Il 17 novembre 2005 è stato nominato Segretario dell’Arcivescovo Mons. Soricelli, e lo ha affiancato durante la visita a Papa Benedetto XVI.
Nel 2008 si è specializzato in Comunicazioni Sociali presso la Facoltà di teologia.
Il 23 novembre 2008 diventa ufficialmente parroco della Parrocchia Sant’Alfonso, dove attualmente svolge il suo sacerdozio.
Don Gioacchino, va più volte l’anno, a Medjugorje e con se porta tantissimi giovani. Fra l’altro la Parrocchia Sant’Alfonso, di cui lui ne è parroco, ogni 2 del mese (in occasione dell’apparizione mensile alla veggente Mirjana) diventa una piccola e grande Medjugorje, in cui i pellegrini hanno la possibilità di essere in comunione di preghiera con la parrocchia di San Giacomo a Medjugorje, attraverso la Santa Messa, le confessioni, l’adorazione Eucaristica, il Santo Rosario meditato e la lettura dei messaggi. Il tutto viene animato dai giovani della Parrocchia.
A questo appuntamento, tutti i mesi partecipano 600 persone ed ecco perché Sant’Alfonso viene definita come Medjugorje.
Lui stesso ha fatto esperienza di Medjugorje e in questa intervista, fra le altre cose, condividerà con i lettori, il miracolo che ha visto coinvolto in prima persona sua sorella e suo nipote.
Don Gioacchino, che ricordi hai dell’incontro con l’Emerito Papa Benedetto XVI?
E’ un ricordo bellissimo, anche perché il giorno della mia ordinazione sacerdotale, il 2 aprile 2005, al termine della Celebrazione morì il grande Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo.
Quando con l’Arcivescovo Soricelli, mi recai in visita dal Papa Benedetto XVI, incontrandomi con lui e prima di fare la foto di rito, mi disse due frasi “Prete giovane” e poi mi chiese la data della mia ordinazione e sentendo che ero stato ordinato il 2 aprile del 2005 disse “Data del mio Santo Predecessore”.
E’ stato quasi un preannuncio della Canonizzazione di Giovanni Paolo II.
Spesso vai in pellegrinaggio a Medjugorje e porti con te, tanti giovani. Cosa rappresenta per te Medjugorje?
Medjugorje rappresenta un luogo di pace; Pace significa incontro con Maria ed incontro con Gesù, significa preghiera ed incontro fraterno. E’ anche uno stop, con tutte le distrazioni che provengono dai cellulari, dalle televisioni e dai computer.
Medjugorje è la terra della pace, dove Maria dona messaggi di pace.
Io ho quasi obbligato i ragazzi a posare i cellulari, nei nostri giorni di permanenza a Medjugorje, e a non consultare la tv, invitandoli ad ascoltare Gesù e a guardare Maria nelle piccole cose: nelle testimonianze, nei volti delle persone che vanno a confessarsi, nei volti di coloro che vanno in adorazione mettendosi in ginocchio dietro la Chiesa di San Giacomo d’innanzi all’Eucarestia.
Devo dire che i ragazzi, hanno ascoltato il mio consiglio, infatti quando siamo arrivati alla frontiera italiana, al ritorno da Medjugorje, i cellulari hanno ripreso la loro attività.
Mi ha colpito la frase che un ragazzo mi disse “Don Gioacchino stavamo bene senza i cellulari, purtroppo per noi il cellulare rappresenta un inganno del demonio”, ascoltare questa frase da un giovane di 23 anni, è molto significativo.
Quando a Medjugorje si sono staccati i rapporti con i nostri mezzi di comunicazione è proprio allora che Cristo ha fatto breccia nei nostri cuori.
Com’è arrivata la chiamata, ad andare per la prima volta a Medjugorje?
Parto un po’ da lontano, esattamente dal 2 aprile 2005, quando cominciai il mio ministero sacerdotale affiancando l’Arcivescovo Mons. Soricelli. Mi fu proposto dal Vescovo di diventare Parroco di Sant’Alfonso, anche se alla mattina durante gli esercizi spirituali, ero stato nominato Parroco di una chiesa che si trova a Vietri sul Mare.
