Intanto 40 persone sono state soccorse su un altro gommone a poche decine di miglia dalle coste libiche, mentre a Pozzallo sono sbarcati 280 extracomunitari recuperati nel Canale di Sicilia. Tra loro due feriti.
Uno è stato raggiunto alla gamba da un colpo di arma da fuoco, l’altro ha una frattura di due falangi a un dito della mano: entrambi sono stati ricoverati in ospedale a Modica e non sono in condizioni gravi. L’uomo ferito alla gamba è un centroafricano e, secondo una prima ricostruzione, contro di lui i trafficanti avrebbero esploso contro di lui colpi di arma da fuoco sulle coste della Libia per costringerlo a salire su gommoni. Sul caso indaga la squadra mobile della Questura.
Più di duemila di migranti soccorsi – Complessivamente sono 2.164 i migranti soccorsi, che si trovavano a bordo di 12 diverse imbarcazioni e che sono stati tutti recuperati. Una tredicesima barca è stata individuata dai mezzi italiani, ma il soccorso non è ancora stato concluso. 520 migranti si trovano a bordo di nave Orione della Marina Militare, 186 sono invece sul mercantile Sestri Star, 89 sul mercantile Gaz Concorde, 269 sul mercantile Superlady e su una motovedetta della Guardia Costiera, una cinquantina a bordo del rimorchiatore Asso 30. Oltre 900 sono invece i migranti che sono stati recuperati dai mezzi della guardia costiera e dai pattugliatori della guardia di finanza.
Lupi: allarmante salto di qualità – L’episodio delle minacce alla nostra motovedetta non lascia indifferente il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: “Nella tragedia dei migranti e nell’azione di soccorso della nostra Guardia Costiera oggi è successo un fatto allarmante, che segna un ulteriore salto di qualità degli scafisti. E’ indispensabile un intervento delle istituzioni internazionali in Libia”, ha detto l’esponente di Ncd dopo l’attacco alla motovedetta al largo di Tripoli.
Salvini: “Lasciare al largo i barconi” – “Fosse per me li aiuterei, li curerei e darei loro cibo e bevande. Li soccorrerei ma li terrei al largo e non li farei sbarcare. Ne abbiamo abbastanza”. Lo scrive su Facebook il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.
Il rimpatrio degli italiani – Tecnici d’azienda, marittimi, gente che ha lasciato temporaneamente l’Italia per un periodo più o meno lungo, ma anche famiglie che praticamente da sempre vivono a Tripoli, o in altre città, e che non hanno abbandonato il Paese neppure nei momenti più duri della guerra contro Gheddafi. Sono loro il centinaio di italiani rimpatriati, in fuga dal caos e dalla minaccia dell’Isis. L’imbarcazione con a bordo i nostri connazionali è arrivata poco dopo la mezzanotte nel porto di Augusta, in Sicilia. la nave, il catamarano “San Gwann”, della compagnia Virtu Ferries, è stato scortato da una nave militare spintasi a ridosso delle coste libiche, con un Predator dell’Aeronautica militare, un velivolo “a pilotaggio remoto” decollato dalla base del 32° Stormo dell’Aeronautica di Amendola, in Puglia, ha tenuto d’occhio la situazione dall’alto.
L’Egitto promette ritorsioni contro l’Isis – Dopo aver dichiarato sette giorni di lutto nazionale per la decapitazione dei 21 copti egiziani, il presidente d’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, ha avvertito che il suo Paese “si riserva il diritto di reagire” nel modo e nei tempi che riterrà più opportuni. Il gran Muftì d’Egitto, la più alta autorità islamica del Paese, ha invece condannato con forza la decapitazione: “Gli assassini meritano la maledizione di Allah”, ha detto, chiedendo alle nazioni Arabe e alla comunità internazionale “di contrastare seriamente questi criminali”.
“La situazione a Tripoli è critica…”. E l’Isis “è già da un pezzo che è a Tripoli, lo ha detto anche la televisione”. Così uno degli italiani rimpatriati via mare dalla Libia racconta la situazione nel Paese africano. E’ il primo a scendere dal catamarano che ha riportato in Italia i nostri compatrioti, e quando gli chiedono se gli è stato detto di non parlare, annuisce.
Fonte: TgCom24
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