Don Marco, siamo nel tempo di Pasqua. Gesù Risorto dona alla sua Chiesa tanti doni e carismi. Nella tua parrocchia inizia un nuovo cammino con i papaboys… Ci vuoi spiegare come si sta preparando la tua comunità? La parrocchia di San Matteo inizia il Tempo di Pasqua proprio con la giornata di preghiera organizzata per Papa Francesco. Tutta la comunità, quindi è coinvolta non solo i giovani che sono i protagonisti di questa iniziativa. I giovani sono logicamente entusiasti. Infatti molti fedeli sono meravigliati nel vedere tanti ragazzi lavorare in Parrocchia. Molti di loro sono stati preziosi in tutto il periodo quaresimale in particolar modo durante la settimana santa. Perciò la parrocchia è pronta a vivere questa esperienza nel sostenere i ragazzi ad inserirsi sempre più nel cammino dei papaboys.
I giovani oggi hanno bisogno di certezze. La Chiesa come sostiene il loro cammino di formazione? Nella chiesa esistono tante realtà che cercano di coinvolgere i giovani. Vedo una grande sensibilità verso le tematiche giovanili. Lo Spirito Santo ha fatto nascere tanti cammini che ognuno con il proprio carisma cerca di portare i giovani a Cristo. Anche nella mia diocesi il centro pastorale giovanile ogni anno propone diverse iniziative ma alla fine sono convinto che i ragazzi e giovani di oggi hanno bisogno di sperimentare con forza che Gesù non è un concetto o una moda da seguire ma è il Dio vivente che opera ancora oggi grandi meraviglie nella Chiesa. Io come sacerdote essendo di formazione carismatica, questo mi ha permesso di aiutare i miei ragazzi a stupirsi di fronte alla grandezza di Dio. I ragazzi devono capire che Gesù Risorto è vivo ed è in ogni uomo.
Non abbiate paura… è l’invito di Giovanni Paolo II a non scoraggiarsi dinanzi al male. I giovani come vivono questo richiamo? Gesù continua a parlare attraverso la sua Parola ma anche attraverso tanti segni forti come le varie esperienze che si vivono durante il cammino. Poi un altro aspetto importante oltre ad avere una relazione con Gesù vivo, presente e reale è importante anche la sequela. Essere discepoli aiuta a “non avere paura…”, ad affrontare il male per far trionfare il bene.
Insieme ai papaboys inizierà un cammino di condivisione. Come si preparano i giovani a questo momento? L’aspetto della sequela è il punto dolente. Per molti giovani pur credenti. Tante volte di fronte alle prove della vita smettono di seguire il maestro. Ecco il perché della scelta di aderire con i papaboys. Perché i papaboys oltre a trasmettere con fermezza che Gesù è vivo, trasmette un grande fervore nel seguire e servire il maestro, e di conseguenza coltivare una particolare fedeltà nei confronti del Papa. a cura di Don Salvatore Lazzara
Grazie…. e buon cammino.
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