che si parli o non si parli del demonio, la questione comunque impegna tutti alla riflessione sul problema del male.
La nostra fede dice chiaro che all’origine del male vi è l’atto libero di una creatura : il demonio, puro spirito che si è ribellato a Dio. E’ un angelo ribelle che continua a tentare l’uomo perché pecchi e rifiuti l’amore di Dio e il suo perdono.
Se al contrario si considera il male come uno dei tanti elementi dell’universo legati alla materia, allora l’autore del male non è più una creatura che si è ribellata a Dio, ma semplicemente “qualche cosa” di anonimo e di indefinito che l’uomo subisce senza esserne responsabile.
In verità, dal modo di concepire il male dipende perfino il destino dell’uomo che è legato da atti liberi di amore o di odio verso il Creatore.
E’ quindi importante che la Chiesa parli del male e di colui che è all’origine del male, il demonio, mettendo in luce anche tutta la parte di responsabilità dell’uomo.
R. Questo fa parte di un grande mistero! Sant’Agostino che se ne intendeva perché riconosceva di avere peccato, risponde affermando che Dio non permetterebbe mai il male se non fosse per tirarne un bene maggiore.
Soltanto il bene avrà l’ultima parola, perché se il male fosse più forte, andrebbe in frantumi tutto il mistero della redenzione. Se non ci fosse il bene non ci sarebbe neppure il male che possiamo considerare come un tumore che vuol rodere il bene. Se ci fosse soltanto il male, non ci sarebbe nulla.
Quando si dice che Dio “permette” a Satana di agire, si afferma che soggettivamente, di per sé, Dio non vuole e non tollera il male. Lo”permette” soltanto. Certi mali fisici sono iscritti nella stessa natura umana. L’esempio più evidente è quello che una specie animale si nutre di un’altra specie animale, quindi in un certo qual senso fa “male” o fa “soffrire” un’altra specie.
Il male più profondo e più tragico è quello di usare male il dono della libertà. In questo caso la responsabilità è della creatura peccatrice e fragile.
Una delle tentazioni del nostro tempo è quella di negare la libertà e di credere al determinismo: da una parte tutti rivendicano la libertà e dall’altra, quando si tratta di dare una spiegazione del male, allora si nega la responsabilità dell’uomo affermando che doveva andare così e quindi nessuno è responsabile.
R. C’è da distinguere tra la semplice tentazione che ci spinge a commettere il male e l’oppressione, l’ossessione o la possessione che sono fenomeni di una dimensione diversa che “legano” la persona.
Comunque sia, Satana non può penetrare nel cuore della libertà della creatura. Solo Dio può farlo, perché ci ama e vuole il nostro bene e questo ci deve dare una grande sicurezza.
Anche chi è “posseduto” da Satana non è per forza di cose “satanico” nel senso che farebbe una scelta deliberata del male. Anche chi è “posseduto” potrebbe avere benissimo un cuore puro.
Vi è un grande pericolo ed è quello di fermarsi all’azione straordinaria di Satana, come è quella della possessione, dimenticando la cosa più importante, il peccato che è causa di male per chi lo commette ed anche per tutta le società.
Un’altra confusione che esiste è quella di prendere una malattia psichica per una possessione diabolica. La psichiatria ha fatto passi da gigante e qualche caso di supposta “possessione” si può spiegare con delle cause psichiche.
Il buon esorcista si consulta anche con medici, psicologici e psichiatri.
Parlare troppo di possessione si rischia di fare il gioco del “Mister”.
Una visone troppo pessimista che “diabolizza” tutto può ferire la fede delle persone semplici diminuire la loro speranza, vanificando la carità.
Satana esiste, ci presenta varie forme di tentazione. Gesù è stato tentato, anche se non ha peccato.
R.Anche il demonio è una creatura, la più intelligente delle creature e va messo al suo posto e non in ogni salsa.
Nel piano iniziale di Dio era un angelo al suo servizio che è poi diventato Satana. Questo ci fa capire come il “Mister” abbia ancora un certo “potere”, solo che lo usa molto male. Praticamente Satana usa molto male la sua libertà. E meno male!
