L’esorcista, fino a pochi anni fa, sembrava destinato a divenire una figura superata dalla storia, ma recentemente Papa Francesco ne ha riabilitato nome e prestigio, parlando del Demonio come di una minaccia costante e concreta. La pratica dell’esorcismo ha in realtà un precedente illustre: parliamo di Gesù Cristo, che a Cafarnao liberò il suo primo indemoniato. L’episodio, narrato da Luca (4, 31-37), descrive l’arrivo di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, in Galilea.
Durante una delle sue predicazioni, gli si avvicina un uomo posseduto e gli dice: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli intima di stare zitto, e di abbandonare immediatamente il corpo occupato. Il demonio gli ubbidirà senza battere ciglio. Questo episodio merita qualche riflessione.
.
Innanzitutto l’esorcismo avviene su un soggetto che stazionava regolarmente nella sinagoga.
.
Se ne può dedurre che né le parole sacre, né immagini e simulacri, avessero effetto su di lui. In secondo luogo, il fatto che l’indemoniato si rivolge a Gesù parlando al plurale, non significa che il Demonio ama il pluralia maiestatis, o che parli della propria categoria alludendo ad una pluralità di demoni, ma più semplicemente parla per conto suo e del soggetto che ha occupato nel corso della sua possessione diabolica.
Gesù non usa formule particolari, come accade negli esorcismi moderni, ma gli basta contrapporre la forza e la convinzione della sua Parola all’essere immondo che ha nella menzogna la sua ragion d’essere.
Qui trovi l’articolo originale