Affrontiamo quotidianamente dei piccoli “congedi”, ma dobbiamo imparare a affrontare il congedo definitivo, la morte, pensandoci, e imparando a affidarci a Dio, che è poi il significato di “addio”. Nella riflessione sul congedo, ricorda inoltre il Papa, ci aiuta l’arte, ci aiutano anche le canzoni, e Bergoglio cita in particolare una canzone-testamento degli alpini.
“Me ne viene una in mente, – ha aggiunto il Pontefice a proposito delle canzoni – quella degli alpini, quando quel capitano si congeda dai suoi soldati: il testamento del capitano. Penso io al grande congedo, al mio grande congedo, non quando devo dire “a dopo”, “a più tardi”, “arrivederci, ma “addio”?
LA CANZONE
IL TESTO
E il capitan della compagnia
e l’è ferito e stà per morir
e manda a dire ai suoi alpini
perchè lo vengano a ritrovar
E i suoi alpini ghe manda a dire
che non han scarpe per camminar
“o con le scarpe, o senza scarpe
i miei alpini li voglio qua!”
“Cosa comanda sior capitano?
che noi adesso semo arrivà”
“E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglià”
“Il primo pezzo alla mia patria
che si ricordi del suo alpin,
secondo pezzo al battaglion
che si ricordi del suo capitan,
il terzo pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figliol
Il quarto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor
l’ultimo pezzo alle montagne
che lo fioriscano di rose e fior”
l’ultimo pezzo alle montagne
che lo fioriscano di rose e fior”
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire