Il 4 Marzo mattina dalle colonne de La Croce quotidiano, il giornale “contro i falsi miti di progresso” diretto da Mario Adinolfi, è stato dato l’annuncio della nascita di un nuovo movimento: Il Popolo della Famiglia (PDF). In prima pagina l’editoriale “L’Italia ha bisogno dei cattolici”, firmato d Adinolfi e dall’avvocato Gianfranco Amato, entrambi membri del Comitato Difendiamo i nostri figli ed organizzatori degli ultimi due Family Day (quello del 20 giugno 2015 di piazza San Giovanni e quello del 30 gennaio 2016 del Circo Massimo) ha riportato le motivazioni di questa novità politica e i primi piccoli grandi passi da compiere in prospettiva delle elezioni amministrative di primavera.
I promotori del PDF si misureranno nella sfida più difficile, quella per il Campidoglio, dove tutti i candidati sindaco si sono pronunciati a favore delle Unioni Civili. Mario Adinolfi sindaco e Gianfranco Amato capolista per offrire ai romani un’alternativa al pensiero unico in una lotta difficilissima che ha bisogno di caratteri coriacei e visibili.
Li abbiamo contattati per meglio comprendere lo spirito del movimento politico.
Che cos’è Il Popolo della Famiglia?
Adinolfi. Il Popolo della Famiglia vuole essere un contenitore capace di raccogliere i consensi degli italiani, desidera dare risposta alle motivazioni che hanno portato alle straordinarie mobilitazioni di piazza San Giovanni il 20 giugno dell’anno scorso e del Circo Massimo il 30 gennaio e per questo ci presentiamo alle prossime amministrative di primavera. Si voterà in 1350 comuni e noi contiamo di essere presenti almeno nei 300 comuni maggiori attraverso una spinta completamente dal basso, portata avanti da chi vuole difendere la famiglia.
Amato. Oggi ho scritto su La Croce che simpaticamente siamo un po’ come la prima Crociata dei pezzenti, quella che nel maggio 1096 fu costituita da un gruppo di persone comuni, contadini, preti, donne, monaci, e guidata da due trascinatori: Pietro l’Eremita e Gualtieri Senza Averi, come me e Mario Adinolfi. Questa crociata decise spontaneamente di agire mentre i Principi militarmente organizzati perdevano tempo a discutere sul da farsi. A noi piace ironicamente l’immagine di questa esperienza anche per l’entusiasmo gioioso che l’ha generata.
Cosa rispondete a chi vi accusa di essere un partito tematico e a chi afferma che avreste dovuto dare vita già da tempo a un movimento simile?
Amato. Il nostro è un movimento che parte dal basso, ricalca in qualche modo l’esperienza fatta dal Movimento Cinque Stelle. Non è un partito personalistico tipo quello di Giuliano Ferrara o Magdi Allam ma è dato dalla partecipazione popolare. Abbiamo lanciato la sfida di esser presenti alle prossime elezioni amministrative di primavera e non è una cosa da poco, puntiamo tutto su questo confronto. Il movimento non è tematico perché per noi la famiglia non è soltanto il cuore della politica, “La famiglia rappresenta il prisma attraverso cui considerare tutti i problemi sociali, attraverso cui passano tutte le questioni politiche” come disse San Giovanni Paolo II il 31 gennaio del 1998 ai membri della giunta del Consiglio della Regione Lazio. Quindi non è un problema tra tanti, ma è il cuore di tutti i problemi.
Adinolfi. Potevamo costituirlo anche prima un partito ma il passaggio determinante che ci ha convinti a farlo è arrivato il 25 gennaio, quando nell’aula del Senato 173 senatori in prevalenza cattolici hanno dato il loro via libera ad una legge devastante.
Abbiamo ottenuto la vittoria sulla stepchild adoption però quella legge ha portato il Consiglio d’Europa a chiedere le adozioni ventiquattro ore dopo; ci ha fatto discutere per giorni sul caso di utero in affitto di Nichi Vendola e del compagno. Ho rilasciato per l’occasione un’intervista al Fatto Quotidiano pregando il fratello Nichi Vendola di riconoscere a quel bambino il diritto ad avere una mamma, ma il mio appello è stato inascoltato e anzi sono stato accusato duramente per aver affermato la verità: che quel bambino è orfano. Lunedì inoltre ci siamo svegliati con la legge delle adozioni per tutti, single e omosessuali, proposta dalle senatrici Boschi e Serracchiani, il martedì è stata incardinata la legge sul divorzio lampo, il mercoledì abbiamo discusso sui giornali la sentenza dellastepchild adoption incrociata fatta dai giudici, – quindi lo stralcio della stepchild adoption non è servito a niente – e ieri si è cominciato a parlare in Commissione Affari sociali e in Commissione Giustizia di eutanasia, tutto questo in sette giorni.
