La santa delle resurrezioni. Elisabetta d’Ungheria, principessa di origini ungheresi, vissuta in Germania (Turingia) nel corso del 1200, rimasta vedova, entrò nel Terz’Ordine Francescano dedicandosi a varie opere di carità. È stata proclamata santa da papa Gregorio IX nel 1235.
È patrona dei panettieri e degli ospedalieri (secondo la tradizione, ha trasformato in rose i pani che aveva nascosto per i poveri e gli ammalati) ed è, con san Luigi dei Francesi, patrona principale del Terzo Ordine Regolare di San Francesco e dell’Ordine Francescano Secolare “Santa Elisabetta d’Ungheria”.
A sant’Elisabetta sono intitolate numerose comunità di terziarie francescane dedite alla cura degli ammalati presso gli ospedali sull’esempio della santa ungherese. Tra le principali, le terziarie francescane elisabettine, le suore francescane elisabettine e le suore terziarie francescane elisabettine.
I MIRACOLI
Quello che rende incredibile questa santa, oltre ad una vita esemplare e virtuosa, è quanto avvenuto dopo la morte. Per sua intercessione risultano guarite e sopratutto resuscitate diverse persone. Nella Relatio miraculorum «Incipiunt miracula sancte Elyzabet» si evidenziano tre risurrezioni.
RISURREZIONE DI UN BAMBINO
Il 16 ottobre 1232 la signora Lutgarda, della diocesi di Magonza, in Germania, dichiara con giuramento che il suo bambino di tre anni morì dopo acuta infermità. Il suo corpo giaceva ormai freddo. La nonna Berteide invocò con insistenza il Signore e chiese l’intervento di Elisabetta, promettendo di portare ogni anno una precisa offerta alla sua tomba e di donare un contributo all’ospedale San Francesco in Marburg.
All’alba del terzo giorno il bambino riprese a respirare e cominciò a muoversi. Alla sera già parlava. Lo attestano la madre Lutgarda, la nonna Berteide, il padre Corrado, il nonno Anselmo e la sorella Bertheit. Ratificato dal vescovo.
RISURREZIONE DI UN GIOVANE ANNEGATO
Il 4 luglio 1232 il soldato Enrico, della diocesi di Magonza, affermò sotto giuramento che un ragazzo di diciotto anni, entrando nel fiume Welter per pescare, fu inghiottito dall’acqua sotto gli occhi di tutti. Alcuni solo dopo molto tempo riuscirono a ripescarlo. Lo deposero sulla barchetta e tentarono di far uscire l’acqua dai suoi polmoni, mettendolo a testa in giù. Non apparve però alcun segno di vita.
Gridarono la loro speranza a Elisabetta, implorando la sua intercessione. Il giovane cominciò subito a respirare e riprese vita. Lo attesta sotto giuramento il soldato Marcardo, fratello di Enrico; la stessa cosa attesta il mugnaio Corrado, intervenuto per soccorrere il giovane.
RISURREZIONE DI UN RAGAZZO MORTO DA 5 GIORNI
Giorno 25 luglio 1232. La signora Lutrude de Rudene, della diocesi di Magonza, un giorno trovò che il suo bambino di tre anni e mezzo, chiamato Wezelino, era morto da alquanto tempo. Strinse forte il suo corpo, fra gemiti e lacrime. Chiamò poi le vicine per aiutarla a preparare le vesti per la sepoltura. Senza rassegnarsi, la madre implorò Elisabetta di intercedere per lui, accompagnando la preghiera con tante promesse.
Sul calar della sera il bambino diede segni di vita e verso la mezzanotte stava ormai bene. Erano trascorsi cinque giorni! Lo attesta la madre Lutrude con giuramento. Lo giura anche Irmentrude, vicina di casa, accorsa a prestare aiuto. E ugualmente Corrado, dello stesso villaggio. Noi stessi – affermano i giudici ecclesiastici – abbiamo visto il fanciullo vivo e perfettamente sano.
Redazione Papaboys (Fonte www.sanfrancescopatronoditalia.it/Gelsomino Del Guercio)