R. La preghiera, il digiuno, la Parola di Dio ed i Sacramenti sono dei mezzi indispensabili.
Con la più bella preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre Nostro, noi chiediamo di non essere sottomessi alla tentazione e di essere liberati dal male(sino al 4° secolo si aggiungeva anche “ dal maligno”).
Le tentazioni sono permesse da Dio per una grande purificazione e per crescere nella santità.
Nel deserto e anche nell’orto degli Ulivi, Gesù ci ha insegnato come si vince la tentazione: preghiera, digiuno, Parola di Dio.
Quando siamo tentati abbiamo bisogno di molta umiltà ed anche del sostegno della preghiera della Chiesa. Il sacramento della riconciliazione e l’Eucaristia ci danno una forza straordinaria per resistere alla tentazione e vincere.
Sono dei mezzi indispensabili per sacerdoti e laici cristiani.
R. Vanno valorizzate e ben spiegate. Se fatto con fede e non per superstizione, tutto può essere utile in questo combattimento spirituale: i sacramentali, le medaglie benedette, le benedizioni appropriate…
R. Alcune preghiere di liberazione sono liturgiche perché si trovano nel Rituale Romano ed è bene usarle.
Altre preghiere sono dette “private”, cioè non sono integrate nella liturgia della Chiesa, ma questo non significa che sono delle preghiere personali, quindi, terminata la celebrazione della messa, si possono fare anche in pubblico se vi è necessità. Sono preghiere legittime se rispettano le norme della Chiesa
Le preghiere di liberazione hanno una grande forza se fatte con fede. E’ importante istruire il popolo di Dio e togliere l’idea che certe preghiere sono efficaci per se stesse, quasi fossero magiche o avessero un valore sacramentale.
R. Certamente! Riflettere sul male e sul demonio dovrebbe far crescere in noi la virtù della speranza. Con la certezza che al di sopra di tutto vi è l’amore di Dio e la sua immensa misericordia.
Ogni cristiano, in forza del suo battesimo, è invitato a dare ragione della sua speranza.
Questo combattimento non è il nostro ma di Dio che combatte con noi. Quindi Satana non avrà mai l’ultima parola in questo combattimento.
R. In questo combattimento spirituale, di cui parla con abbondanza san Paolo e che tutti i santi hanno affrontato, si entra quando abbiamo in noi il sentimento di non farcela da soli e si incomincia a pensare che forse Dio ci chiede qualche cosa superiore alle nostre forze.
In quel momento Satana arriva per piazzare nella nostra vita quella che io chiamo una “mina personalizzata” che è l’arma segreta chiamata scoraggiamento. Questa è una tentazione che ogni tanto si presenta e che fa cadere non pochi cristiani.
R. Ne esistono delle altre.
Satana talvolta si presenta come un angelo di luce, narcotizza la coscienza e ci ripete delle frasi convincenti che alla fine rischiano di persuaderci a vivere in contraddizione con il Vangelo: “ Hai poco tempo per pregare; hai un sacco di lavoro da fare; arrabbiarti è normale perché questo dimostra che hai un carattere; cadi sempre negli stessi peccati e allora non preoccuparti di confessarti; fai come tutti gli altri…”.
Satana utilizza anche i nostri desideri malsani: l’orgoglio, la vanità, la gelosia, la pigrizia, la sensualità, la golosità, la collera…
Satana, chiamato il padre della menzogna da san Giovanni, è esperto nel diffondere la menzogna e le idee false per snaturare il Vangelo di Gesù.
Se non credo più che Dio è Padre misericordioso; se non credo che Gesù è venuto a salvarci; se non credo al valore redentivo anche delle mie sofferenze, non posso affrontare con serenità questo combattimento spirituale.
Se non credo all’esistenza degli angeli, del giudizio finale, dell’inferno, alla fine metterò in dubbio anche l’esistenza di Satana e la frittata è fatta, perché mi ritrovo nella situazione di un soldato che pensa che il nemico sia soltanto immaginario e quindi si trova in grande pericolo.