Che risposta avete avuto dal popolo alla notizia della nascita del PDF?
Adinolfi. In poche ore sono arrivate oltre settemila mail. Il Popolo della Famiglia vive dentro uno spazio nuovo, ha una posizione identitaria la cui radice è chiara ed evidente. La piazza del 20 giungo non ebbe spazio sui giornali e poi stupì l’opinione pubblica, noi ne conosciamo l’anima profonda. In venti mesi ho tenuto 257 iniziative nelle piazze e nei teatri di tutta Italia. Il nostro è un popolo diffuso, siamo tanti, sarà un esercito di sconosciuti che diverranno conosciuti. Non c’è la percezione nel Palazzo di quello che è il radicamento di questo popolo, e forse proprio la distorsione di questa percezione ha provocato l’errore politico compiuto dal ministro Alfano nel passaggio della legge Cirinnà al Senato. Noi speriamo che questo errore possa essere corretto alla Camera, è uno degli effetti che ci auguriamo: determinare nel passaggio alla Camera il ripensamento di qualcuno che è nella maggioranza. All’annuncio del movimento mi aspettavo molta più dialettica, invece commenti negativi non ci sono stati. Ci sono dubbi e domande da parte di tutti, ma nessuno ci ha detto “fate un errore” e questo ci conforta tantissimo perché stiamo facendo la cosa giusta. È un’impresa difficile, complicatissima, in 68 giorni sarà forse impossibile riuscirci ma questa è la cosa giusta. Quando fai la cosa giusta il resto viene da sé, se deve venire, altrimenti Dio ci incenerisca. Ho chiesto alla gente di pregare intensamente, e lo ripeto: pregate.
Amato. Ho fatto quasi tre volte il giro d’Italia, con all’incirca 700 conferenze. Tutte le sere nei miei incontri mostro una slide che riporta la bellissima prolusione del cardinale Angelo Bagnasco del settembre 2014 in cui afferma: “il totalitarismo del pensiero unico decide cosa esiste e cosa no, di che cosa si può parlare e di che cosa è proibito, pena la pubblica gogna”. Questa è la fotografia di ciò che accade a tutti noi.
Noi vogliamo attuare una politica che denunci questo totalitarismo culturale. La politica di oggi non appartiene al popolo, porta avanti messaggi che sono distanti dalla tradizione italiana e dalla nostra civiltà. Il dato straordinario è che stiamo ricevendo da tutta Italia una marea di mail e telefonate. Sapevamo che ci fosse una grande attesa perché incontrando la gente, avendo il contatto diretto con il popolo, ci era chiaro che aspettavano un movimento che accogliesse le loro istanze. Stamattina ho ricevuto una telefonata alle sette e mezza di una persona che senza neppure salutarmi ha detto: Dio vi benedica, finalmente so chi votare.
Chi voterà questo partito? Solo i cattolici?
Adinolfi. Speriamo tutti gli italiani. Abbiamo scritto sul simbolo “No gender nelle scuole”. Se la legge sulle Unioni Civili verrà approvata definitivamente è scontato che cambierà l’educazione scolastica. Perché per evitare che siano discriminati i bambini figli di coppie omosessuali si dovrà spiegare nelle scuole che esistono le famiglie omogenitoriali e così diranno ai bambini che il sesso è intercambiabile, che il maschile e il femminile sono intercambiabili. Penso che questo non disturbi solo i cattolici ma tutti i cittadini. Al Circo massimo c’era gente di ogni partito, questa è la caratteristica del nostro movimento: siamo oltre, sopra. Ci poniamo come valore il rispetto dei principi non negoziabili. Siamo aperti alla partecipazione, alla mobilitazione e al contributo di tutti, l’evoluzione dipenderà dalle risposte che avremo.
