Era già successo un po’ di mesi fa. Intervista di Don Eugenio (‘El Fundador’ per gli amici) ‘tremolante’ ed anziano ispiratore di Repubblica, a Papa Francesco e smentita del portavoce del Papa p. Lombardi su alcuni virgolettati e passaggi dell’articolo proposti con virgolettati. Oggi la solita storia! Che noia, che barba….
Come sempre, per evitare interpretazioni errate e che possano trarre in errore i nostri lettori, riportiamo le due note ‘ufficiali’. Il servizio della Radio Vaticana, e la nota della Sala Stampa con le dichiarazioni del Direttore.
Pedofilia, mafia ma anche educazione e Sapere: sono i temi toccati nel colloquio di Papa Francesco con il direttore di La Repubblica, secondo quanto scrive oggi lo stesso Eugenio Scalfari nelle pagine del quotidiano. Papa Francesco spiega che secondo alcuni dovrebbe rassicurare il dato che fotografa solo al 2% la percentuale di sacerdoti pedofili ma che invece lui stesso ritiene che si tratta di un dato gravissimo. E poi il Papa condanna quanti anche all’interno della Chiesa sanno ma tacciono o magari puniscono all’interno della Chiesa ma senza denunciare il fatto. Ribadisce, dunque, la sua intenzione di continuare ad affrontare con la severità che richiede quella che definisce la lebbra della pedofilia. C’è poi il tema della mafia sul quale il Papa torna per sottolineare che la sua denuncia non sarà fatta una volta tanto ma sarà costante. E afferma che vorrebbe anche saperne di più del modo di pensare dei mafiosi e della forma di religiosità che pensano di vivere. Non mancano altri spunti di riflessione come quello molto significativo sull’educazione. Papa Francesco esprime la sua tristezza riconoscendo che l’educazione come compito principale verso i figli sembra fuggito via dalle case. Spesso i genitori si lasciano prendere da tante incombenze. La definisce una gravissima omissione, spiegando che educazione significa accompagnare amorevolmente i piccoli verso il bene, incoraggiandoli e stimolandoli a costruire la loro personalità e ad incontrarsi con quella di altri. Significa raccontare le favole della vita e, quando il tempo passa, la realtà. E’ come coltivare un’aiuola di fiori – dice – custodendola dal maltempo, disinfestandola dai parassiti. Poi, tra le altre considerazioni, il Papa risponde alla domanda di Scalfari sul valore del pentimento dichiarato a fine vita solo per paura di un eventuale al di là. Il Papa ricorda che Dio sa. Noi non possiamo giudicare se il pentimento sia vero o falso, ma Dio sa e giudica. E questo vale, spiega, anche per chi facesse del male in buona fede pensando che sia bene. La legge del Signore – dice il Papa – è il Signore a stabilirla e non le creature. Noi sappiamo soltanto perché è Cristo ad avercelo detto che il Padre conosce le creature che ha creato e nulla per lui è misterioso. Francesco, poi, aggiunge che sul tema del male e della coscienza bisogna esaminare a fondo i libri sapienziali della Bibbia e del Vangelo. Ricorda che sono questioni centrali per la teologia ma anche per la cultura moderna. E sottolinea che tutto ciò tocca un punto capitale del Concilio Vaticano II.
Su “la Repubblica” di questa domenica mattina viene pubblicato con grande evidenza il resoconto, firmato da Eugenio Scalfari, di un suo nuovo colloquio con il Santo Padre Francesco. Il colloquio è cordiale e molto interessante e tocca principalmente i temi della piaga degli abusi sessuali su minori e dell’atteggiamento della Chiesa verso la mafia.
Tuttavia, come già in precedenza in una circostanza analoga, bisogna far notare che ciò che Scalfari attribuisce al Papa, riferendo “fra virgolette” le sue parole, è frutto della sua memoria di esperto giornalista, ma non di trascrizione precisa di una registrazione e tantomeno di revisione da parte dell’interessato, a cui le affermazioni vengono attribuite. Non si può e non si deve quindi parlare in alcun modo di un’intervista nel senso abituale del termine, come se si riportasse una serie di domande e di risposte che rispecchiano con fedeltà e certezza il pensiero preciso dell’interlocutore.
Se quindi si può ritenere che nell’insieme l’articolo riporti il senso e lo spirito del colloquio fra il Santo Padre e Scalfari, occorre ribadire con forza quanto già si era detto in occasione di una precedente “intervista” apparsa su Repubblica, cioè che le singole espressioni riferite, nella formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al Papa.
Ad esempio e in particolare, ciò vale per due affermazioni che hanno attirato molta attenzione e che invece non sono attribuibili al Papa. Cioè che fra i pedofili vi siano dei “cardinali”, e che il Papa abbia affermato con sicurezza, a proposito del celibato, “le soluzioni le troverò”.
Nell’articolo pubblicato su Repubblica queste due affermazioni vengono chiaramente attribuite al Papa, ma – curiosamente – le virgolette vengono aperte prima, ma poi non vengono chiuse. Semplicemente mancano le virgolette di chiusura…Dimenticanza o esplicito riconoscimento che si sta facendo una manipolazione per i lettori ingenui?
I due servizi sono pubblicati sul sito della Radio Vaticana
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