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Dopo 110 anni il Santissimo torna in processione nelle strade, in Inghilterra!

Ci sono voluti centodieci anni perché i cattolici di Inghilterra e Galles potessero portare in processione il Santissimo Sacramento durante un congresso eucaristico. Nel lontano 1908 il governo del primo ministro liberale Herbert Asquith lo proibì, temendo disordini, dopo che le associazioni protestanti più estreme avevano invocato la legislazione anticattolica. Il re Edoardo VII aveva appena partecipato a una Messa e quella dimostrazione pubblica di cattolicesimo era stata l’ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Fu una crisi gravissima che costrinse il ministro dell’interno Herbert Gladstone a dimettersi.

“Oggi viviamo in tempi molto diversi”, spiega il vescovo ausiliario di Birmingham Robert Byrne, presidente di “Adoremus”, il congresso eucaristico che si terrà a Liverpool dal 7 al 9 settembre prossimi, “La Chiesa cattolica fa parte della società. La sua presenza è molto più diffusa rispetto a cento anni fa e non viene più percepita come una minaccia straniera. Tutti i leader cristiani di Liverpool sfileranno con noi durante la processione che concluderà il congresso. Dietro il Santissimo Sacramento, lo stesso bandito nel 1908”.
“Ho suggerito al cardinale Vincent Nichols, il Primate cattolico, di organizzare un congresso nazionale, tra i due internazionali del 2016 e 2010, come occasione per i cattolici di riunirsi per celebrare la loro fede e per mostrare al resto del paese tutte le cose positive che stiamo facendo per il bene comune della società. Negli ospedali, nei progetti a servizio dei più poveri e nelle scuole, ai margini proprio come ci chiede Papa Francesco”, spiega il vescovo Byrne, “Dopo gli anni difficili dello scandalo degli abusi finalmente possiamo mandare un messaggio positivo”.

Può delineare il programma?
Partiamo venerdì 7 settembre con un simposio di riflessione al quale partecipano circa duemila persone tra insegnanti, catechisti, laici e sacerdoti. Sabato poi fino a diecimila persone si riuniranno nell’ “Echo Arena” di Liverpool per la Messa e per ascoltare oratori come il vescovo americano Robert Barron, famoso nel mondo di lingua inglese. Il congresso si concluderà domenica con la dimostrazione pubblica della nostra fede eucaristica nella processione con il Santissimo Sacramento. È il momento chiave del congresso, quando sfileremo nelle strade di Liverpool per due chilometri, insieme a cinquemila persone.

Si aspetta che il congresso abbia successo, oppure questa parola non è adatta a un momento religioso di questo tipo?
Penso che la cosa più importante sia incoraggiare i partecipanti nella loro fede eucaristica e “Adoremus” è un ottimo strumento per raggiungere questo obbiettivo. L’Eucarestia è la fonte e il culmine della nostra vita e il modo in cui Cristo è presente tra di noi. La nostra fede cristiana è costruita sul rapporto con Gesù e, attraverso l’Eucarestia, approfondiamo questa relazione.

Al congresso darete molto spazio all’Adorazione eucaristica che sarà disponibile in qualsiasi momento per i fedeli.
L’adorazione ci riporta alla Messa e all’Eucarestia perché, quando siamo soli con il Signore, approfondiamo il nostro amore per Lui e Gli consentiamo di parlare al nostro cuore. Apprezziamo, così, in un modo nuovo, quello che stiamo facendo durante l’Eucarestia.






Quali sono le sessioni più popolari?
Settecento persone si sono iscritte a una sessione sull’Eucarestia, venerdì 7 settembre, dedicata a un documento intitolato “Un pane, un corpo”, pubblicato dai vescovi nel 1998. Abbiamo cercato di offrire un programma più ampio possibile che risponda alle diverse esigenze dei fedeli nel campo della liturgia, della musica e della catechesi. Abbiamo un comitato di cinque vescovi che si riunisce regolarmente per organizzare “Adoremus”.

Qual è il bisogno più importante della Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles al quale avete cercato di rispondere con “Adoremus”?
L’evangelizzazione. Viviamo in una società sempre più secolarizzata, soprattutto in Gran Bretagna dove ormai ci si è dimenticati di Dio. Dietro un programma liberale e tollerante si nasconde un ordine del giorno profondamente antireligioso. Si vuole bandire la fede dagli spazi pubblici riducendola a un’attività privata. La religione organizzata sfida il modo di pensare della nostra epoca.

Fonte www.agensir.it

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