La loro storia era diventata di dominio mondiale: Safa e Marwa Ullah, gemelle siamesi unite per la testa e con i vasi sanguigni fusi insieme, avevano bisogno di un’operazione chirurgica da record per separarsi e sopravvivere.
.E’ stata una vera e propria maratona, durata 50 ore, con cui i medici britannici hanno separato le due gemelline di 2 anni affette da una rarissima malformazione.
Le varie operazioni delle bambine
Safa e Marwa erano nate con un cesareo. I medici hanno sottoposto le bambine a una serie di interventi al Great Ormond Street Hospital di Londra. Ora gli operatori hanno dimesso le bimbe. I chirurghi hanno utilizzato la realtà virtuale per creare una replica della loro anatomia. Il team ha usato anche una stampante 3D per creare modelli e fare pratica. Un ‘allenamentò per consentire ai chirurghi di lavorare con precisione.
Durante il primo intervento i chirurghi hanno separato i vasi delle bambine e poi hanno inserito un elemento di plastica fra le teste, per tenere separati cervello e vasi. L’operazione più importante è quella che ha permesso ai chirurghi di ‘costruire’ due nuovi teschi, impiegando anche degli espansori per consentire alla loro pelle di allargarsi e arrivare a coprire la testa.
Intervento di separazione: 50 ore sotto i ferri grazie ad un donatore privato
Alcune operazioni minori hanno seguito l’intervento di separazione, pagato da un donatore privato, e necessarie per consentire alle bimbe una vita indipendente. In tutto le piccole hanno subito oltre 50 ore di operazione. «Siamo in debito con l’ospedale e lo staff e vorremmo ringraziarli per tutto quello che hanno fatto – ha detto la mamma Zainab Bibi – Siamo molto emozionati per il futuro»
Il Gosh ha dimesso le bimbe il 1 luglio scorso. Ora vengono sottoposte a una fisioterapia quotidiana per la riabilitazione. «Siamo lieti di essere stati in grado di aiutare Safa, Marwa e la loro famiglia – commentano il neurochirurgo Noor Ul Owase Jeelani e il chirurgo craniofacciale David Dunaway – È stato un viaggio lungo e complesso per loro». Il Gosh «è davvero uno dei pochi ospedali al mondo con le infrastrutture e l’esperienza necessarie per eseguire con successo un simile intervento», concludono i medici.
Da Leggo.it