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È morto dopo una lunga malattia il cardinale Hummes, il porporato che ispirò al Papa il nome di Francesco

“Omnes vos fratres” (“Tutti voi fratelli”) recitava il suo stemma episcopale, riprendendo l’espressione di San Francesco d’Assisi, “Fratelli tutti”, che ha ispirato anche l’ultima enciclica del Papa.

Fonte: Vaticannews.va

Un altro segno evidente di quella unità di intenti e di pensiero che lo legava all’altro Francesco, il Pontefice regnante, il cui nome – risultato così inedito al mondo dieci anni fa, senza precedenti né numerale – fu il frutto di un suo suggerimento.

“Dom Cláudio”, come lo chiamava affettuosamente chiunque conoscesse il cardinale Cláudio Hummes, è scomparso oggi.

A dare la notizia “con grande dispiacere” il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo metropolita di São Paulo in Brasile, che in un messaggio invita a levare preghiere  in segno di ringraziamento per la vita operosa del defunto cardinale, chiedendo a Dio di accoglierlo e donargli la vita eterna. Il suo corpo, fa sapere Scherer, sarà esposto per la veglia funebre nella cattedrale metropolitana di São Paulo dove saranno celebrate le Messe per i fedeli.

Un cuore per i poveri

Aveva 87 anni il cardinale Hummes e un cuore grande che pulsava – e non c’è alcuna retorica nell’affermarlo – per i “poveri”. I popoli indigeni dell’Amazzonia, come i missionari consacrati e laici; gli assetati e affamati del Sud del mondo, come gli operai mal pagati o le vittime dei cambiamenti climatici.

Il cardinale Hummes insieme al Papa (Foto Vatican Media)
Il cardinale Hummes insieme al Papa (Foto Vatican Media)

Quei poveri li ha avuti in mente tutto il tempo, anche negli ultimi scrutini del Conclave 2013 che elesse l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. All’amico argentino, seduto al suo fianco, quando aveva raggiunto il numero dei voti necessari per essere eletto, sussurrò all’orecchio: “Non dimenticare i poveri”.

Da intuizione scaturì altra intuizione del neo eletto Papa per la scelta del nome. Lo rivelò Francesco stesso ai giornalisti incontrati il 16 marzo 2013:

“Io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi”.

Hummes e il pontificato di Francesco

Gioì Hummes di quella elezione e al Papa, che lo aveva voluto espressamente al suo fianco sulla Loggia delle Benedizioni la sera dell’elezione, tramite i microfoni della Radio Vaticana, augurò “un pontificato prolungato”, perché, disse, “la Chiesa ha bisogno di questo pontificato, la Chiesa ha bisogno di questo progetto che lui manifesta e che ha messo in marcia”.

Per la Chiesa pregava sempre Hummes, perché fosse sempre salda e unita, non cedendo alle minacce esterne e interne. “La Chiesa difende la sua unità come unità di pluralità.

Le divisioni sono il male”, affermò il porporato, dinanzi a chi voleva mettere in dubbio l’autorità del Papa. In questa Chiesa che desiderava povera e sempre “in uscita”, l’arcivescovo emerito di São Paulo auspicava che potesse risuonare forte la voce delle popolazioni amazzoniche, piagate da deforestazione, progetti predatori e malattie della terra e della gente, oltre che da problematiche pastorali.

L’articolo completo di Salvatore Cernuzio su Vaticannews.va qui 

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