Don Roberto Malgesini potrebbe diventare beato
In molti, dal momento della sua morta, lo ha definito un santo…
Per avviare un processo di beatificazione, come previsto dal diritto canonico, devono essere trascorsi almeno cinque anni dalla morte di una persona. Ma è apparso chiaro che, in prospettiva, la Chiesa stia già facendo un ragionamento in questa direzione.
Il primo passo, in vista di un’ipotesi di questo tipo, è stata la richiesta della Diocesi di Como alla Corte d’Assise di poter avere, “per motivi religiosi”, gli abiti indossati da don Roberto il giorno in cui è stato ucciso, la croce Tau che il sacerdote portava sempre al collo, la mascherina, le chiavi, il telefono, oltre ai vestiti dell’omicida. La croce è stata chiesta anche dalla mamma della vittima e questa domanda è stata accolta subito, con la restituzione immediata prevista nella sentenza.
La Corte ha deciso poi di consegnare anche gli abiti e gli oggetti personali ai familiari di don Roberto, che potranno poi quindi valutare ora con la Diocesi come conservare questi materiali in vista di eventuali scelte future.
Intanto, gli atti del processo di primo grado hanno consegnato il ritratto di un santo simboleggiato da quel sorriso che neppure la morte ha spento. Le uniche parole fuori dal coro sono state quelle del tunisino condannato all’ergastolo per il suo omicidio. “Non chiedo scusa, era un peccatore” ha detto in aula Mahmoudi.
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La risposta è arrivata dai familiari di don Roberto attraverso la voce dell’avvocato Maurizio Passerini. “Non si preoccupi di chiedere scusa o di vergognarsi dei suoi sproloqui. Non c’è n’è bisogno. E’ già stato perdonato dalla sua vittima”.
(espansione.tv – di Anna Campaniello)