In mancanza di regole chiare, definite, certe e dettate da una legge valida in tutto il territorio nazionale, sull’eterologa si rischia di procedere in ordine sparso. Nel giorno della presentazione oggi in Consiglio dei ministri del decreto legge proposto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin e chiamato a tracciare la strada dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale, le urgenze si sommano alle emergenze. Il sequestro delle cartelle cliniche della Clinica Matris di Milano da parte dei Nas ha portato alla scoperta di irregolarità a partire da provenienza e tracciabilità dei gameti, in assenza di adeguata documentazione sanitaria, fino ad arrivare alla sospetta retribuzione dei donatori. Tutti elementi che concorrono a determinare una grave situazione di pericolo per le coppie e per i nascituri. A seguito del blitz dei Nas, Severino Antinori, lamentando la possibile perdita di embrioni e ovociti sotto sequestro e invocando il sostegno e l’intervento del premier Matteo Renzi, ha iniziato uno sciopero della fame «a oltranza» davanti a Palazzo Chigi «per protestare contro gli atti persecutori nei miei confronti da parte del ministro della Salute e dei Nas». Al ginecologo ha risposto a stretto giro Gian Luigi Gigli (Pi): «Antinori in più occasioni si è sentito autorizzato ad andare oltre le leggi, contribuendo significativamente al lucroso far west della provetta. Stupefacente ora il suo ergersi a paladino della vita, dopo che per una vita non si è fatto scrupolo di produrre embrioni in sovrannumero per la sua attività libero-professionale».
Intanto, il ministro Lorenzin nel corso di un’audizione ieri alla commissione Igiene e sanità del Senato, ha annunciato il reperimento di 500mila euro «presso il Centro nazionale trapianti (Cnt) per l’istituzione del Registro nazionale dei donatori». Inoltre, spiegando ai senatori i contenuti principali del decreto sulla fecondazione eterologa, il ministro ne ha riassunto i cinque punti base: «Recepimento della normativa europea; inserimento dell’eterologa nei livelli essenziali di assistenza e, quindi, nel servizio pubblico; costituzione del Registro nazionale dei donatori presso il Cnt; gratuità della donazione e previsione di rimborsi per i donatori; numero di figli per ciascun donatore». La necessità di un decreto legge è stata ribadita con forza da Lorenzin che lo considera «un primo, necessario passo per regolamentare questa tecnica di procreazione medicalmente assistita. Poi ci sono le linee guida». Il decreto mira infatti a uniformare le procedure su tutto il territorio nazionale, mentre le linee guida entreranno nel merito di questioni più specifiche. Nel corso dell’audizione Lorenzin ha anche chiarito di voler «spogliare la vicenda dall’elemento bioetico per riportarla nell’ambito sanitario». Secondo la titolare del dicastero il fatto che la vicenda sia stata trattata da un punto di vista bioetico avrebbe fatto derivare «molti problemi». «Ognuno in merito può avere un’idea – ha concluso –, non voglio entrare in polemica con nulla perché queste non sono materie da polemiche. Sono percorsi così faticosi che l’unica cosa che posso auspicare è che coloro che li scelgono lo facciano in piena consapevolezza».
Ma non si spegne lo sconcerto provocato dalla proposta di linee guida da parte di alcune società scientifiche legate alla fecondazione assistita, favorevoli alla selezione dei gameti in base al colore di pelle, occhi e capelli dei donatori. In un’intervista al Corriere della Sera il ministro ha ribadito ieri che non sarà prevista la possibilità di scegliere la compatibilità somatica del bambino tra la coppia ricevente e i donatori. «Il discorso della compatibilità non è previsto – ha precisato Lorenzin –. Se vuole farlo, lo introduca il Parlamento. Per quanto mi riguarda sono contraria: si chiama discriminazione razziale, sarebbe anticostituzionale. È come se chi adotta un bambino lo potesse scegliere. Mica siamo al supermercato».
A cura di Redazione Papaboys. Fonte: Avvenire