L’iniziativa si è svolta a una settimana di distanza dalla catena di pace intorno alla sinagoga di Oslo organizzata per esprimere solidarietà alla comunità ebraica danese colpita negli attacchi del 14 febbraio scorso. Venerdì scorso anche a Copenhagen si è tenuta una veglia di pace promossa da musulmani ed ebrei.
Petra Kahn Nord, segretario generale dell’associazione svedese dei giovani ebrei, ha dichiarato che «dalla nostra prospettiva di ebrei europei è fondamentale avere la sensazione di non essere soli. Questa iniziativa porta con sé un messaggio forte: abbiamo dei gruppi di giovani, non solo ebraici, che prendono posizione contro l’antisemitismo e il razzismo».
Per gli organizzatori, l’iniziativa è stata un segno concreto in risposta al clima di paura che sta serpeggiando in Europa e un gesto per dimostrare che la presenza dei musulmani non è una minaccia, ma un arricchimento per la società. Alla manifestazione ha partecipato anche il premier svedese, Stefan Lofven.
La scorsa settimana, a Oslo, ebrei e musulmani, mano nella mano, hanno formato un anello di pace intorno alla sinagoga della capitale norvegese. La manifestazione era sostenuta anche dal Consiglio delle Chiese cristiane. Ervin Kohn, direttore della comunità ebraica, ha accolto l’iniziativa come un forte segno di solidarietà, ma anche come un segnale che i giovani musulmani hanno voluto rivolgere alla società per far sapere chi sono veramente e non lasciare ad altri la possibilità di etichettarli.
La comunità ebraica ha accolto positivamente l’iniziativa, auspicando che contribuisca a ridurre tensioni e pregiudizi. Secondo gli organizzatori oltre duemila persone hanno partecipato alla catena umana. Sempre a Oslo un’analoga iniziativa di solidarietà si è svolta sabato attorno alla moschea della città. Quella norvegese è una delle più piccole comunità ebraiche in Europa — mille persone — mentre la popolazione musulmana conta tra le centocinquantamila e le duecentomila persone.
L’Osservatore Romano, 3 marzo 2015.