Nel pomeriggio delle consultazioni, ci furono problemi sull’assegnazione del nuovo parroco a Sant’Alfonso (inizialmente c’era soltanto una baracca) e così accettai di diventare parroco di questa bella parrocchia, sotto obbedienza del Vescovo che mi disse che in quel momento storico necessitava che io andassi a Sant’Alfonso.
Sant’Alfonso oggi è una grande parrocchia e tutti gli eventi della diocesi si concentrano proprio lì. Dopo 3 mesi dall’assegnazione di parroco a Sant’Alfonso, si organizzò un pellegrinaggio a Medjugorje.
All’inizio ero molto scettico, infatti lessi diversi libri e siti che erano contro Medjugorje.
Partimmo per Medjugorje, nel pullman iniziai a dire alla gente che andavamo a Medjugorje semplicemente per fare un esperienza di fede.
Arrivati a Medjugorje, partecipai all’apparizione quotidiana che il veggente Ivan ha tutt’ora ogni giorno. Eravamo una cinquantina di sacerdoti, e dopo l’apparizione il veggente venne vicino a me e disse “Tu porterai Maria nella nuova chiesa fatta anche di pietre”.
Infatti ritornato a Sant’Alfonso, iniziarono i lavori alla nuova chiesa. Sbloccarono improvvisamente dei fonti, si parlava di 3 milioni di euro. Il Vescovo mise in gioco, da parte della diocesi un altro milione di euro che erano destinati per l’edificazione della Chiesa.
Iniziarono i lavori e in un tempo record di due anni e mezzo, s’innalza la nuova chiesa di Sant’Alfonso.
La Madonna troneggia sul campanile della Chiesa di Sant’Alfonso, ed ogni 8 dicembre, come ogni 25 giugno, mettiamo la corona di fiori alla Gospa, per mezzo di una grande gru.
Nel giorno dell’Immacolata, il Sindaco affida la città alla Regina della Pace ed il 25 giugno (nel giorno dell’anniversario delle apparizioni a Medjugorje) il parroco si reca sempre con questo braccio meccanico, sul campanile omaggiandola con i fiori e toccando la Regina della Pace con dei fazzolettini da portare poi agli ammalati.
Sei ritornato a Medjugorje l’anno successivo?
Si esattamente, nel 2009 sono ritornato a Medjugorje spinto da un esigenza forte e dolorosa.
Mia sorella era in attesa del secondo bambino, si chiama Christian Pio Gerardo.
Tutti i medici e le dovute analisi, davano per scontato che mio nipote avesse la sindrome di down. La mia famiglia e la mia casa, diventò una valle di lacrime. Si piangeva sempre.
Mio padre desiderava venire con me a Medjugorje per chiedere alla Madonna una grazia per mio nipote.
Andammo a Medjugorje nell’ottobre 2009, e l’1 ottobre salimmo il monte Kricevac, mio padre era con me durante la salita, e cominciò a sentire una voce che gli diceva “Non ti preoccupare, non ti preoccupare”.
Il 2 ottobre, capitò che facemmo tardi a raggiungere il monte dell’apparizione, dall’albergo in cui ci trovavamo.
Al momento dell’apparizione ci trovammo ai piedi della Croce blu e dopo un po’ arrivò Mirjana, uno dei suoi accompagnatori mi vide e mi chiese se ero prete… ad un certo punto ,mi trovai con un altro sacerdote accanto a Mirjana.
Cominciò il rosario e dopo un po’ (come accade tutti i due del mese) Mirjana andò in estasi.
Mirjana alla fine dell’apparizione disse che la Madonna era triste perché vedeva il Figlio piangere.
Terminata l’apparizione, la veggente Mirjana doveva riscendere, si voltò e ci guardammo, aveva in quell’istante una corona del rosario tra le mani e Mirjana mi disse “Padre questa corona le servirà”.
A quel punto presi la corona e la posai nella tasca dei jeans.
Da quel momento in poi che successe?
Il 30 dicembre 2009, mia sorella fu ricoverata d’urgenza in ospedale per partorire.
Era mezzogiorno e mi telefonarono per avvertirmi, andammo in ospedale e mi feci accompagnare da due persone della parrocchia: Agostino(che è salito al cielo) e Giovanna (la segretaria della parrocchia).
Ci trovavamo nel garage e per via dei lavori che stavano svolgendo per l’edificazione della chiesa, la statua della Madonna Regina della Pace, con la corona che mi diede la veggente Mirjana, si trovavano proprio nel garage coperte da uno scatolone grande.
