Dalle elezioni europee a quelle locali. Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), sottolinea che “fare l’amministratore locale è sempre faticoso e frustrante. Come elettori dobbiamo esserne consapevoli, per questo il nostro voto il 25 maggio è anche un modo per esprimere sostegno e vicinanza a chi si è messo a disposizione delle comunità locali, e per dire che bisogna ripartire dai Comuni”. Di candidati alle prossime elezioni amministrative si occupa Giuseppe Manunta, direttore di Dialogo (Alghero-Bosa): “La speranza è che ognuno s’interroghi sul perché della sua candidatura e verifichi che non sia a scopo individuale, ma collettivo”. In questa situazione, sottolinea l’Eco del Chisone (Pinerolo), “si propone – e per i cattolici dovrebbe essere un dovere – di ripensare a un nuovo umanesimo” per “instaurare un nuovo rapporto tra economia e società, tenendo conto delle progressive scarsità delle risorse naturali e dall’altra dell’esigenza di una distribuzione dei beni più equa ed equilibrata”. Di “lotta aperta ai burosauri” parla Nicola Salvagnin, in una nota pubblicata dal Sir, e ripresa dal Popolo (Tortona).
La Chiesa per la scuola. Grande attenzione nei giornali Fisc per l’evento di sabato 10 maggio, “La Chiesa per la scuola”, organizzato dalla Cei. “Dire la Chiesa ‘per’ la scuola significa mettere al centro le persone – sottolinea Roberto Piredda, direttore del Portico (Cagliari) -. In primo luogo i ragazzi, e con loro gli insegnanti e le famiglie. Il ‘mondo’ che sarà in piazza San Pietro per incontrare Papa Francesco non è artificiale, è quello della realtà quotidiana”. Cammino (Siracusa) osserva che “non si tratta di un’’adunata trionfalistica e inconcludente’, come qualcuno ha provocatoriamente definito l’evento (incitando peraltro a una sterile polemica), ma di un modello ben noto alla vita della Chiesa, quello della festa attorno ad un Valore condiviso che genera ogni giorno nuovi orizzonti di vita”. Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) sottolinea che “il tema educativo ha bisogno di una grande alleanza”. A Roma “la grande alleanza assumerà una visibilità alla presenza di tutti. Vicino alle scuole paritarie ci saranno anche molte statali, mostrando il reale risultato che un conflitto non avrebbe vincitori ma soltanto sconfitti”. Il Ponte (Rimini) riprende una nota Sir sulla scuola di Alberto Campoleoni: “Rimettere davvero la scuola al centro delle attenzioni del Paese, sottolinearne il ruolo strategico, l’importanza educativa e di sostegno per l’opera delle famiglie” può diventare “decisivo per aumentarne l’attrattiva nei confronti dei più giovani”.
Festa del lavoro e della mamma. “Per la festa internazionale del lavoro quest’anno è stato scelto uno slogan che interpreta lo stato d’animo di gran parte della popolazione italiana: ‘Più lavoro, più Europa, più solidarietà’”. Lo sottolinea Pino Malandrino, direttore della Vita diocesana (Noto), per il quale “occorre volgere lo sguardo verso le categorie – disoccupati e giovani – che più delle altre pagano il costo della crisi. Solo così il termine ‘più solidarietà’ acquista significato e si armonizza con gli altri due ‘più lavoro, più Europa’”. Anche il Nuovo Diario Messaggero (Imola), attraverso un editoriale di Marco Gasparri, presidente della Delegazione imolese di Unindustria Bologna, si occupa del tema del “lavoro”: “L’unica certezza è cominciare a lottare per riportare la speranza di futuro, o se volete anche di lavoro, riportando chi ha ruoli per decidere a pensare al lavoro come tema prioritario dell’agire comune da parte di tutti i soggetti”. In una società in crisi per la mancanza di lavoro, “è la solidarietà che svolge un ruolo di primissimo piano”, sottolinea L’Ora del Salento (Lecce). Dal lavoro alla mamma… Domenica, ricorda Vincenzo Tosello
, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), si celebra “la ‘Festa della Mamma’, una ricorrenza civile che vuol mettere in risalto l’amore e la gratitudine verso la ‘donna-madre’ e al tempo stesso il ruolo fondamentale rivestito da questa figura nella vita di ciascuno e nella comunità sociale”. Anche il Ponte (Avellino) ricorda la Festa della Mamma, “una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, celebrata in onore della figura di madre, della maternità e dell’influenza sociale delle madri”.Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca, nazionale e locale. Partendo dalla vicenda dell’Olimpico di sabato scorso, Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), si domanda: “Come mai negli altri Paesi la violenza negli stadi è stata sconfitta e da noi no? In Gran Bretagna le terribili tifoserie di hooligans sono state imbavagliate. Questo significa che vincere la violenza negli stadi è possibile. Occorre volerlo”. E questo “spetta non solo alla politica e alle forze di sicurezza, ma anche ai responsabili dei vari club, che devono rompere una volta per sempre il cordone ombelicale che li lega alle loro tifoserie, anche a quelle violente”. La Fedeltà (Fossano) ricorda come in occasione della festa del patrono, san Giovenale, la città era “giovane”, quasi “ una favola, un paese da sogno per davvero… E sabato 10 maggio ci sarà l’Open Night voluta dai giovani per i giovani fossanesi. Se il nome Giovenale deriva dal latino ‘Iuvenalis’ che significa ‘giovanile’, Fossano è giovane già nel suo santo patrono”. Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), parla della “preziosa presenza dei collegi universitari, i ‘gioielli’ di Pavia” e invita “a pensare in grande. Il sistema dei collegi universitari deve essere la base per fare finalmente di Pavia la ‘Oxford italiana’”. L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) rilancia un editoriale Sir a firma di Gesualdo Purziani, direttore della Voce Misena (Senigallia), sull’alluvione nelle Marche. In occasione della festa degli alpini in città, Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), afferma: “La celebrazione degli alpini è memoria di un passato doloroso nella quale educare le giovani generazioni. Ma è contemporaneamente memoria e realtà di una meravigliosa trasformazione. Gli alpini in congedo, rientrati nelle loro case e nei propri paesi e città, sono diventati un corpo di pronto soccorso nelle calamità e disgrazie, che poi innerva la protezione civile”. Giorgio Bardaglio, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), scrive di chi a Monza “ha ricevuto i contributi del 5 per 1000”.
Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale, con alcune riflessioni sui cristiani perseguitati, sulla scristianizzazione in Europa, sulla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni e sulle iniziative delle diocesi. Dei primi scrive Pietro Pompei, direttore dell’Ancora (S.Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto): “È sconvolgente il silenzio che circonda questi, purtroppo, ripetuti episodi”. Nell’apprendere la notizia di alcuni cristiani crocifissi in Siria, Papa Francesco ha pianto, come ha raccontato in un’omelia a Casa Santa Marta. A questo proposito Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), commenta: “Papa Francesco con il suo pianto ricorda a ognuno che la compassione non è debolezza ma arma forte per far breccia sull’indifferenza e aprire la strada a un mondo nuovo”. “Essere cristiani è un pericolo in molti Paesi, mentre per noi talvolta sembra solo un hobby”, sostiene Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), ricordando gli stupri di ragazze cristiane in Paesi musulmani. D’altra parte, sottolinea Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), “un’autentica comunità cristiana si presenta a sufficienza da sola, con la sua vita diversa, il comportamento alternativo”. Non si può negare che la scristianizzazione stia investendo l’Europa, ma osserva Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), “le nostre feste popolari continuano a coinvolgere centinaia di migliaia di persone, spesso anche distanti dalla pratica religiosa e ad affascinare gli uomini e le donne dell’Europa del Nord scristianizzato che sempre più numerosi scendono per assistervi”. Perciò, “se sapremo valorizzare la pietà popolare potremo riconquistare alla fede uno spazio culturale alternativo al nulla”. Con Marco Piras, direttore dell’Arborense (Oristano), si torna alla Chiesa locale. Ricorda, infatti, che “nelle prossime settimane la Chiesa sarda vivrà molti momenti di comunione e di incontro”. Dal 13 al 15 maggio “si terrà il pellegrinaggio regionale a Roma per ringraziare Papa Francesco per la sua visita del 22 settembre 2013”. Il secondo appuntamento è “la Giornata regionale dei giovani”, che si svolgerà il 25 maggio nei Comuni di Terralba e di Arborea. Parla della convocazione diocesana delle famiglie, di domenica scorsa, il Cittadino (Genova), con la nota dell’editorialista Sir, Marco Doldi: è stata una “grande festa della diocesi”. Insieme (Ragusa) rammenta che “si sono svolti il 23 e 24 aprile scorsi i primi due giorni dell’assemblea diocesana dedicata quest’anno al tema: ‘Educhiamoci alla speranza’”. Corriere Eusebiano (Vercelli) ricorda che domenica 11 maggio si terranno l’ordinazione episcopale e l’ingresso in diocesi del nuovo arcivescovo, monsignor Marco Arnolfo. Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) pubblica il messaggio del vescovo Gianni Ambrosio in occasione della Giornata mondiale delle vocazioni: “Una vocazione non può mai essere un frutto privato, ma nasce nel campo ben coltivato dell’amore reciproco, in un contesto di buone relazioni, di preghiera, di vero e vitale vissuto ecclesiale”. Anche la Voce Alessandrina (Alessandria) parla della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: “Siamo in un tempo di grande ripensamento della pastorale vocazionale. È necessaria una conversione che passi definitivamente dalla mera esigenza del ‘reclutamento’” verso “una pastorale vocazionale comunionale dove la forza viene dalla testimonianza di fede”. Notizie (Carpi) offre una riflessione sul matrimonio: “Gli sposi cristiani possono testimoniare con gioia la bellezza del loro matrimonio, ‘dando ragione della loro speranza’ ai figli e a tutti coloro che incontrano quotidianamente. È la sfida della nostra vita: parafrasando Giovanni Paolo II che ci diceva ‘Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro’. Prendiamo in mano il nostro matrimonio e facciamone un capolavoro per la gioia nostra, di Dio e del mondo”. Partendo dal Venezia Pride 2014, che si terrà il 28 giugno, Gente Veneta (Venezia) osserva: “A noi piacerebbe un’informazione meno a senso unico; ci piacerebbe discutere sul diritto prevalente del minore che deve essere adottato e non dei diritti delle coppie, arcobaleno o no, che vogliono un figlio tutto loro; ci piacerebbe ragionare su quale sia il tipo di famiglia che è utile mettere a fondamento della nostra società. È meglio che i cattolici per primi, nelle nostre comunità, comincino ad attrezzarsi culturalmente per dibattere su questi temi”. di Gigliola Alfaro per l’agenzia Sir
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