Silvia Romano, almeno fino allo scorso Natale, era ancora viva. Si continua a indagare sulla scomparsa della ventitreenne cooperante italiana, rapita in Kenya il 20 novembre scorso.
Secondo gli esecutori materiali kenyoti, arrestati il 26 dicembre, la ragazza a dicembre era in vita, ma, dopo l’hanno ceduta ad un altro gruppo di sequestratori e si è persa ogni traccia. A Roma l’incontro tra il procuratore generale del Kenya, Noordin Mohamed Haji e il pm titolare dell’indagine Sergio Colaiocco ha evidenziato nuovi dettagli.
Un gruppo di otto uomini armati ha sequestrato la volontaria all’interno del centro commerciale di Chacama, nella contea di Kilifi.
Una moto ha portato via Silvia, che precedentemente era stata seguita e pedinata, senza cellulare e senza passaporto dirigendosi verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana. Degli otto uomini, cinque sono ancora ricercati, due arrestati e solo uno ha ammesso le sue responsabilità.
A breve,si legge su Avvenire, una squadra del Ros tornerà Nairobi. Dopo la missione dello scorso aprile, i carabinieri, partiranno per il Kenya per acquisire nuovo materiale probatorio raccolto dalle autorità locali che lavorano per catturare gli altri elementi della banda.
Silvia, istruttrice di ginnastica acrobatica nella palestra Zero-Gravity di Milano, era partita per il Kenya nel luglio del 2018 con la ong Orphans’s Dreams. Laureata in mediazione linguistica al Ciels, due mesi prima di esser rapita aveva cominciato a collaborare in Kenya con la onlus marchigiana Africa Milele.
Di Danilo Poggio per Avvenire.it