ESCLUSIVO PAPABOYS 3.0 Il Cardinale O’Malley: ‘non c’è posto nella chiesa per i preti che abusano di minori!’
Il cardinale Sean Patrick O’Malley è arcivescovo di Boston, dove è stato chiamato a risanare una diocesi colpita dallo scandalo dei preti pedofili in America.
É lui a capo della commissione creata ad hoc da Papa Francesco nel 2014, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, con lo scopo di combattere la piaga della pedofilia nella Chiesa e per adottare la linea della tolleranza zero. Intervista sul summit che si apre il 21 febbraio in Vaticano in tema di tutela dei minori.
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LE PAROLE DEL CARDINALE (nostra traduzione)
La salvaguardia dei minori dev’essere una priorità per la Chiesa, e il Santo Padre con l’incontro dei presidenti della conferenza episcopale ha voluto renderli consapevoli della grande responsabilità che grava su di loro, di prendersi cura delle vittime degli abusi sessuali ma anche di prevenire questi fatti grazie a dei programmi di filtro, di formazione, di preparazione, ma anche denunciando i crimini e gestendo queste situazioni in maniera molto trasparente seguendo il saggio consiglio di Giovanni Paolo II, che disse “non c’è posto nel ministero per un sacerdote che abusa dei bambini”. Sarà un’opportunità per il Santo Padre di ricordare personalmente ai vescovi di tutto il mondo la loro grande responsabilità di pastori del loro gregge e protettori dei bambini, e di far loro implementare delle politiche concrete da seguire scrupolosamente. In molte parti del mondo si sta solo cominciando a parlare del problema e a riconoscerlo, e ad ogni conferenza episcopale è stato chiesto di sviluppare dei protocolli e delle politiche di protezione dei minori e a febbraio il Santo Padre chiederà loro che ogni anno queste politiche vengano sottoposte a verifica per garantire che vengano messe effettivamente in pratica perché non rimangano solo un pezzo di carta.
Dev’essere qualcosa di vissuto e su cui nelle visite ad limina dovranno presentare dei rapporti su come tali politiche sono state seguite nei cinque anni precedenti.
Credo che ciò sarà di grande aiuto per migliorare la situazione a livello globale e naturalmente per porre l’accento sulla prevenzione spiegando alle persone la natura del problema, come identificarne i sintomi nei bambini e nelle comunità, organizzando i necessari corsi di formazione nei seminari, nei nostri programmi per i diaconi e i sacerdoti diocesani, così che le persone siano consapevoli del problema e di come affrontarlo nel modo corretto, rendendo i bisogni dei minori e delle vittime del passato la nostra priorità