“Vorrei dare la colpa di tutto quello che mi è accaduto ai miei parenti, ma non posso ritornare ad essere bugiarda e devo ammettere che potevo fermarmi nel compiere tanto male, ma era più forte di me, non riuscivo a bloccare il desiderio di essere cattiva e di godere nel sapere che gli altri soffrivano.
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Non era solamente il forte guadagno a darmi piacere, anche se l’idea stessa di guadagnare tanti soldi mi rendeva follemente felice, ma arrivava dalla sofferenza degli altri, la mia realizzazione. Sì, perché più male causavo agli altri, più poteri ottenevo. Da chi, vi domanderete. Da colui che è l’avversario di Dio, il male personificato, l’odio vivente, la disgrazia di chi non sta con Gesù. Io, Francesca, ero al servizio di satana. Ogni notte rimanevo sveglia per incontrare il maligno nelle pratiche magiche, per preparare intrugli magici, per invocarlo di ascoltare quanto mi veniva chiesto da coloro che venivano a trovarmi.
Chiedevo di aiutarmi nel mio lavoro di esaudire i clienti, che venivano a sollecitare l’intervento suo per rovinare persone, anche parenti, per soddisfare la superbia di altre.
Anche se vorrei tanto maledire chi mi portò a praticare la magia, non posso più tornare a vivere come prima, perché sono rinata, sono un’altra persona, ho incontrato la Madonna a Medjugorje. Lì mi sono convertita.
La mia infanzia fu normale fino a dieci anni circa, non potevo capire cosa succedeva a casa mia, ma ricordo che c’era un ambiente pesante, tante discussioni e continui litigi tra i miei, non c’era pace e nessuno frequentava la Messa. Ricordo che mai si facevano preghiere a casa, e sono cresciuta quasi senza sapere nulla del Signore e della Madonna.
Cresciuta, compresi quello che facevano a casa mia con la magia ed io divenni una esperta fattucchiera, chiaroveggente o sensitiva. I miei parenti mi passarono i libri dei segreti, sapevo molto sugli intrugli o preparati per legare persone, sfasciare matrimoni, causare disgrazie alle persone, arrecare fallimenti economici e personali. Avevo tra le mani la possibilità di distruggere e di “aiutare” quelli che venivano da me ad implorare il mio aiuto, ma non sapevano che non era a me che veniva chiesto l’aiuto, ma al diavolo.
Tutti coloro che frequentano maghi e fattucchiere non si rendono conto del tremendo legamento che avviene con essi, frequentandoli anche per una sola volta. Solo le preghiere di liberazione dei Sacerdoti li libererà da questo micidiale legamento, che significa dipendenza spirituale dal diavolo, influssi negativi e tristi sulla persona, sul lavoro, sugli affetti, su tutto. Succedono incidenti strani, malattie inspiegabili, e nessuno pensa che la causa è da attribuire alla visita fatta al mago o alla fattucchiera. Mai e poi mai questi che operano nel mondo dell’occulto potranno liberarvi dalle fatture o da strane malattie, anche se per un certo periodo sembrerà che l’intervento del mago sia stato efficace. Invece, se non c’è più il sintomo di una malattia o il matrimonio ritorna in pace, succederà qualcosa di diverso.
Mi piaceva molto quello che facevo, incontravo molta gente e guadagnavo molti soldi. Non provavo alcun dolore nel preparare polverine con sangue essiccato, testa di gallina tritata ed altro, che sarebbero servite a rovinare una coppia di sposi, a causare malattie, confusione mentale, squilibrio psichico, turbe mentali, sonnolenza, tristezza, fallimento nella vita, perdita dell’onore, allontanamento da Dio.
