Categorie: Caritas et Veritas

Don Orione e San Paolo…. amici di Carità!

Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di Don Orione. E noi vi proponiamo una simpatica similitudine; quella tra San Paolo e Don Orione, nella visione della carità!

Don Orione e san Paolo

Entrambi hanno parlato e vissuto della carità. Nella vita di Don Orione si trovano tante affinità con la vita di s. Paolo, che Giovanni Paolo II lo ha definito “

uomo dalla tempra e dal cuore dell’Apostolo Paolo”.

La nostra comunità parrocchiale, nel suo itinerario formativo, si è ultimamente soffermata a meditare il passo di 1 Cor 13, noto, proprio come inno alla carità. Rimeditandolo il ricordo e l’affetto si sono subito rivolti al nostro Santo “di casa”, soprannominato, e non a caso, il “folle della carità”.

La carità è fatica (1Ts 1,3) ma solo attraverso di essa si costruisce la comunità (1 Cor 8,1b)

Ben lo avevano compreso i nostri due santi. Don Orione esortava: “ prediligete, preferite la carità, l’amor di Dio, l’amore delle anime, l’amor del prossimo”(SDO n7)

In ogni nostro pensiero, in ogni nostra azione il motore sia sempre e solo l’amore, non un amore fatuo, generico, ma un amore, una carità con le stesse caratteristiche indicate dall’Apostolo Paolo e condivise da san Luigi Orione:

San Paolo

San Luigi Orione così si esprimeva

La carità è paziente, magnanima, ha la forza di sopportare le ingiurie e di non renderle. E’ una qualità di Dio, il quale è “lento alla collera”e da’ ai peccatori il tempo di convertirsi

La carità, dalla fiducia nel Signore, dalla pazienza e dal tempo, sa sperare e aspettare i momenti e le ore di Dio e il buon esito d’ogni santa impresa

La carità è benigna. E’ l’attitudine di chi aiuta sorridendo, prevenendo, con tatto discreto

Facciamo regnare la carità con la mitezza del cuore, col compatirci, coll’aiutarci vicendevolmente, col darci la mano e camminare insieme. Seminiamo a larga mano sui nostri passi, opere di bontà e di amore, asciughiamo le lacrime di chi piange.(Lettere II, pp 327 ss)

La carità non è invidiosa: esclude ogni gelosia, perché la gelosia è grettezza mentre la carità è magnanima; la gelosia è divisione, mentre la carità è comunione

Lavorare cercando Dio solo e non in un continuo affanno di qualcuno che mi possa vedere, apprezzare, applaudire… Ogni azione fatta per chiasso e per essere visti è come un fiore passato per più mani”

La carità non si vanta. Essa, cioè è prudente, ha il senso delle proporzioni

Non ambite cariche e dignità… sta attento, caro don…, perché il nostro amor proprio ragiona sottilmente e si veste talora di umiltà e giustifica facilmente ai nostri occhi le nostre azioni e uccide l’anima come un sottile e dolce veleno (Scr 44,107 ss.)

La carità non si gonfia: gonfiarsi indica l’atteggiamento di chi fa sentire il peso del suo gesto e del suo prestigio. L’amore invece si pone a livello degli altri.

Dio si manifesta e si compiace di abitare in quelli che sentono la loro nullità, che diventano come nulla, per l’amore di Dio (Lettere I p 122)

La carità non manca di rispetto. L’amore è attento, tiene conto della fragilità del prossimo; è rispettoso, sensibile

La carità non ha l’occhio nero, non ha spirito di discussione, non conosce i ma né i se: non ha spirito di contraddizione, di censura, di critica, di mormorazione”

La carità non cerca il suo interesse. Imita Cristo che “non cercò di piacere a se stesso”(Rm15,3). Il discepolo di Gesù deve dimenticare se stesso (Fil 2,4; 1Cor1,20)

Vorrei stringere nelle mie piccole braccia umane tutte le creature per portarle a Dio. E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; aprire il cuore alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi” (Scr100, 187)

La carità non si adira. Non è acida, collerica,non perde il controllo di sé.

La carità ha sempre il volto sereno com’è sereno il suo spirito, è tranquilla e quando parla, non alza mai la voce”

La carità non tiene conto del male ricevuto.La carità ha il cuore semplice e candido: non pensa al male sia nel senso che non lo sospetta negli altri, sia nel senso che non progetta di commetterlo

Dobbiamo perdonare e perdonare tutto a tutti. Dovetecoprire con un monte di benedizione non solo quelli che vi fanno del bene, ma anche tutti quelli che vi fanno del male (discorso del 23/VI/1929)

La carità non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità. Soffre per ogni forma di ingiustizia e gioisce di ogni verità, ovunque si trovi.

Cercare e medicare le piaghe del popolo, cercarne le infermità: andargli incontro nel morale e nel materiale…Cristo andò al popolo. Deve starci a cuore il popolo… Evitare le parole: di parolai ne abbiamo piene le tasche

La carità tutto copre. Non propaga il male degli altri, ma lo copre con il suo silenzio e con la sua discrezione

Non andate a riferire quel che uno può aver detto di male: non aggiungete esca al fuoco; cercate sempre di spegnere. Sentite una cosa contro una persona? Fatela morire dentro di voi. Guardatevi dalla satira, dalla parola che ferisce. Non dite: l’ho detto per burla! Le burla che offendono la carità lasciatele da parte” “

La carità tutto crede. È portata a dar credito al prossimo; si fida

Amare l’uomo quando l’ingiuria degli anni e la degradazione del vizio ne hanno fatto un oggetto di disgusto intollerabile

La carità tutto spera. Non dispera: spera il bene e il ravvedimento

Abbiate un sorriso e una parola amabile per tutti, senza differenze: fatevi tutti a tutti per portare tutte le anime a Gesù. La carità del Signore nostro crocifisso: …ecco la speranza dell’avvenire. Carità viva, carità grande, carità sempre! E daremo la leva alla società! Con la carità faremo tutto,senza carità faremo niente! (13,II, 1907)

La carità tutto sopporta. Non si lamenta delle freddezze e delle ingratitudini, ma le sopporta

La nostra vita sia un olocausto, un inno, un cantico sublime di carità e di consumazione totale di noi stessi nell’amore a Dio, alla Chiesa, ai fratelli”.

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