L’ascolto curato da personale specializzato, i riti di liberazione, l’accompagnamento spirituale, ma soprattutto un’intera comunità che veglia e prega nel silenzio per coloro che stanno lottando per venir fuori da un incubo. In Sicilia il ministero degli esorcisti compie passi in avanti e sempre più frequentemente coinvolge gruppi di fedeli che accolgono i fratelli e le sorelle disturbati dal maligno che, con perseveranza e fiducia, mese dopo mese seguono un percorso di vita spirituale e di frequenza dei sacramenti. Come avviene a Palermo, nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli, coi Frati minori rinnovati.
«Lì c’è una comunità di 700 persone coinvolte nella preghiera per tutti coloro che vivono questa difficile situazione», racconta fra’ Benigno Palilla, consigliere dell’Associazione internazionale degli esorcisti e responsabile del centro di formazione regionale “Giovanni Paolo II”. «Lo scorso anno a Palermo sono state liberate dal maligno 32 persone – continua –, ma sono circa 1.600 gli uomini e le donne seguiti dai centri di ascolto che abbiamo istituito con i 25 laici che compongono la nostra équipe. Settimana dopo settimana, queste persone che hanno bisogno di aiuto, ma che magari non hanno reali problemi di possessione o di disturbo da parte del maligno, partecipano a una preghiera comunitaria di guarigione e liberazione nella parrocchia di San Tommaso che ci ospita, cominciando anche un percorso di formazione spirituale, cominciando con l’annuncio kerigmatico “Dio ti ama” e proseguendo, di mercoledì in merco-ledì, con un percorso di fede».
È un lavoro complesso quello che si trovano a vivere ogni giorno i 41 esorcisti siciliani, che in questi giorni si sono riuniti a Poggio San Francesco, vicino a Monreale, per il dodicesimo incontro di formazione organizzato dal Centro regionale “Giovanni Paolo II” della Conferenza episcopale siciliana. Tra i partecipanti anche il cardinale Salvatore De Giorgi, che da presidente della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) volle avviare questo percorso formativo, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, e l’emerito di Monreale, Salvatore Di Cristina. Un momento di approfondimento per chi ascolta storie e sofferenze e cerca di discernere quando la causa è un’azione straordinaria del maligno, assolvendo a un importante ministero della Chiesa. Il demonio può impossessarsi della mente e dell’anima delle persone, devastate da dolori inspiegabili, dall’avversione al sacro, dall’odio nei confronti dei propri cari.
A giudizio degli esorcisti, sono varie le cause per cui una persona può avere disturbi di origine malefica. Di solito il demonio agisce quando «si lascia una porta aperta ». La causa può essere data da un maleficio che si subisce (fattura, maledizione, malocchio), ma anche dalla presenza di ferite dell’infanzia o di una ipersensibilità cresciuta a scapito dell’intelligenza e della volontà. Lo spiega padre Paul Marie De Mauroy, della Congregazione religiosa dei Fratelli di San Giovanni, che ha tenuto un corso sulle azioni del diavolo. E altre porte aperte sono costituite dalle ferite dell’infanzia, dalla mancanza di perdono, da peccati gravi ripetuti, come aborto e adulterio.
Redazione Papaboys (Fonte www.sanfrancescopatronoditalia.it)
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