LAZIO – ROMA – Fermento nella famiglia guanelliana per l‘ormai prossimo inizio dell‘anno centenario della nascita al cielo del fondatore, San Luigi Guanella (1915-2015), che si aprirà a Roma il 21 settembre con una solenne concelebrazione presso la basilica di San Giuseppe al Trionfale, presieduta dal cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata. Diverse le iniziative in cantiere, tra le quali, la “formazione sul carisma” in corso a Roma dal 18 agosto: un mese di approfondimenti biblici e teologici, riferimenti alle fonti, ma anche visita ai luoghi natali del fondatore, laboratori ed incontri con alcune comunità guanelliane – Perugia, Napoli, Trionfale e Via Aurelia Antica – per fare esperienza concreta del carisma in opera nella missione, una proposta rivolta a venti giovani confratelli provenienti da Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Filippine, India, Cile, Argentina, Paraguay. “Un percorso per giovani religiosi guanelliani – sottolinea il vicario generale, don Umberto Brugnoni – per sondare l‘identità del carisma, inteso come dono dello Spirito, e la Sua azione, che si manifesta negli atteggiamenti e nei comportamenti degli uomini”. A cento anni dalla morte, don Guanella interroga ancora e scuote il perbenismo odierno.
“Oggi come allora il messaggio di San Luigi è sinonimo di benevolenza, cuore misericordioso, tenerezza, paternità, spirito di famiglia tra anziani e giovani generazioni. Certo – sottolinea Brugnoni – colpisce l‘attualità del messaggio se pensiamo alla cultura attuale e alle principali sottolineature espresse dal magistero di Papa Francesco”. Del resto anche gli Addenda, approvati nel 2013, alle Costituzioni dei Servi della Carità, vanno nella direzione di una crescente attenzioni ai poveri, alla difesa della vita umana, al rispetto della natura e alla cura delle persone in situazioni di fragilità. “Orizzonti sterminati – aggiunge – se visti con il cuore che abita il mondo intero”. Il carisma non si può definire ma si racconta con la vita. E così a margine di una delle giornate di approfondimento P. Stephen Onyeks, direttore delle attività dell‘Oseper a Kinshasa, racconta come in Congo guanelliani significhi essere accanto ai ragazzi di strada per una loro crescita integrale, il reinserimento nelle famiglie, in vista poi di una progressiva autonomia, mentre in Nigeria l‘impegno urgente a cui sono chiamati a dare risposta è la dignità ai bambini disabili, vivendo con loro e prendendosene cura, offrendo a questi ragazzi una qualità di vita indipendente dalla possibilità di partecipazione delle famiglie alle spese. Info:
www.guanelliani.org. Fonte:
Agensir