Il primo nemico della pace è l’indifferenza degli uomini per i propri simili, generata dal rifiuto di Dio. Il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della pace, inizia proprio dall’invito ad impegnarsi con fiducia per costruire la pace, perché se è vero che quest’ultima è un dono di Dio è altrettanto vero che la sua realizzazione è affidata agli uomini e alle donne di buona volontà.
Il 2015 si conclude con un bilancio doloroso per la pace. Terrorismo e conflitti sembrano confermare la teoria della “terza guerra mondiale a pezzi”. Eppure, i motivi di speranza ci sono e Papa Francesco li individua proprio in alcuni recenti eventi internazionali, come l’accordo di Parigi sul clima o l’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sono situazioni che spingono a credere nella capacità dell’umanità di agire insieme in spirito di solidarietà. Un atteggiamento nota il Papa che si sposa con quello della Chiesa degli ultimi 50 anni, orientata al dialogo, alla solidarietà e alla misericordia.
No alla globalizzazione dell’indifferenza. Le minacce alla pace, tuttavia, sono concrete e derivano in massima parte dall’indifferenza nei confronti del prossimo e di quella nei confronti del Creato. Un atteggiamento di chiusura talmente diffuso da essere indicato da Papa Francesco con il termine di “globalizzazione dell’indifferenza”. Un male che è generato innanzitutto dall’indifferenza che l’uomo nutre verso Dio. E’ proprio dalla rottura di questo rapporto preferenziale che nascono i mali della società che Papa Francesco denuncia in maniera ricorrente: la corruzione, la distruzione dell’ambiente, l’assenza di compassione nei confronti degli altri. La strada indicata da Papa Francesco per lottare contro la globalizzazione dell’indifferenza passa per una profonda conversione del cuore dell’uomo, che ci permetta attraverso la grazia di Dio di tornare ad essere capaci di aprirci agli altri con autentica solidarietà. E gli esempi di solidarietà cui Papa Francesco fa riferimento esigono un impegno diffuso, capace di creare una vera e propria cultura della misericordia.
Serve impegno solidale e misericordioso, a partire dalla famiglia. Le famiglie, gli educatori, i comunicatori sono i primi attori chiamati in causa come promotori di valori di libertà, rispetto reciproco e solidarietà. E proprio in questo contesto il Papa cita l’esmpio negativo di quegli operatori dei media che non si curano troppo del modo in cui si ottengono e diffondono le informazioni. Eppure la società è ricca di esempi di impegno solidale e misericordioso: le organizzazioni che si occupano di diritti umani e le associazioni caritatevoli, in particolare quelle realtà che operano in soccorso ai migranti in difficoltà. Queste azioni dice il Papa sono opere di misericordia corporale e spirituale. E la gratitudine di Papa Francesco va a coloro che nella Chiesa hanno fatto proprio il suo appello ad accogliere una famiglia di rifugiati.
Cancellare il debito dei Paesi poveri, basta pena di morte . Il Giubileo della Misericordia rappresenta un’occasione per riflettere sul grado di indifferenza che alberga nel cuore di ciascuno, per sconfiggerla e impegnarsi a migliorare la realtà che ci circonda. Il Papa conclude il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace ricordando tutte le persone in condizione di fragilità o svantaggio e invocando la fine della pena di morte e l’amnistia. Ma è ai leader statali che il Papa lancia il suo appello, affidandolo all’intercessione di Maria: rifiuto della guerra; cancellazione dei debito dei paesi più poveri; adozione di politiche di cooperazione che non ledano il diritto dei nascituri alla vita.
Il servizio è di Stefano Leszczynski per la Radio Vaticana