Papa Francesco ha esortato, in alcuni casi, a coinvolgere gli esorcisti per risolvere i problemi spirituali. Don Filippo, che è uno di loro, ci ha spiegato che il numero delle persone che si rivolgono a lui è in crescita: ogni giorno ne incontra almeno tre o quattro che temono di essere possedute dal diavolo.
Quando Don Filippo T. viene chiamato per un esorcismo, comincia con una preghiera semplice. Con la lettura della Parola di Dio, le invocazioni, le benedizioni. Poi arriva il momento di intensificare il rito, per capire se l’esorcismo è davvero quello che serve: impone le mani sulla testa della persona da aiutare e recita la parte più profonda della preghiera, ma lo fa in silenzio. «Per non suggestionare – spiega -. Se alla preghiera silenziosa corrisponde una reazione viva, questo può essere il segno che c’è bisogno dell’esorcismo».
In ogni diocesi, il vescovo delega almeno un sacerdote a praticare gli esorcismi. Don Filippo è stato chiamato a occuparsene e, da allora, ogni giorno incontra almeno tre o quattro persone che temono di poter essere state«possedute»dal demonio.
E Papa Francesco l’ha detto chiaramente: i confessori devono essere attenti, perché se si rendono conto «della presenza di veri e propri disturbi spirituali – che possono anche essere in larga parte psichici, e ciò deve essere verificato attraverso una sana collaborazione con le scienze umane», non devono esitare «a fare riferimento a coloro che, nella diocesi, sono incaricati di questo delicato e necessario ministero, vale a dire gli esorcisti. Ma questi devono essere scelti con molta cura e molta prudenza».
Sono cinquecentomila gli italiani che ogni anno chiedono un esorcismo. E il loro numero aumenta. «E si capisce il perché – spiega il sacerdote -. Gli uomini sono assetati di spiritualità, ma non sempre la cercano nel posto adatto. Non c’è provincia che non abbia i suoi santoni, i cartomanti, gli esperti dell’occulto. E spesso arrivano da me persone che, prima, sono state dai cosiddetti “maghi”, che hanno promesso di liberarli da situazioni negative, da malefici. Nella “migliore” delle ipotesi sono cialtroni, che però spesso rubano un sacco di soldi, nella peggiore dei cultori dell’occulto. Per un po’ quelle persone sembrano stare meglio, poi ricadono».
Nei primi mesi da esorcista, Don Filippo era «stupito dal numero di persone disturbate a livello spirituale. Quando ho ricevuto l’incarico di esorcista diocesano, pensavo di non avere molto da fare, invece ho dovuto ricredermi. Poco fa ho ricevuto una coppia con un bambino. Ci sono famiglie, giovani, anziani».
Spesso si rivolgono a lui dopo avere chiesto aiuto a maghi e santoni per riuscire a elaborare un lutto, affrontare una malattia, una crisi famigliare o di coppia. «Cercano disperatamente una soluzione che possa dare sollievo e in fretta». E non lo fanno le persone più «ignoranti»: si cerca la magia soprattutto quando si è benestanti. «Si cerca una tecnica per raggiungere quello che si desidera, e la magia lo può diventare. Una illusoria via d’uscita veloce dai problemi».
Altri possono avere un disturbo psichiatrico, che viene confuso con un diverso tipo di problema. E bisogna fare il «discernimento», capire chi ha davvero bisogno di un esorcismo, fra tutti quelli che pensano sia necessario. «Quasi sempre consiglio solo di riavvicinarsi alla spiritualità cristiana e alla fede». Ma per tre o quattro persone al mese, su un bacino di circa 250 mila abitanti, comincia la preghiera di esorcismo.
La maggior parte delle persone che ne hanno bisogno sono giovani adulti, sui 30 anni. «Sono spesso loro stessi a chiedere aiuto, ma a volte rifiutano di incontrarmi, e allora, per loro, lo fanno i famigliari. È più efficace pregare con la persona interessata, ma la preghiera ha comunque, sempre, un effetto benefico. Spesso i parenti mi portano foto, indumenti. Non è importante averli, perché la fede non è magia, ma li accetto, per non urtare la loro sensibilità. È una forma di rispetto».
I familiari si allarmano, o ci si preoccupa per se stessi, quando il carattere cambia improvvisamente e inspiegabilmente, quando si prova un’avversione a tutto quello che è sacro, alla figura del Papa, o quando un’indole tranquilla lascia spazio a momenti di grande ira. «Possono essere dei segnali anche i sogni premonitori o la conoscenza di aspetti occulti di cui non ci si è mai interessati. Alcuni professionisti si sono rivolti a me perché non riuscivano a gestire un’aggressività che non riconoscevano, o perché si sentivano terribilmente stanchi, avevano sonno, stati d’animo che impedivano di continuare a lavorare».
Don Filippo ha anche assistito a manifestazioni impressionanti: ha visto persone che si caricavano di una forza impressionante, i cui tratti somatici cambiavano in modo evidente. Ha sentito parlare correttamente in lingue sconosciute persone che non potevano in nessun modo averle imparate.
L’esorcismo, per lui, è una prova dell’esistenza di Dio. «Se una preghiera semplice, una benedizione provocano reazioni simili, sovrannaturali – ci spiega -, è segno che qualcosa di importante sta succedendo».
Lui vive solo, dorme solo. E non sarebbe così strano se avesse paura di tornare a casa, di sera. Se pensasse a qualcosa di sinistro ogni volta che sente un rumore che non riesce a spiegare. «Mi sono abituato a non ricondurre tutto quello che di brutto, di strano o di inspiegabile mi succede alla mia attività di esorcista: riconosco le cose umane. Quello che temo è di non pregare abbastanza, ma non il diavolo. Non so spiegarle perché, ma io non ho paura, e sono sereno anche dopo le giornate in cui assisto alle reazioni più violente. È che mi ritengo dalla parte del Vincitore».
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