La prima cosa che si cercava di fare, era quella di infondere il rifiuto del sacro nelle persone colpite dalla fattura. Infatti, se la persona non prega più (se pregava), avrà pochissime possibilità di chiedere aiuto a Dio. Ma non ero io ad infondere il rifiuto del sacro, bensì colui che invocavo ogni notte. Lui doveva rimanere nella mente della persona colpita, ispirando continui pensieri contro Gesù e la Madonna, contro i Sacerdoti e la preghiera. Col tempo, la persona non avrebbe più creduto in Dio, aprendosi la porta verso l’abisso infernale. Sapeste quanti sono oggi quelli colpiti da queste fatture…
Il motivo che quasi sempre spingeva tantissime persone a venire a chiedere il mio intervento per distruggere economicamente, fisicamente, mentalmente una persona, era dovuto all’invidia. Quante volte ho preparato fatture richieste dalle suocere per le nuore, dalle nuore per le suocere, da fratelli contro altri fratelli, da sorelle contro altre sorelle. A pensarci mi faccio schifo. Con la mia maledetta opera di fattucchiera ho distrutto, letteralmente distrutto persone e famiglie. Dio mi potrà mai perdonare?!? Ero pazza, agivo come fuori di me, incapace di fermarmi a vedere cosa stavo procu-rando a famiglie intere.
Non tutte le fatture che preparavo erano efficaci, perché se la persona che si doveva colpire aveva una Fede forte, non si poteva assolutamente disturbare. E quando mi accorgevo che quella persona non poteva essere colpita, diventavo come un’ossessa e dicevo molte bestemmie, più di quelle che ripetevo come le litanie, quando la notte preparavo le fatture ed invocavo il diavolo. Per preparare le fatture occorre essere amici del diavolo e lui è sempre presente quando si mescolano gli intrugli.
Ora mi rendo conto di avere ricevuto un grande miracolo, proprio grande, perché come dice Gesù: “Era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,24). Ero morta spiritualmente, ora gioisco grazie al mio Signore. Ma è stata la Madonna ad ottenermi questa Grazia, perché essendo stata invitata da una vicina di casa, ignara del mio lavoro, ad andare a Medjugorje, pensai a rilassarmi e feci il viaggio, ma odiavo tutti quelli che nel pullman pregavano e auguravo loro ogni male, ma erano protetti dalla loro fede, dalla loro preghiera. Arrivati lì, pensavo a tutto, tranne ad entrare nella Chiesa di San Giacomo, ma spinta dalla mia amica vi entrai.
Non volevo inginocchiarmi e non lo feci. Rifiutavo tutto il sacro che vi era dentro e volevo bestemmiare ad alta voce, sentivo che il diavolo si era scatenato dentro di me e mi spingeva a compiere qualche gesto folle. Mi allontanai dalla loro presenza, perché li odiavo e camminavo senza guardare dove andavo. Vidi la statua della Madonna, mi avvicinai e la guardai. Fissai i suoi occhi, Lei mi guardava, il suo sguardo mi penetrava dentro, mi rovistava, stava succedendo qualcosa di imprevedibile e che non riuscivo a fermare.
Cominciai ad avvertire strane sensazioni, la testa si alleggeriva da tanti pensieri, cominciai a pensare a tutto il male che avevo fatto, ma questo in pochi secondi, tutto si svolgeva molto velocemente e non ero io a guidare la mia mente. Forse in meno di un minuto mi resi conto che la mia vita era stata solo un fallimento, scoppiai a piangere, singhiozzavo, fiumi di lacrime mi cadevano dagli occhi e Lei lì, una statua che mi fissava e sentivo che mi diceva perché avevo compiuto tutto quel male. Perché ero stata così cattiva e chi aveva pregato così tanto per la mia conversione?
Dinanzi la statua della Madonna mi sono sentita sporca, cattiva ed impura. Ho provato per la prima volta vergogna di me stessa, anche se ero sola e nessuno mi vedeva, o meglio, la Madonna mi guardava. La statua, ferma e silenziosa sembrava avere un cuore che vi batteva dentro. La verità è che il Cuore della Madonna in quei momenti l’ho avvertito dentro me, sentivo pulsare dentro, l’amore che per la prima volta nella mia vita provavo e piangevo, continuavo a piangere a dirotto.
In quei momenti l’amore verso la Madonna aumentò in maniera impressionante, sentivo che l’amavo come niente e nessuna cosa prima, anche se non sapevo nulla di Lei. Non avevo mai pregato in vita mia, non avevo fatto la Prima Comunione perché i miei erano contrari a tutto ciò che riguardava il sacro.
