Premetto che questa idea che vorrei condividere con tutte/i voi non è una mia invenzione, ma che l’ho appresa frequentando negli anni giovanili il Movimento del Rinnovamento, nel quale ho conosciuto personalmente P. Emiliano Tardif, P. Robert de Grandis, Don Beppino Cò…
Il bello è che non occorre correre dietro a nessun grande carismatico, non occorrono particolari referenze, perché in ogni Santa Messa celebrata da qualsiasi Sacerdote possiamo ricevere ben 5 guarigioni. Di nostro dobbiamo mettere solo la fede e l’attenzione. Vi invio queste note con tanta umiltà, nella speranza che siano utili a qualcuna/o. Nella mia esperienza sacerdotale ho constatato che, quando propongo la Santa Messa sotto questa angolatura, non solo viene gradita, apprezzata, ma che i risultati positivi non sono mai mancati. Provare per credere!… Pace!
La prima guarigione può avvenire dall’inizio della Santa Messa alla Orazione ed è la guarigione dell’anima: la guarigione dal peccato. Dobbiamo tener presente che l’atto penitenziale della S. Messa non sostituisce la Confessione, soprattutto se nel nostro cuore è presente un qualche peccato grave, ma semmai ci fa prendere coscienza che ne abbiamo urgente bisogno e ci fa prendere coscienza dei nostri peccati abituali, quelli con i quali abbiamo fatto la pace. E’ il momento in cui riconosciamo la nostra povertà, i nostri limiti; è il momento nel quale presentiamo al Signore le nostre malattie spirituali. Per il Signore questa è la guarigione più importante e apre le porte a tutte le altre guarigioni. Quando il paralitico, calato dal tetto, viene presentato davanti a Gesù, Egli gli darà per prima proprio questa guarigione con le parole: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati.” (Mc. 2,5). Se pensiamo che il peccato è la causa remota e profonda di ogni male, rimuovendolo, combattiamo radicalmente e profondamente ogni male. E’ su questo punto che dobbiamo attardarci di più, curando bene anche le nostre Confessioni. Certo, il sacerdote a volte procede molto rapidamente in questa parte della Santa Messa. Forse siamo proprio noi, sacerdoti, i primi a non renderci conto dell’importanza di questa prima parte della S. Messa, che consideriamo solo introduttiva, ma anche i cristiani “ritardatari abituali”… Personalmente ho verificato tante guarigioni interiori proprio in questa parte. I segni constatati in me erano non solo la liberazione dai sensi di colpa con conseguente pace interiore, ma anche una maggior forza e determinazione per aggredire i miei difetti e le abitudini sbagliate.
C’è poi la seconda guarigione che possiamo ricevere durante tutta la Liturgia della Parola con la preghiera dei fedeli inclusa. Qui avviene la guarigione della mente. Se apriamo la mente e il cuore all’ascolto di Dio che ci parla attraverso la parola scritta, proclamata e spiegata, ci libereremo da tutti i nostri “secondo me”, entreremo nei pensieri e nelle vie di Dio, che riportano tutto il nostro essere nella verità di Dio. Il nostro cervello guarisce da tutte quelle idee alle quali ci attacchiamo e che modificano profondamente i nostro comportamento negativo, che sono poi causa di somatizzazioni e di mali profondi. Dobbiamo tener presente che nella vita umana tutto parte dalla testa!… In ogni Eucaristia viene proclamata una Parola di Dio diversa e perciò la nostra mente è esposta volta per volta all’azione benefica della Parola di Dio. La Parola di Dio in questo momento riscalda davvero i nostri cuori, come hanno sperimentato i due discepoli sulla strada verso Emmaus (Lc.24, 32). La gioia fa capolino nel nostro cuore e ci apre all’azione di Dio che continua a demolire le nostre resistenze e gli ostacoli posti sul cammino di ogni nostra guarigione. Questa parte della Messa è forse per noi la parte più pesante e che “subiamo” di più. Ma è la parte delle analisi e delle cure più delicate, nelle quali dobbiamo essere non solo concentrati ma anche più tranquilli. La parola di Dio è talmente efficace che basta “una sola parola” per procurarci la guarigione e la salvezza (Mt. 8,8). Quante parole scivolano invece sul nostro cuore, come acqua sui sassi! Quanti semi, portatori di tanta vita nuova, restano invece inutilizzati! Anche qui i segni da me verificati sono stati non solo la maggiore pace interiore e la gioia, ma anche il calore proprio sul cuore! Sentiamo che il Signore è nostro alleato, che ci aiuta a recuperare terreni perduti. La speranza accende davvero il nostro cuore.
L’Offertorio fino alla conclusione della Preghiera sulle Offerte ci può portare la terza guarigione: quella del cuore, la guarigione dai nostri egoismi che tante tristezze invece lo chiudono. La gratuità del gesto dell’offertorio, manifestato anche con la nostra partecipazione all’offerta e alla condivisione, apre il cuore alla gioia e riscontriamo la verità di questa parola di Gesù, riportata solo nel libro degli Atti: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere.” (At.20, 35). Aprendo le mani e il cuore nel gesto dell’offerta ci troviamo il cuore aperto, cioè, nella condizione migliore per ricevere il Signore nel nostro cuore. Il segno che avvertiamo è quello di una maggiore o totale libertà interiore che ci apre alla preghiera vera, come S. Francesco d’Assisi, che, ormai libero da tutto, poteva dire con verità: “Padre nostro che sei nei cieli..” e non più soltanto “Padre Bernardone”!
A questo punto passiamo alla quarta guarigione che è quella della preghiera. Sì, liberare la preghiera, guarire la nostra preghiera, così che possa essere come quella che Gesù ci ha insegnato: ricerca della gloria del Padre, ricerca del Volontà del Padre, dono di noi stessi al Padre, preghiera per le necessità di tutta la Chiesa. Il culmine avviene appunto in quel “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…”. Sant’Agostino dà questa risposta alla domanda: “Perché il Signore non ascolta la nostra preghiera?” “Perché – egli dice – chiediamo “mali” (cioè, cattivi), “mala” (cioè, cose cattive) “et male” (cioè, in modo sbagliato)”. Il segno che ci sarà dato sarà quello di sentire il gusto della preghiera: la preghiera diventa davvero gioia per noi!
Dal Padre nostro fino al termine della S. Messa ci può essere finalmente data la guarigione da qualsiasi infermità fisica. Dobbiamo avere però la coscienza che nella Santa Comunione tocchiamo in modo fisico Gesù: Lo tocchiamo realmente anche se nella fede. Tocchiamo Lui e non solo un lembo del suo mantello. Anche noi come i malati del Vangelo gridiamo a Lui la nostra fede e la nostra invocazione: “O Signore, non son degno che tu entri nel mio cuore, ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato!” Il segno che molti hanno avvertito è il calore proprio nelle parti malate del corpo e la guarigione fisica immediata, o che si è completata nel corso della settimana.
Non dimentichiamo di ringraziare come quel lebbroso che, solo sui dieci guariti per via, è tornato a ringraziare Gesù (Lc.17, 15-19). La benedizione finale suggellerà tutte le guarigioni ricevute.
Quando siamo malati andiamo, certo, dai medici, ma non dimentichiamo che Gesù è “il Medico dei medici”. Andiamo a riceverLo nell’Eucaristia: non andiamo mai da maghe/i ecc… La Regina della Pace ci invita a preferire la S. Messa a tutto. Chi è stato a Medjugorje sa che al termine di ogni Santa Messa serale c’è la benedizione degli oggetti e la preghiera di guarigione.
di P. Armando Favero O.M.I.
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