Un episodio a dir poco ‘diabolico’ che lascia tanta amarezza nel cuore. La morte di due donne e dei loro sei figli adottivi, precipitati da una scogliera a bordo di un Suv, non è stato un drammatico incidente ma un omicidio-suicidio: questo quanto deliberato al termina dell’inchiesta sulla tragedia avvenuta nel 2018.
Le due donne, entrambe 38enni, hanno drogato i figli di età compresa tra i 12 e i 19 anni prima di lanciarsi con l’auto da una scogliera vicino Mendocino, in California.
I corpi di Jennifer Hart, Sarah Hart, Abigail Hart, Jeremiah Hart e Markis Hart sono stati trovati sulla scena dello schianto. I corpi di Sienna Hart, Hannah Hart e Devonte Hart non sono mai stati trovati, ma la polizia ha detto di ritenere che siano morti nello scontro.
Markis Hart aveva l’equivalente di 19 dosi di Benadryl in circolo così come gli altri bambini, secondo le prove presentate al momento dell’inchiesta. Anche Sarah Hart aveva assunto 42 dosi di Benadryl, mentre Jennifer era totalmente ubriaca al momento dello schianto.
Altre prove – riporta il quotidiano on line ‘Leggo’ – presentate durante l’inchiesta si sono concentrate sulle informazioni trovate su tre dispositivi: il sistema GPS della famiglia, il computer in stile “scatola nera” del SUV e il cellulare di Sarah Hart.
Dopo aver lasciato la casa di famiglia il giorno della morte, sul cellulare di Sarah sono state fatte le seguenti ricerche: «500mg di Benadryl possono uccidere una donna di 120 libbre?» «La morte per annegamento è relativamente indolore?»; «Ci vuole tanto per morire di ipotermia nell’acqua mentre si annega in una macchina?».