Oggi pomeriggio, alle 16.00, Papa Francesco si reca in visita alla Sinagoga di Roma. Si tratta della terza visita di un Pontefice al Tempio Maggiore della capitale, dopo quelle di San Giovanni Paolo II nel 1986 e di Benedetto XVI nel 2010.
Il dialogo ebraico-cattolico conosce in questa fase storica una stagione “importante”, anche se non può mai essere dato per scontato ed è frutto di un impegno quotidiano. Ne è convinto il rabbino Giuseppe Momigliano, presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, che al microfono di Fabio Colagrande della Radio Vaticana ha commentato la visita di Papa Francesco alla Sinagoga di Roma
“R. – Penso che questa visita sia naturalmente importante. Sia per l’attenzione che richiama, ma anche perché conferma la necessità del dialogo e nello stesso tempo l’importanza periodica di riproporre eventi che lo rafforzino e mettano in luce di volta in volta quali sono gli elementi su cui in particolare soffermarsi e anche come rivolgersi al pubblico più ampio. Penso che in questo momento sicuramente questo evento avrà un’importanza come richiamo positivo sul ruolo delle religioni.
D. – Soprattutto, un evento che sottolinea l’importanza dell’incontro, al di là del dialogo teologico o della collaborazione in ambito sociale …
R. – Sicuramente ha una ricaduta di grandissima portata e poi chiaramente è compito di tutti noi di far sì che questi momenti importanti vengano poi vissuti anche nel quotidiano. Ecco, quello a cui bisogna fare attenzione è che determinati eventi che richiamano una grandissima attenzione – come la Giornata del dialogo e la Giornata della memoria – abbiano poi un seguito nel quotidiano e a tutti i livelli più ampi di relazioni sociali e di impegno civile.
D. – Da questo punto di vista, la situazione per quanto riguarda la discriminazione o anche l’antisemitismo a livello della cultura italiana, secondo lei qual è, oggi?
R. – Intanto, ci sono fenomeni di negazionismo della Shoah che sono diffusi, per esempio sul web; e anche di antisemitismo: la scoperta, appunto, delle liste dei cognomi ebraici che vengono segnalati sui siti antisemiti … Quindi, ci vuole attenzione perché c’è un certo livello sotterraneo, nascosto, in cui però continua ad agire l’antisemitismo. Ci sono poi pregiudizi di razzismo generalizzato, quindi anche al di là dell’antisemitismo, ma purtroppo sappiamo che i pregiudizi di razzismo, con tutto quello che succede, attecchiscono. Per quanto riguarda l’entità ebraica, noi poi abbiamo una sensibilità rispetto – ovviamente – agli eventi del Medio Oriente, per come vengono presentati: non sempre con la necessaria conoscenza di tutti gli antefatti storici e anche del quadro più complesso in cui si inseriscono fatti drammatici che spesso quotidianamente si ripresentano.
D. – Infine, quale significato assume per lei il fatto che questa visita di Papa Francesco alla Sinagoga di Roma capiti durante il Giubileo straordinario della Misericordia, che il Papa stesso ha indetto?
R. – Io penso che questo possa anche essere un’occasione di approfondimento per ricordare le radici bibliche nell’istituzione – appunto – del Giubileo: nella Bibbia, nel Libro del Levitico si parla appunto del Giubileo come di un anno di liberazione da ogni forma di schiavitù, di riequilibrio delle condizioni sociali … Quindi, considerare attraverso questi richiami biblici anche l’importanza dell’anno del Giubileo come motivo di richiamo alla responsabilità nel campo dei diritti umani, delle condizioni di vita, come affrontare la povertà così diffusa, che è poi uno dei motivi dei drammi del presente.
IL PROGRAMMA DELL VISITA DI PAPA FRANCESCO
Papa Francesco arriverà al quartiere ebraico di Roma alle ore 16 circa entrando da Largo XVI ottobre e qui sarà accolto dal Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, dal Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna e dal Presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia. Papa Francesco deporrà dei fiori presso la lapide che ricorda la deportazione degli ebrei romani nel 1943.
Successivamente, il Santo Padre, accompagnato da Ruth Dureghello e da Renzo Gattegna, dopo aver percorso via Catalana, raggiungerà la lapide che ricorda Stefano Gai Taché, bambino uccio nel 1982 nel corso di un attentato terroristico di un gruppo di palestinesi. Il Papa incontrerà la famiglia di Stefano così come altre vittime dell’attentato che furono feriti, alcuni in modo grave.
Infine, Francesco, deporrà un omaggio floreale sulla lapide che ricorda questo delitto efferato.
Alle 16.20 circa il Santo Padre, a piedi, raggiungerà l’ingresso del Tempio Maggiore dove sarà accolto dai Vice Presidenti Claudia Fellus e Rube Della Rocca. Nella scalinata della Sinagoga il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, accoglierà il Santo Padre e poi, insieme a Ruth Dureghello, entrerà nel Tempio mentre il coro intonerà il Salmo 98 (Mizmor shiru l’Ad. Shir chadash) per solo e coro. Canterà il tenore Claudio di Segni. Poi il coro intonerà ancora un altro Salmo, il 126 (Shir ammaalot beshuv Ad) SuL podio, al centro siederanno il Santo Padre e il Rabbino Capo. Alla destra i rabbini rappresentanti di diverse Comunità ebraiche dell’Europa e alla sinistra i membri del Seguito papale.
Discorsi previsti:
Presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello.
Presidente dell’Unione delle Comunità ebraica italiane, Renzo Gattegna.
Salmo 15 (Mizmor le David),
Rabbino Capo di Roma, Riccardo di Segni
Discorso di Papa Francesco
– Scambio di doni.
Il coro canta l’Inno Ani Maamin.
Saluti dalla Tevà (tribuna).
Breve colloquio privata tra il Santo Padre e il Rabbino Capo.
Salmo 150 (Alleluya)
Papa Francesco dovrebbe lasciare il Tempio Maggiore alle 17. 40 circa
di Redazione Papaboys
di Redazione Papaboys (Fonti: Radio Vaticana/ Il Sismografo)
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