Pax et Justitia

Ecco come combattere i malefici: consigli e pensieri di un sacerdote

Parlate con il vostro sacerdote se credete di essere sotto il potere di un maleficio…

Bisogna andare con i piedi di piombo prima di affermare che in un determinato caso ci si trova dinanzi ad un maleficio.

Riflessione sui malefici di Padre Angelo:

Bisogna andare con i piedi di piombo prima di affermare che in un determinato caso ci si trova dinanzi ad un maleficio (parlatene con un sacerdote, ndr).

Mi hanno sempre impressionato le affermazioni di San Giuseppe Moscati, primario diagnostico all’ospedale di Napoli, il quale ad alcuni pazienti che si facevano visitare diceva: “Lei più che di me ha bisogno del confessore”.

In altre parole diagnosticava un’eziologia preternaturale del male, vale a dire un’origine che deriva dall’intervento del nostro comune avversario.

Tale male – secondo i convincimenti del Moscati – si eliminava con la confessione che è una forma di esorcismo perché libera dagli influssi del demonio e da molte negatività che provengono dal nostro comune avversario.

La grazia che viene comunicata nella confessione è una realtà di ordine soprannaturale e pertanto ben più forte di ciò che è nel preternaturale.

LEGGI: Padre Gabriele Amorth: ‘La causa principale della possessione, nel 90% dei casi, è il maleficio’

Per conservarsi immuni dal maleficio è necessario conservarsi in grazia di Dio.

La grazia, oltre che a portare la presenza personale di Dio nel nostro cuore, è una specie di siepe che ci protegge dagli attacchi infernali.

Lo riconosce apertamente il demonio stesso il quale – secondo quanto si legge nel libro di Giobbe – riconosce di non poter colpire Giobbe e i suoi beni perché Dio gli aveva messo attorno una siepe.

È vero che poi Dio concede a Satana di poter colpire Giobbe, uomo giusto e pertanto santo. Ma questa è stata un’eccezione rispetto alla norma perché la grazia di Dio fa sì che nulla ci possa colpire (cfr. Sal 91,7).

Lo riconosce anche San Giacomo aggiungendo che se viviamo in grazia di Dio non solo il demonio non ci può colpire, ma addirittura fugge da noi perché gli facciamo paura: “Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi” (Gc 4,7).
“Sottomettetevi dunque a Dio” significa obbedire ai comandamenti: ai dieci comandamenti e anche ai due precetti della carità che comandano di amare Dio con tutto il cuore e il nostro prossimo come noi stessi, compresi i nemici e quelli che ci fanno del male. Perché il Signore ha detto: “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (Mt 5,44).

Ecco come contrastare i malefici

Se nel tuo caso si trattasse di maleficio che cosa puoi fare?

  • Ebbene la prima cosa è quella della confessione sacramentale col proposito di camminare in tutto e per tutto secondo le vie di Dio. Questa forse è la cosa più facile.
  • La seconda che è ben più difficile: non aprire nessuno spiraglio al comune avversario perché ti possa colpire. In altre parole: non parlare mai male della persona che secondo te sarebbe all’origine dei tuoi mali. Anzi, come ha comandato il Signore: prega per lei. Questa è la via che neutralizza qualsiasi attacco.

In questo modo vediamo come sia vero quanto l’Eterno Padre ha detto a Santa Caterina da Siena: “In questa vita io permetto ai demoni di tentare e molestare le mie creature non perché siano vinte, ma perché vincano e ricevano da me la gloria della vittoria, provando la loro virtù. D’altra parte nessuno deve temere, qualunque siano le battaglie e le tentazioni che gli vengono dal demonio, perché io ho fatto forti gli uomini e ho dato loro la fortezza della volontà fortificandola nel sangue del mio Figliuolo (e cioè con l’aiuto della grazia, n.d.r.).
Questa volontà né demonio né creatura alcuna ve la può mutare perché è vostra, data a voi da me insieme al libero arbitrio.
Voi dunque col libero arbitrio la potete tenere saldamente in vostro possesso o lasciare come vi piace.
Se la ponete nelle mani del demonio essa è l’arma e il coltello con cui egli vi percuote ed uccide; ma se l’uomo non dà questo coltello della volontà nelle mani del demonio, cioè se non acconsente alle sue tentazioni e molestie, giammai sarà ferito dalla colpa del peccato, qualunque tentazione subisca.
Ne rimarrà anzi fortificato se aprirà l’occhio dell’intelletto a contemplare la mia carità la quale permette che siate tentati solo per farvi giungere alla virtù e provarla in voi stessi.
I demoni dunque sono miei ministri nel tormentare i dannati nell’inferno e nell’esercitare e provare la virtù dell’uomo in questa vita.
L’intenzione del demonio non è di provare e temprare la vostra virtù, perché in lui non vi è la carità, ma è di privarvi della virtù: ma ciò non può fare se voi non volete.
Grande è perciò la stoltezza dell’uomo che si fa debole laddove io l’ho fatto forte e da sé medesimo si mette nelle mani del demonio” (Dialogo, 43).

Pertanto non metterti nelle mani del demonio con nessun peccato, neanche veniale. Accresci la grazia e se il male ha origine preternaturale non potrà agire su di te in nessun modo.

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