Amato. Per me questo movimento coinvolgerà anche chi è distante dalla Chiesa, come è accaduto per gli due ultimi Family Day dove c’erano non credenti e persone provenienti da ogni colore politico. Non è una questione confessionale, questo è il dato fondamentale. La famiglia non è un’invenzione del cristianesimo, anche gli atei comprendono che c’è in atto un attacco fortissimo nei confronti della famiglia.
Le persone cominciano a toccare con mano il problema del gender e sono preoccupate. Perché quando una legge viene approvata modifica la pedagogia. Cosa dirà Alfano ai genitori che protesteranno davanti ai moduli da firmare con la dicitura genitore1 genitore2? Cosa risponderanno Alfano e Renzi a quei genitori contrari all’insegnamento della filastrocca “Emma e le sue due mamme”? La famiglia non è un concetto cristiano, Cicerone già la chiamava “prima societas”, perché non è un’invenzione dell’uomo ma una struttura che la natura ha dato all’uomo e non si può manipolare o manomettere a piacimento.
Quando presenterete ufficialmente il Popolo della Famiglia?
Amato e Adinolfi. Venerdì 11 marzo alle ore 15.00 al Palazzetto delle Carte Geografiche, in via Napoli 36 a Roma ci sarà la convention del PDF dove verranno presentati i candidati e il movimento. Chiunque voglia aderire sarà ben accolto. Abbiamo fatto nostro il famoso appello di don Luigi Sturzo, senza pregiudizi né preconcetti, che chiama: «gli uomini liberi e forti che vogliono cooperare ai fini superiori della Patria».
Cosa vorreste dire a chi ha perso fiducia nella politica?
Adinolfi. Comprendo la loro delusione perché dei politici non ci si può quasi mai fidare, ma noi siamo gente almeno da mettere alla prova per la pulizia d’animo e l’onestà mostrata dal popolo di piazza San Giovanni e del Circo Massimo. In quelle persone ritrovi te stesso, stai allo specchio. È gente normale che fatica, lavora, cresce una famiglia, educa i figli. È un popolo giovane, giovanissimo, che ha fiducia, prega, spera. L’età media delle nostre piazze è la più giovane di qualsiasi altra piazza mobilitata in Italia negli ultimi anni. È un popolo che crede profondamente in qualcosa! A un elettore deluso direi: vota l’Italia migliore, il popolo della famiglia che si sacrifica per i figli, che rispetta la fatica dei proprio genitori, che invece di pensare all’ospizio o all’eutanasia come soluzione, con difficoltà e amore si porta i genitori anziani e i nonni dentro casa, perché quel dolore è la loro saggezza.
Amato. Oggi la politica è antifamilista, non fa nulla rispetto alle 14milioni di famiglie ma si preoccupa esclusivamente delle 7513 famiglie omosessuali. L’orizzonte culturale della politica italiana è l’individualismo esasperato, un concetto di libertà visto come assenza assoluta di legami. Sembra che l’unico valore riconosciuto dalla società sia la libertà individuale che porta a quella che il Cardinale Angelo Bagnasco denuncia come «una solitudine agghiacciante imposta dal potere». Ci dicono che siamo il fanalino di coda dell’Occidente e che dobbiamo guardare al Nord Europa. Ma sanno come si vive in quei Paesi? Sanno che la solitudine è un problema gravissimo, che comporta l’aumento spropositato di suicidi e depressioni? Noi desideriamo che il popolo torni a far sentire la sua voce, che si riappropri della tradizione italiana di comunione, comunità e appartenenza.
Cosa vi aspettate da questo impegno? Come vivete questa nuova avventura?
Amato, Adinolfi. L’unica certezza è che non si tratta di un nostro progetto ma di un progetto di Dio e quindi i tempi, i modi, non appartengono a noi ma a Lui. Se pensassimo che l’esito di questa battaglia fosse nelle nostre mani saremmo dei folli. Noi siamo solo strumenti di un piano ben più grande. Ci hanno massacrato perché abbiamo nominato Dio nel dare l’annuncio alla nascita del movimento. Cominciamo quest’avventura mettendola nelle mani del Signore, con la piena consapevolezza di essere servi inutili, confidiamo nel Suo aiuto e nella protezione della Vergine Maria. Ci prendono in giro ma non importa, il nostro Maestro ci ha insegnato ad andare avanti con la serenità di chi ha dentro la fede e la certezza del Bene.
Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org/Silvia Lucchetti)