“Il primo pensiero è quello del ringraziamento e della gratitudine – ha esordito Fisichella – perché tutto si sta svolgendo in un clima di sicurezza che dà ai pellegrini che vengono la serenità per poter svolgere i momenti di preghiera, ma anche un sano clima religioso che porta a percorrere le varie strade della città di Roma. Quanto stiamo vivendo corrisponde in maniera totale a quanto chiesto dal Papa nella Bolla di indizione”. Cento giorni, per il vescovo, sono il tempo “non per un bilancio, ma per una prima verifica del cammino giubilare”: “Ben conoscendo la realtà della città di Roma e le vicende internazionali che hanno contribuito non poco a rafforzare le misure di sicurezza, nonostante le difficoltà, abbiamo avuto una notevole e consistente presenza di pellegrini nella città di Roma e in modo particolare nella zona di San Pietro. La valutazione totale la si farà a partire dal 20 novembre, ma i numeri vogliono dire qualcosa”.
Due gli inviti di Fisichella: ai gruppi, perché “continuino a iscriversi nel nostro centro di accoglienza”, e a tutti i pellegrini per la partecipazione ai grandi eventi, come la traslazione delle reliquie di san Pio e san Leopoldo. Un evento per cui “non era richiesta l’iscrizione, ma che ha totalizzato la presenza di più di mezzo milione di persone”.
Tra i grandi eventi imminenti, la Domenica delle Palme, la Domenica di Pasqua e la domenica successiva, dedicata alla festa della Divina Misericordia, per la quale sono attese circa 150mila persone impegnate in questo ambito. “Sono 800 le persone che si sono alternate in una presenza del volontariato, da tutte le parti del mondo, tra di loro tanti giovani e pensionati”, ha reso noto Fisichella.
Ingente l’impegno delle forze di polizia in tutta la Capitale, ha riferito il prefetto, “non soltanto sotto il profilo della sicurezza attraverso le misure antiterrorismo, ma anche nel contrasto alla criminalità ordinaria”. Nelle aree giubilari intorno a San Pietro, ha reso noto Gabrielli, “sono state impegnate 3.579 unità per l’ordine pubblico, con la presenza di artificieri e di unità cinofile” oltre a quella dei vigili del fuoco. Settecentocinquanta ragazzi del servizio civile hanno prestato la loro opera volontaria, di cui 308 nelle aree giubilari intorno a San Pietro. Senza contare il coinvolgimento dei tirocinanti delle università romane, provenienti da Roma Tre, Tor Vergata e Sapienza.
“Non ci sono stati allarmi concreti dal punto di vista della sicurezza”, ha detto il prefetto di Roma a margine della conferenza stampa,cui hanno assistito i comandanti provinciali di carabinieri e Guardia di Finanza, e anche il Questore di Roma, oltre al vice prefetto Nando Santoriello, responsabile della segreteria tecnica del Giubileo. Riferendosi ai vari finti allarmi bomba e oggetti sospetti ritrovati in questi mesi in diverse zone di Roma, Gabrielli ha ricordato che “naturalmente sono state fatte molte verifiche e riscontri su varie situazioni, che poi si sono rivelate infondate, ma che sempre vanno fatte”.
Tra gli obiettivi raggiunti, Gabrielli ha ricordato in particolare l’utilizzo di un unico canale radio, il sistema radio “Tetra”, messo a disposizione dalla Polizia locale di Roma Capitale, come strumento di comunicazione tra tutte le forze operative sugli scenari degli eventi per il miglioramento del piano di deflusso da piazza san Pietro. Dalla prossima settimana, inoltre, sarà avviata la fase operativa del progetto “Big Data”, che prevede un sistema di previsione dei flussi a 4 ore, fondato su un algoritmo che tiene conto dei dati assunti dalle celle telefoniche, delineando delle “mappe di calore” che danno l’immediata fotografia della consistenza della presenza di persone in un dato luogo e in una data occasione. La fase successiva prevede l’acquisizione delle informazioni attraverso il monitoraggio del cosiddetto “sentiment della rete”, attraverso l’analisi delle principali “parole chiave” connesse al Giubileo sui social network. Il tutto in aggiunta agli strumenti di comunicazione già avviati nel corso di questi mesi, come il portale, le app e i profili social.
Nelle 2.089 diocesi del pianeta, si calcola che siano state già aperte 10mila porte sante, ma in questo Giubileo diffuso Roma si conferma cuore del cristianesimo:
“Qui c’è la Tomba di Pietro dove si viene a professare la fede per poterla vivere in maniera più intensa quando si ritorna poi nelle proprie comunità, nei propri Paesi, nelle proprie associazioni”, ha commentato Fisichella.
Redazione Papaboys (Fonte agensir.it/M.Michela Nicolais)