Prima un boato poco dopo un altro scoppio questa volta più potente e assordante: in pochi secondi, verso le 17, la tragedia si è abbattuta sulla fabbrica-deposito di fuochi d’artificio di Vito Costa e dei figli nella campagne di Barcellona Pozzo di Gotto (Me) in contrada Cavalieri – Femmina Morta.
Sono quattro i morti vittime dell’esplosione che si è sentita nei quattro comuni del circondario, Barcellona, Merì, Milazzo e Terme Vigliatore, mentre le fiamme distruggevano il vecchio casolare che ospitava l’industria di articoli pirotecnici di prima, seconda e terza categoria.
I morti accertati sono quattro, conferma il capitano dei carabinieri Giancarmine Carusone che comanda la compagnia di Barcellona PdG.
«Dai primissimi accertamenti – dice Carusone – sembra ci siano state due esplosioni perchè all’interno della fabbrica c’erano degli operai con delle saldatrici: le scintille avrebbero raggiunto la polvere pirotecnica causando le esplosioni».
C’erano dei lavori di saldatura in corso poco prima della esplosione, emerge dalle prime indagini coordinate dal Procuratore di Barcellona, Emanuele Crescenti. «C’erano degli operai di una ditta esterna che stavano facendo lavori di saldatura», si limita a dire Crescenti. Ma sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti. Il procuratore parla di «scene terribili, post belliche»: il magistrato ha aperto una inchiesta per strage colposa. «La fabbrica è strutturata in diversi edifici – dice il Procuratore all’Adnkronos – e sono esplosi due edifici».