Ci mettemmo in macchina, e l’auto non si accendeva. A quel punto scesi ed aprii il cofano e fu in quel momento che sentii un rumore strano, quasi un pendolo che si muoveva e toccava lo scatolo.
Alzai lo scatolo e vidi la corona muoversi come un pendolo, presi la corona (ricordando le parole di Mirjana) subito dopo la macchina partì e andammo in ospedale.
Quando arrivai in ospedale, chiesi al ginecologo se poteva consegnare la corona del rosario a mia sorella, il medico la prese con sé.
Mia sorella mi raccontò che mentre stava sotto l’effetto dell’anestesia, vedeva una croce blu che vibrava e si muoveva davanti ai suoi occhi.
All’improvviso entrò in sala operatoria l’incubatrice e vedevamo un trambusto di gente, a quel punto mia mamma aprì la porta con violenza e c’era il bimbo all’interno dell’incubatrice con i medici che l’accerchiavano. Il medico disse che era un miracolo perché il bambino nacque sano, senza la sindrome di down.
Dopo quest’esperienza, alla fine della santa messa, preghiamo sempre per i genitori che hanno i figli diversamente abili.
Considero questi genitori i nuovi Santi dell’era 2000 e questi bimbi sono gli angeli dei nostri tempi.
Ogni 2 del mese (giorno dell’apparizione a Medjugorje alla veggente Mirjana) organizzi con i giovani un momento di preghiera nella tua parrocchia…
Si è un grande momento che è chiamato “Sant’Alfonso come Medjugorje”, il tutto si svolge sin dalle prime ore del pomeriggio con le Sante confessioni, la Santa Messa, poi l’ingresso della Regina della Pace in Chiesa, dopo entra il Santissimo Sacramento con l’adorazione e il Santo Rosario. In Chiesa sono presenti in occasione di questo grande momento di preghiera, più di 600 persone.
Quello che mi colpisce di quel giorno, è proprio la confessione fatta col cuore.
Una bellissima esperienza che riguarda la confessione l’ho avuta proprio a Medjugorje, notando proprio la vera contrizione dei peccati del penitente. I peccati gravi emergono subito.
Questo capita anche ogni 2 del mese a Sant’Alfonso.
Come reagiscono i giovani, durante questi momenti di preghiera intensi?
I giovani sono parte attiva, sono loro che curano i canti, abbiamo anche un complesso musicale composto da ragazzi.
Sono nate tante vocazioni, l’ex tastierista è entrata in convento da poco e una delle chitarriste è al quinto anno di teologia.
E’ possibile vedere la diretta del 2 di ogni mese sul sito di Sant’Alfonso: www.chiesadisantalfonso.it
I messaggi di Medjugorje camminano di pari passo con il Vangelo. Confermi questo?
Certamente. La verità dei messaggi sta nella semplicità ma soprattutto nella ripetizione. Alcuni dicono che sono ripetitivi, ma la Madonna vuole farci convertire al Vangelo prima di condurci a Suo figlio Gesù.
In uno dei messaggi la Vergine diceva che il progetto del demonio in questo secolo di libero arbitrio assoluto, è quello di distruggere i Preti e le famiglie.
Maria vuole farci capire, tramite la sua presenza e i suoi messaggi, che noi siamo più forti del male e del demonio perché siamo figli di Dio. Le ci chiama “Cari Figli”.
Cosa vuoi dire a quelle persone che come dice la Gospa, non conoscono ancora l’amore di Dio?
Chiedo soltanto di fare un gesto: di entrare in una chiesa o semplicemente di prendere un Crocefisso e di guardare Gesù in Croce e porgli una domanda “Perché Gesù sei sulla Croce?” E vedrete subito che quel legno del disonore diventerà per noi il legno dell’onore perché Cristo ci ha strappati dalla morte e dalle grinfie del demonio.
Coloro che non conoscono l’amore di Dio, dentro di se pensano che il demonio non esiste. La prima cosa che dovrebbero fare è rendersi conto che il male c’è realmente.
Guardando Gesù in Croce e chiedendogli perché si è fatto crocefiggere vedrete che qualcosa dentro di voi si smuoverà e la Madonna farà il resto.
Servizio di Rita Sberna
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