Don Gigi Maresu morto: il ricordo dei fedeli e dei salesiani. A scoprire il corpo sull’autostrada A24 una squadra di Vigili del fuoco, che si trovava sul luogo a causa di un incendio scoppiato nelle vicinanze. Don Gigi era malato di alzheimer“
Don Gigi Maresu morto: il ricordo dei fedeli e dei salesiani
Un’artista prestato al mondo della Chiesa. Un istrionico, una guida. Amante delle canzoni di Celentano e del Cagliari. Così amici, parenti e fedeli ricordano Don Gigi Maresu, scomparso dal Tuscolano lo scorso 30 luglio, e trovato morto dai vigili del fuoco di Roma nella zona di Portonaccio.
Il ricordo della nipote e dei fedeli
Giusy, nipote di Don Gigi, ai taccuini di RomaToday ha voluto raccontare alcuni aneddoti: “Era un fan di Celentano e cantava spesso le sue canzoni. Era un amante dell’arte. Faceva il mimo. Suonava chitarra e sassofono, così creava comunità con i suoi fedeli e con chi gli voleva bene. Un clown che portava gioia a chiunque ha avuto il piacere di conoscerlo”.
Poi quella dannata malattia che è l’alzheimer. “Quel mostro lo ha consumato – sottolinea Giusy – E’ nato in campagna e il destino ha voluto che se ne andasse in un’area verde. Ha trovato la sua pace nelle sue origini”. Un ricordo simile a quello che ci confessa anche Paolo Giansante, che ha avuto in Don Gigi una guida prima e un amico poi: “Lo voglio immaginare come nei miei ricordi da ragazzino: chitarra al collo con tanta gioia e voglia di stare con i ragazzi. Un pezzo della mia crescita umana e salesiana”.
Don Gigi Maresu, oltre il Tuscolano, aveva frequentato anche le parrocchie di Pio XI, Testaccio, Borgo e Civitavecchia dove a ricordarlo ci ha pensato Daniela Lucernoni, vice sindaco di Civitavecchia: “Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere questo piccolo grande uomo, un sacerdote speciale, di quelli che sanno far entrare in chiesa anche chi non lo fa mai e se non ci entravi ti guardava con un sorriso sincero di rispetto. Riusciva a portarti in oratorio coltivando le tue curiosità. Una persona illuminata, sempreverde, un amante della musica, quella vera, in qualunque forma fosse”.
La comunità salesiana si stringe intorno a Don Gigi
Maresu, nato a Siligo 66 anni fa e gran tifoso del Cagliari, era un pilastro per la comunità salesiana come ricorda Don Leonardo Mancini, ispettore della circoscrizione Italia Centrale: “In questo momento, illuminati dalla speranza della risurrezione, ma toccati dal dolore, legato anche alla tragicità del decesso, vi chiedo una preghiera in suffragio del carissimo Don Gigi. Chiedo una preghiera anche per i suoi parenti e per i confratelli animatori della comunità Zatti, che in questi anni lo hanno accudito con grande dedizione”.
A salutarlo anche i Salesiani Italia Centrale e la onlus Sentieri del Mondo: “Non era semplicemente un sacerdote che aveva prestato servizio presso l’oratorio di Civitavecchia, ma un amico che con la sua vitalità ed entusiasmo ci ha fatto crescere e capire che la vera gioia di questa vita è solo nel dare e nello stare vicino a chi ha più bisogno”. Particolarmente commosso Don Antonio Petrosino che ha identificato il corpo del religioso dal rosario, il cappello, l’orologio a la croce che Don Gigi portava sempre al collo.
Il macabro ritrovamento a Portonaccio
Il 66enne è stato ritrovato durante lo spegnimento del vasto incendio, che nel pomeriggio di venerdì è divampato vicino il tratto urbano dell’A24 Roma-Teramo. I vigili del fuoco lo hanno ritrovato in avanzato stato di decomposizione. Un macabro rinvenimento nell’area compresa tra l’uscita Portonaccio e l’area di servizio Q8 pericolosamente lambita dall’incendio.
La salma, consegnata alla Polizia, è stata portata poi in ospedale per l’autopsia del caso. Da capire resta come l’uomo, di 66 anni, dal Tuscolano fosse arrivato tra Portonaccio e via Filipppo Fiorentini. Al momento della scomparsa Don Gigi non aveva soldi e neanche telefono cellulare.
La Questura di Roma ha confermato che il cadavere non presentava ustioni o bruciature. Probabilmente il decesso sarebbe quindi avvenuto il giorno stesso della scomparsa, anche se solamente gli esiti dell’autopsia potranno dire di più.
Fonte: RomaToday
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