Ed è esattamente quello che ha detto al Papa quando lo ha incontrato, durante l’udienza generale: «Preghiamo insieme perché la mia sorellina guarisca». E Francesco ha benedetto la piccola Bianca, quattro mesi e un sorriso bellissimo nonostante la chemioterapia, a cui è sottoposta da due mesi per una brutta forma di leucemia, l’abbia così devastata da portare all’amputazione della gamba destra e delle dita del piede sinistro.
«Con Bianca siamo tutti ricoverati, come famiglia, all’ospedale Bambino Gesù — racconta mamma Marianna — e stiamo per affrontare il secondo ciclo di chemioterapia». Per questa ragione «non possiamo tornare nella nostra San Giovanni Rotondo — spiega papà Antonio — ma ora, con la benedizione e la preghiera del Papa, riprendiamo insieme con più speranza e forza la battaglia per aiutare Bianca a guarire».
L’attenzione ai bambini malati è stato il filo conduttore dell’udienza. Prima di incontrare i pellegrini in piazza San Pietro, il Pontefice ha accolto una rappresentanza dell’azienda Chicco Artsana con un tir carico di materiale sanitario pediatrico, oltre a capi di abbigliamento, che sarà subito consegnato al Dispensario Santa Marta in Vaticano, al Cottolengo di Torino e all’associazione Amici per il Centrafrica. «Non c’è modo migliore per celebrare i sessant’anni di un’azienda che si occupa di prodotti per i più piccoli che aiutare i bambini in difficoltà» afferma l’amministratore delegato Claudio De Conto. «La Chicco, chiamata così dal diminutivo di Enrico, primo figlio del fondatore Pietro Catelli, promuove progetti di solidarietà e intende rilanciarli anche in futuro» assicura De Conto.
In piazza San Pietro, il Papa non ha mancato di incoraggiare la società sportiva friulana Aldo Moro di Paluzza che, «per ricordare i cento anni della fine della prima guerra mondiale, facendo memoria delle sofferenze dei rifugiati e degli sfollati di allora e oggi, ha organizzato un pellegrinaggio in bicicletta dalla Carnia». A guidare l’iniziativa il campione olimpico di sci di fondo Giorgio Di Centa. «Nel 2015, nel centenario dell’inizio della guerra — racconta — abbiamo pedalato fino a San Giovanni Rotondo sempre per ricordare le persone che hanno tanto sofferto a causa della guerra e in particolare le nostre donne, le cosiddette “portatrici carniche”, che si sacrificarono in prima linea».
Infine, per celebrare i trent’anni di matrimonio, Anna Casucci e Giovanni Baglivo, allievo di don Tonino Bello a Tricase, hanno voluto incontrare il Papa. La loro è una famiglia aperta e accogliente. Dopo un’esperienza missionaria vissuta, subito dopo il matrimonio, alla periferia di Montevideo in Uruguay, la coppia si è impegnata nella realizzazione di progetti per i paesi poveri con il Comi, “Cooperazione per il mondo in via di sviluppo” e in parrocchia, a Roma, ha seguito il cammino di un gruppo di giovani sposi. Inoltre i due coniugi, con i tre figli, hanno anche aperto la loro casa a una giovane immigrata africana, sola e con un bimbo appena nato, affiancandola nei primi mesi di maternità e continuando a sostenerla nel suo percorso di integrazione. «Abbiamo ringraziato il Papa per quanto fa per le famiglie — raccontano — e gli abbiamo chiesto di continuare a pregare soprattutto per quelle giovani».
Fonte: Osservatore Romano
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