La notizia di una guarigione miracolosa a Medjugorje, di un malato di SLA.
La notizia della guarigione (o quantomeno del netto miglioramento) è stata diffusa qualche tempo fa da Radio Maria che, nel suo account Facebook ufficiale ha riportato la testimonianza autorevole di don Giovanni Palmieri cappellano Ospedale Cardarelli di Napoli.
“Carissimo Padre Livio, Le scrivo per testimoniare una guarigione di cui sono stato testimone il 26 settembre a Medjugorje.
Il giovane Cristian di 37 anni, sposato con due figli piccoli, affetto da SLA da cinque anni e da me personalmente conosciuto per essere stato operato nell’Ospedale di Napoli, di cui sono il cappellano nel 2011; paralizzato agli arti inferiori, e dovendo servirsi del respiratore di notte e alimentato grazie alla peg direttamente nello stomaco, dopo una preghiera di Viçka nel corso della testimonianza da suor Kornelia e dopo un’adorazione la notte del 25 quando si è sentito pieno di un’inesprimibile gioia al passaggio di una stella cadente che ha attraversato il cielo, ha voluto farsi accompagnare il giorno dopo in carrozzina ai piedi della Collina delle apparizioni.
Lì, sentendosi interiormente chiamato, nei pressi della Croce blu si è alzato in piedi e ha mosso autonomamente i passi per salire
Qualche giorno dopo Cristian ha raccontato la sua unica esperienza alla Gazzetta del Sud:
“Ha deciso di raccontare quel viaggio che gli ha stravolto la vita, Cristian Filice, 37 anni, malato di Sla guarito a Medjugorie. L’incontro con Vicka, una delle veggenti ed i “segnali” fino alla scalata della montagna delle apparizioni, il 26 settembre scorso, il giorno in cui ha ripreso a camminare.
Ha voluto indossare le scarpe sporche di terra rossa, il colore della montagna delle apparizioni, per la prima passeggiata “ufficiale”, Cristian Filice, il 37enne malato di Sla, guarito a Medjugorie. Pochi passi, fuori dalla sua abitazione a Piane Crati, in provincia di Cosenza. Ad accompagnarlo don Antonello De Luca, parroco del paese e testimone oculare di quanto accaduto il 26 settembre scorso.
L’uomo, ha deciso di parlare e raccontare quanto ha vissuto in una settimana che gli ha stravolto la vita. Un viaggio programmato insieme alla moglie “nell’anno della fede”.
Il giorno dopo in programma una escursione naturalistica alle cascate Kravice. Cristian in carrozzella non ha potuto seguire il gruppo e si è fermato nel punto di sosta dove ha incrociato un vecchio. “Indossava una maglietta rossa e mi ha accarezzato il viso, un gesto di tenerezza,3. ho pensato che forse aveva un figlio nelle mie stesse condizioni. Invece scopro che fino a due anni prima anche lui era completamente paralizzato. Un miracolato. L’anziano mi si è avvicinato e mi ha detto: lo sai che la notte scorsa è stata la notte dei miracoli? Vedrai ci sarà il risveglio ed allora ti ricorderai di Giuseppe. Non l’ho più visto”.
Cristian accompagnato dai sacerdoti e dalla famiglia è tornato in albergo. Il giorno successivo si è preparato per l’Adorazione Eucaristica. Sa che non potrà salire al monte delle apparizioni, nelle sue condizioni non è possibile. Sullo spiazzale della chiesa di San Giacomo durante la funzione religiosa piange copiosamente.
“E’ in quel momento che ho compreso. Sentivo una voce dentro che mi spingeva a salire sul monte. Mi ha indicato come, dove e con chi. Quella sera, al termine della celebrazione una stella, come una cometa ha attraversato il cielo, l’abbiamo vista tutti”. Le gambe fredde, non si muovevano. Francesca, la moglie, Don Antonello, un altro sacerdote e l’autista del bus, nel primo pomeriggio di giovedì 26 settembre hanno spinto la carrozzina di Cristian fino all’inizio della salita.
Sono le 14 quando lui si alza e comincia a camminare: “sentivo la forza nelle gambe, andavano spedite. Sono arrivato fino al punto dove sorge la statua della Vergine, è lì che mi sono fermato. Poi sono tornato indietro”.
Oggi Cristian gioca con i bambini. Nella stanza in cui dormiva attaccato al respiratore restano le sedie a rotelle “il mio parco macchine” le chiama. Sul comodino, il deumidificatore. Riposto in una scatola il respiratore. I medici parlano di notevole miglioramento. Impossibile nella Sla.
Gli esami clinici non sono terminati. “Voglio testimoniare che la preghiera è un’arma potente.” Affidatevi a Dio, affidatevi alla Madonna, lo dico soprattutto per i malati, spesso disperati, che cercano risposte in chi non può dargliele, restando delusi. Io continuerò a lottare contro la Sla, come ho fatto in questi anni”. Il telefono continua a squillare, lui risponde. Bussano alla porta, è un via vai di gente. Abbracci e lacrime, per un uomo che ha vissuto almeno due vite.”
Fonte: Gazzetta del Sud/Radio Maria
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