Ivano si è ammalato a metà agosto 2017. Uno strano dolore prima a una gamba, poi a tutte e due e il medico che pensava fosse un dolore muscolare, e poi conseguenza di una discopatia. Tanti esami ma tutti negativi, fino a quando un radiologo gli ha suggerito una visita ematologica.
E’ bastato poco perchè la diagnosi, all’ospedale di Perugia, fosse di quelle pesanti: «Linfoblastoma di tipo B». Una leucemia acuta, sottoscritta dal professore Brunangelo Falini, uno scienziato nei tumori del sangue.
L’sms di Laura
L’uomo, originario di Assisi, chef di professione, è stato subito ricoverato in ospedale. Il tempo di ulteriori accertamenti di rito ed ha iniziato le chemioterapie. Ma un giorno gli è accaduto un evento che lo ha sconvolto.
«Stavo recitando il Rosario sul letto quando ho visto una luce e dopo sono stato interrotto da un messaggio sul cellulare. Era una ragazza, Laura, che della stanza numero 3 dell’Ematologia mi ha scritto: ‘Ivano sto pregando e dal Rosario è spuntata una luce’».
La comunicazione del medici
Dopo quest’episodio è accaduto un secondo fatto che ha ben poco di ordinario. «Mentre stavo pregando è arrivato il medico a comunicarmi che stavano per dimettermi con lungo anticipo perchè i miei valori erano nettamente migliorati in pochissimi giorni. Ho provato un’emozione incredibile – racconta a Umbria24 (14 gennaio) – dopo 25 giorni che mi sono sentito prigioniero anche se trattato con i guanti bianchi. Ogni gesto che ho ripreso a compiere era una scarica di emozioni, indossare i miei abiti, tornare verso casa ad Assisi. Respirare l’aria, una gioia infinita».
“Non sono un uomo di chiesa…”
Ivano tiene a precisare: «Chi mi conosce sa bene che non sono uno di chiesa. Se scopriamo che non bisogna preoccuparsi di dove stiamo andando, lasciandoci guidare da Lui, poi i miracoli accadono e io mi sento un miracolato, più guarito di quanto le statistiche mediche possano dire sulla mia situazione clinica».
“Dentro di me c’è un’energia positiva”
Lo chef sa bene che la sua storia potrebbe essere accolta con più di un dubbio dagli scettici. «Magari qualcuno penserà che devo farmi visitare da uno psichiatra, ma sono sicuro di guarire e non soltanto perchè credo ciecamente nella professionalità dei medici dell’ospedale, e dico intanto grazie a infermieri e medici, e in particolare al dottore Flenghi, ma soprattutto perchè dentro di me sento un’energia positiva – conclude – come quella che vorrei trasmettere a quanti stanno lottando contro la malattia».
Gelsomino Del Guercio