Droghe e non solo: gioco d’azzardo, schiavitù psicologica nei confronti di internet, della pornografia, del sesso. Quella delle dipendenze «è una rete in cui l’uomo in un momento di debolezza, di depressione, è molto facile che possa cadere.
Ma è anche una rete che si può spezzare». Monsignor Segundo Tejado Muñoz ha così sintetizzato il significato del convegno — organizzato dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale — che si svolgerà dal 29 novembre al 1° dicembre in Vaticano sul tema: «Droghe e dipendenze. Un ostacolo allo sviluppo umano integrale».
La tre giorni di riflessioni e dibattiti — presentata ai giornalisti nella mattina di lunedì 26 novembre nella Sala stampa della Santa Sede — avrà un approccio multidisciplinare (scientifico, legislativo, sociologico, pastorale) con la partecipazione di esperti provenienti da 63 paesi e la condivisione di numerose testimonianze. «L’obiettivo — ha detto il sotto-segretario del dicastero — è quello di aprire una porta soprattutto sul fenomeno delle nuove dipendenze per capire e favorire le migliori vie per affrontare il problema». E ha aggiunto: «Il Papa vuole che puntiamo l’attenzione sull’uomo e sulla sua crescita integrale. Il problema delle dipendenze è di grande attualità e la sua radice è sempre la stessa: l’insoddisfazione dell’uomo di fronte alla sofferenza, alla frustrazione, al fallimento. Se non si trova un’àncora valida, la si va a cercare in queste cose, in queste pseudo-soluzioni. Con la libertà l’uomo cade e con la libertà ne esce. Noi dobbiamo aiutarlo a fare un uso corretto della sua libertà». E in questo «la Chiesa è madre e maestra», rispondendo a quella vocazione all’“accompagnamento” più volte richiamata dal Papa e riaffermata con forza anche nel recente sinodo dei vescovi dedicato ai giovani.
Ne ha parlato monsignor Charles Namugera, officiale del dicastero organizzatore. Si partirà da un’analisi del fenomeno della droga oggi e delle convenzioni internazionali in atto, per poi proporre un quadro della produzione e del traffico di stupefacenti (eroina, cocaina, cannabis, ma anche le nuove droghe sintetiche) nelle varie regioni nel mondo. Seguirà una sessione dedicata alle altre dipendenze, in particolare quelle da internet, dal gioco d’azzardo e dal sesso. Dopo aver affrontato aspetti teologici, antropologici ed etico-pastorali, si parlerà quindi delle vie di prevenzione ed educazione e quelle di cura e recupero.
«La dipendenza — ha detto durante l’incontro con i giornalisti Nicolò Pisanu, preside dell’Istituto superiore universitario di scienze psicopedagogiche e sociali “Progetto uomo” della Federazione italiana comunità terapeutiche — è un sintomo. Si innesta nell’uomo nei periodi di desertificazione spirituale e psicologica. È il sintomo di disagi che possono essere guariti con l’educazione integrale della persona».
L’Osservatore Romano del 27 novembre 2018
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