Dinanzi la statua della Madonna ho provato momenti di dolore per tutto il male che ho fatto nella mia vita; ho provato anche momenti di grandissima gioia, perché avevo scoperto che amavo. Mi sembrava di avere un cuore, mi accorgevo della sua esistenza, lo sentivo battere nel mio petto, lo seguivo con commozione ed in silenzio interiore.
Ero stata amata dalla Madonna, Lei mi ha insegnato ad amare. La mia vita era stata sempre piena di inquietudini, di invidie, di tristezza. Ho solo odiato nella mia vita, ma cosa ne avevo guadagnato?
Niente riguardo la vera gioia che si prova rimanendo a guardare la statua della Madonna.
Il male che facevo prima era per me lo scopo della vita, e più procuravo del male agli altri, più cresceva in me il desiderio di compiere del male. Parlando con un Padre francescano, mi spiegò che ognuno di noi si sente fortemente attratto da ciò che compie, di buono o di cattivo. Chi fa del bene, sente il desiderio di farne ancora, chi fa del male, prova un forte piacere, aumentando la sua malizia. Non mi rendevo conto, ma ero una vera strega. Una indiavolata.
Chi compie del male, non riesce più a controllarsi, diventa schiavo della sua malvagità e l’influenza del diavolo aumenta a dismisura. è facile fare del male, soprattutto senza essere visti, ma interiormente ti svuoti sempre di più, non senti più emozioni, non hai più la consapevolezza della realtà, sembri vivere in un altro mondo, ed è il mondo infernale. Che tristezza.
Chi compie del male, si rallegra per i danni causati agli altri, ma dovrà darne amaramente conto a Dio. Finchè uno vive come fuori di sé, accecato dall’invidia e dalla cattiveria, non si rende conto dei danni morali, economici e fisici che causa agli altri, anzi, prova grandi piaceri, gioisce delle disgrazie altrui. Proprio come fa il diavolo. E chi fa questo genere di male, diventa come un diavolo, perché si riempie del suo spirito, si lascia guidare, diventa una persona posseduta dal diavolo.
Provo orrore quando penso al male che ho compiuto, alle persone innocenti che hanno sofferto, alle coppie che si sono separate, ai disastri economici causati. Anche se non me ne rendevo conto, so adesso che la mia responsabilità è enorme. Anche se non ho ricevuto un’educazione corretta, mi accorgevo delle sofferenze che causavo, mi rendevo conto che la mia opera era disonesta e perfida. Non posso ora coprirmi con queste scuse. Non posso dare la colpa agli altri, liberamente eseguivo le richieste dei clienti.
Il ricordo dei clienti mi turba ancora, perché nessuno veniva per fare del bene agli altri d’altronde non sarebbero venuti da me, in ognuno era visibile nel volto una cattiveria e una crudeltà spaventosa, e alla base di ogni richiesta c’era l’invidia verso qualcuno. Erano meno coloro che chiedevano qualcosa di personale, mentre i più venivano per arrecare danno ai familiari, parenti e conoscenti.
Parlerò anche di quali richieste facevano contro i familiari madre contro figlia, sorella contro sorella.
Non ho mai conosciuto veramente la felicità cristiana, non ho mai gioito e non ho mai amato. Perché Gesù ha usato misericordia con me? Non trovo una spiegazione, devo solo ripetermi che Gesù è buono e vuole salvare tutti. Forse Gesù ha considerato che la mia attività di maga era dovuta all’ambiente della mia famiglia? Ma ci sono tante persone come ero io e forse migliori di me, eppure, non ho mai sentito dire che qualche fattucchiera si sia convertita a Dio. Parlo di me come una ex maga senza provare vergogna, adesso sono una creatura nuova, rinata nell’amore di Gesù e desiderosa di riparare il male fatto a tante persone.
Suora di clausura?
Ho chiesto al mio Padre spirituale il permesso di entrare in un monastero di clausura. Aspetto la sua risposta. Il Padre spirituale non l’ho trovato subito, anche perché non ne comprendevo assolutamente il ruolo e la necessità. Anzi, dopo essere stata a Medjugorje e avere ricevuto il grande dono dalla Madonna della mia conversione, ero convinta di non dovere andare a confessarmi, perché quando scoppiai a piangere lì, avevo chiesto perdono a tutto il mondo per la mia cattiveria, per tutto il male che ho commesso, per tutte le persone che hanno sofferto. Perdono, gridavo dentro di me.
