LA CONDANNA DI PAPA FRANCESCO
Papa Francesco esprime «la più ferma condanna» per «l’orribile attentato» che «ha funestato stamane la città di Parigi con un alto numero di vittime, seminando la morte, gettando nella costernazione l’intera società francese, turbando profondamente tutte le persone amanti della pace, ben oltre i confini della Francia».
«Una carneficina». Massacro a Parigi contro la redazione parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Intorno alle undici di questa mattina, tre uomini incappucciati e vestiti di nero, sono penetrati nella sede del giornale satirico e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov contro il personale. Il tragico bilancio parla di dodici morti, mentre i feriti sarebbero almeno cinque, di cui alcuni in condizioni gravissime. «E’ un vero massacro», ha detto un dipendente del giornale. Nell’attacco sono rimasti uccisi, sia il direttore e vignettista Charb (Stephane Charbonnier), sia uno dei disegnatori più importanti, Cabu. La strage è avvenuta nel cuore di Parigi, sul boulevard Richard-Lenoir
, il viale che parte dalla Bastiglia e luogo presente nell’immaginario dei lettori francesi e di tutto il mondo: al numero 132, infatti, lo scrittore belga Georges Simenon aveva posizionato la casa del commissario Jules Maigret.
L’ASSALTO
Gli agenti sono arrivati molto rapidamente sul luogo dell’attentato: l’auto della polizia e quella dei killer si sono confrontate in una strada adiacente e gli aggressori hanno aperto il fuoco contro la volante, crivellandola di colpi. Poi i killer sono fuggiti: hanno successivamente lasciato l’auto e con un’altra, a nord-est di Parigi, a Porte de Pantin hanno anche investito un pedone.
CACCIA AI KILLER
Dopo la carneficina, i killer hanno preso la fuga a bordo di un’auto nera. Intorno alla sede di Charlie Hebdo è stato eretto un impressionante perimetro di sicurezza. Il Raid, l’unità d’assalto della polizia francese, è stato dispiegato nel dipartimento di Seine-Saint-Denis, banlieue nord-orientale di Parigi, dove si concentrano le ricerche delle forze dell’ordine a caccia dei killer. La loro auto è stata rintracciata in rue de Meaux, nel 9° arrondissement della città.
LA SATIRA NEL MIRINO
Noto per il suo stile ironico e provocatorio, Charlie Hebdo è regolarmente oggetto di minacce per le sue vignette ironiche sull’Islam e su Maometto. La sede del settimanale fu distrutta da un incendio provocato dal lancio di una molotov il 2 novembre 2011. L’attentato, che non provocò vittime, avvenne nel giorno in cui era stata annunciata l’uscita di un numero speciale dedicato alla vittoria elettorale degli islamisti in Tunisia.
LA TESTIMONE: “ERANO DI AL QAEDA”
«Due uomini incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare. Hanno sparato contro Wolinski, Cabu… è durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto una scrivania… I killer parlavano perfettamente francese e dicevano di essere di al-Qaeda», questa la testimonianza della disegnatrice Corinne Rey, detta Coco.
STATO DI ALLERTA A PARIGI
Tutta l’Ile de France è un stato d’allerta: è stato attivato il “plan Vigipirate”, il piano di sicurezza, al suo allerta massimo. «Abbiamo sventato altri attentati nelle ultime settimane», ha precisato il presidente francese. Sale il livello di allerta anche a Roma. Secondo quanto si è appreso da fonti delle forze dell’ordine, sono stati potenziati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale e c’è una «particolare attenzione» verso le redazioni giornalistiche.
LA CONDANNA DI OBAMA
Dure le reazioni di condanna in tutto il mondo. Obama lo ha definito: «un terribile atto di violenza». «L’islam è una religione pacifica ed è una sfortuna vedere questi estremisti radicali. Vi aiuteremo a catturare i terroristi», ha aggiunto. Anche Vladimir Putin ha espresso le sue «condoglianze» alla Francia, condannando «con forze il terrorismo in ogni forma». Napolitano ha inviato un messaggio a Hollande: «Desidero esprimere la mia più ferma condanna nei confronti di un gesto vile ed esecrabile, che non colpisce semplicemente un giornale, ma uno dei pilastri sui quali si basa la nostra civiltà, la libertà di stampa», si legge. Servizio della Redazione Papaboys (Fonti: Ansa, Le figaro, La Stampa)
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