R. E’ necessario usare tutte le armi che Dio ci mette a disposizione e che san Paolo elenca nella Lettera agli Efesini 6, 14-17.
Bisogna saper rispondere alle provocazioni di Satana con la provocazione delle parole della Bibbia. E’ la stessa tecnica usata da Gesù quando è stato tentato nel deserto.
Personalmente sono abituato a scrivere in un taccuino dei versetti biblici; li scrivo anche su dei foglietti che lascio in ufficio o sul comodino vicino al letto; li porto in tasca e nel portafoglio. Questi versetti, quando sono memorizzati sono come degli anti-missili pronti al lancio contro i missili con i quali Satana cerca di bombardarci.
Se Satana ad esempio mette nel tuo cuore dei dubbi con queste parole: “Ma non vedi che sei solo come un cane e non puoi essere felice! Nessuno ti può consolare, neppure Dio!”, tu puoi rispondere subito con il missile di questa affermazione di Gesù:” Se uno mi ama, osserverà la mi parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”(Giovanni 14,23).
Oppure se sempre il “Mister” ti lancia un altro missile con queste parole: “Sei una frana e non riesci a combinare nulla! Neppure Dio ti ama!”, tu rispondi con questo missile: “Tutto concorre al bene di quelli che amano Dio”(Romani 8,28).
Abituarsi a fare ogni sera l’esame di coscienza prima di addormentarsi per chiedere perdono a Dio è molto utile per vincere il combattimento spirituale.
R. In quel momento bisogna rifugiarsi tra le braccia del Buon Pastore, come fa un bambino fra le braccia del padre.
S. Teresa di Gesù Bambino cantava in un suo poema: “Tra le sue braccia divine non ho paura di nessuna tempesta”. Qualche volta avremo l’impressione che Dio non calma la tempesta della tentazione, ma se mi rifugio tra le sue braccia non ho nulla da temere.
Anche san Giovanni della Croce che se ne intendeva dice che invece di mettersi a ragionare per cercare di persuadersi che non è bello cedere alla tentazione, è molto meglio rifugiarsi tra le braccia di Gesù, ripetendo: “Signore Gesù, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di me peccatore!”.
R. Il combattimento spirituale è un vero combattimento e ci ricorda che il cristiano, in forza del suo battesimo, non viaggia su una nave da crociera ma su una nave da guerra e quindi deve combattere con la mentalità di un vincitore.
Dobbiamo prendere sul serio la realtà del male e del Maligno, ma senza lasciarsi prendere dal panico, anche perché il Maligno non è la prima parola del Padre Nostro ma l’ultima! E quando ci capita di cadere nuovamente non dobbiamo scoraggiarci ma ricordarci semplicemente che perdere una battaglia non è perdere la guerra!
Un altro mezzo per combattere la buona battaglia è quello di conservare nel cuore e sulle labbra i canti di vittoria che ci tengono alto il morale. Nei salmi troviamo vari canti di vittoria. Un battaglione dinamico si porta sempre dietro anche la fanfara!
Da non dimenticare in questo combattimento la “copertura aerea” che è la protezione che dobbiamo cercare sotto il manto della Madonna
R. L’ultimo combattimento che noi dobbiamo affrontare è quello nel momento della nostra morte come preghiamo ogni volta con l’Ave Maria:” Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”.
In quel momento ci vedremo, purtroppo, tali e quali siamo senza più la possibilità di nasconderci come facevamo quando eravamo in vita: ci vedremo molto più orgogliosi, più sensuali, più cattivi ma nello stesso tempo potremo anche sperimentare l’infinita misericordia di Dio mentre ripeteremo a Lui: “ Perdono, perdono, perdono!”.
Ogni atto d’amore compiuto durante il nostro pellegrinaggio sulla terra prepara questo atto di perdono finale che potrebbe aprirci le porte dell’eternità.
Qualcuno dovrà fare un “soggiorno” più o meno lungo in Purgatorio per sbarazzarsi definitivamente delle catene che non ha avuto il coraggio di spezzare durante la vita. Allora, coraggio, incominciamo subito a spezzare certe catene!
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