Ma chi poteva perdonarmi? Le lacrime mi sgorgavano come da una fontanella, avevo vergogna e ripetevo nella mia mente: perdono, perdonatemi, pietà di me. Quelle lacrime non cambiarono in un istante il mio cuore, nel senso che il mio cuore era troppo insensibile ancora, perché erano cambiati solamente i miei pensieri, era la mia mente a rifiutare la magia e a cercare il bene, ma il mio cuore era molto legato alla vita passata.
Riflettevo in quei giorni proprio su questo: è la mia mente a stabilire se vivere bene o male, se amare oppure odiare, se seguire Dio o il diavolo, mentre il cuore si riempie degli affetti che la mente stabilisce e la volontà compie. Forse non sono chiara, ma voglio dire che le decisioni sono prese dalla mente, siamo noi a stabilire cosa vogliamo fare e resistere alle influenze esteriori. Il cuore diventa buono o cattivo dai pensieri della persona, che diventano azioni o parole che si pronunciano. Dovevo molto lavorare interiormente per trasformare il mio cuore.
Riflettevo molto, rimanevo tutto il giorno a riflettere e questo mi ha aiutato tantissimo. Sentivo di potere resistere ai miei istinti, che ancora erano fortissimi dentro me, meditavo sulla mia conversione e mi proponevo di non seguire quei pensieri che mi facevano ricordare la vita passata. Adesso riconosco che quella riflessione mi dava maggiore forza nel resistere alle mie debolezze e ad impegnarmi nella vita spirituale. Non era facile cambiare la mia vita, non potevo farcela da sola, era troppo grande il cambiamento che era avvenuto in me.
Ritornando dal pellegrinaggio, non pensavo di incontrare un Sacerdote come guida, ho cominciato a frequentare un gruppo di preghiera e a partecipare ogni giorno alla Santa Messa. Il grande aiuto mi è arrivato leggendo il libro DIO è VIVO, dell’Associazione Gesù e Maria, infatti, mi ha dato i fondamenti della Fede Cattolica, ho cominciato a conoscere la Legge di Dio. Questo libro mi ha dato un grande entusiasmo per la Chiesa di Gesù, per la sua Persona Divina e la sua vita.
Ho letto subito il Vangelo e mi commuovevo nel meditare i miracoli di Gesù, rimanevo sbalordita per i suoi insegnamenti. Leggendo DIO è VIVO ho scoperto i Sacramenti ed io non ero né battezzata e neanche avevo fatto la Prima Comunione. Il gruppo di preghiera che frequentavo mi face conoscere il parroco vicino casa mia, anziano ma molto buono, e mi incoraggiò a perseverare, promettendomi di darmi tutti gli aiuti per ricevere i Sacramenti. Passò del tempo, ero diventata una cristiana e mi confessavo, ma non davo ancora importanza al Padre spirituale.
Ero superba. La causa non era tanto la mia poca conoscenza delle cose di Dio, ero troppo sicura di me. Lo ero stata per tutta la vita. Nel tempo mi accorsi che non ero capace di trovare la soluzione giusta nelle scelte che dovevo fare, anzi, sbagliavo sempre nel mio agire. Una mia amica mi parlò del Padre spirituale, della necessità di confrontarmi con un uomo di Dio e di aprirmi con umiltà. Ero chiamata ad obbedire. Ma già da tempo obbedivo a Gesù e non più a me, ma ascoltare un uomo era diverso, perché ho dovuto seguire le sue indicazioni nelle scelte che dovevo fare.
Mi decisi di andare e presi un appuntamento per incontrarlo in un’altra città. Il primo incontro fu molto cordiale, mi sentii compresa, non mi guardava con sdegno, eppure meritavo la fucilazione. Anche il mio parroco era stato comprensivo nella Confessione, mi aveva dato penitenze per riparare, poche a quanto meritavo.
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