Una vita lunga un secolo spesa da sacerdote tra l’insegnamento al “Barbarigo” e la musica, sua grande passione. Resta in diocesi – scrive l’edizione on line di Avvenire – una traccia profonda di questi suoi eccezionali talenti.
Mancavano solo cinque giorni al raggiungimento del secolo, ma il Covid ha prevalso. E così don Floriano Riondato, tempra di ferro, classe 1921, nato l’11 gennaio a Rivale di Pianiga (nella zona “veneziana” della Diocesi di Padova), se n’è andato all’alba della solennità dell’Epifania.
Una vita dedicata a una doppia vocazione: quella sacerdotale e quella educativa, connotata dalla sua forte passione e propensione per la musica. Aveva appena festeggiato i 75 anni di vita sacerdotale, di cui 71 trascorsi tra le mura, le aule, i banchi dell’Istituto vescovile Barbarigo – scuola paritaria della Diocesi di Padova – che aveva lasciato solo tre anni fa per ritirarsi all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio nella casa Bortignon destinata ai sacerdoti. Al Barbarigo aveva raccolto un gran numero di strumenti musicali, che formavano una vera e propria collezione. E solo il Covid gli ha impedito di suonare il suo amato flauto che mai abbandonava.
La musica e il canto hanno animato la sua vocazione che lo vede entrare in seminario a 12 anni e già in Seminario maggiore è insegnante di canto gregoriano per la liturgia. Novello sacerdote, a due anni dall’ordinazione, vista anche la sua propensione nella cura dei giovani, viene nominato assistente dell’allora Collegio Barbarigo, insegnante di religione e vice rettore delle scuole medie.
Ben presto diventa titolare della cattedra di educazione musicale. Generazioni di studenti ancora oggi ricordano con affetto don Floriano, una colonna del Barbarigo, per tutti il “vice”. Sulla scia della sua passione musicale sono nate anche l’associazione Amici di Don Floriano e l’Ensemble d’Arpe Floriana.