R. – E’ andato molto bene. E’ stato un incontro molto cordiale, nel quale il cardinale Ravasi ed io abbiamo presentato la modalità con cui la Santa Sede, la diocesi di Milano e la Cei proporranno una visione cristiana del tema dell’alimentazione all’interno di Expo. E poi il commissario generale, il dott. Sala, e la responsabile del Padiglione Italia, la dott.ssa Bracco, hanno spiegato più analiticamente il valore dell’Expo. Il dott. Sala ha illustrato la sua forza internazionale e i 141 Paesi presenti e, dall’altra parte, la dott.ssa Bracco ha parlato del Padiglione Italia, della centralità che esso avrà, essendo il Paese ospitante, e ha fatto molto riferimento anche all’attenzione che intendono avere nel portare aiuto alla creazione di nuove filiere produttive nei Paesi africani, parlando di un’esperienza legata al Togo; ha anche sottolineato l’aspetto dell’azione delle donne all’interno di Expo: circa una quarantina sono commissari dei padiglioni di vari Paesi. Il Papa ci ha detto: “Avanti, avanti!”.
D. – Quali le prospettive dell’Expo?
R. – E’ un confronto internazionale su un tema di capitale importanza, che coinvolge aspetti di carattere scientifico, tecnico, culturale, sociale e religioso. Si va dai temi scottanti come il tema della povertà e della fame al tema degli organismi modificati, al tema del rapporto tra i popoli, soprattutto i popoli più ricchi e quelli che ancora sono provati, al peso che nella produzione alimentare deve avere la finanza, alla modalità con cui questi prodotti devono essere trattati, al senso della dimensione artistica dell’alimentazione, fino al tema della convivialità, che è decisivo in ogni cultura. Sono tutti aspetti che vedono coinvolti i 141 Paesi. Ovviamente sarà una possibilità straordinaria di confronto. Sono previsti più di 25 milioni di visitatori e tutti i Paesi rilevanti si sono impegnati o a fare un padiglione o a proporre delle iniziative all’interno dei cluster, che gli organizzatori hanno creato, per quei Paesi che non sono in grado di fare un padiglione. Insomma, quindi, mi pare che questa sia una panoramica che ormai si va chiarendo. Poi, bisognerebbe avere il tempo di entrare in ognuna di queste tematiche.
D. – L’Expo, una buona occasione per un Paese che aspetta di ripartire…
R. – Direi che può essere un’occasione straordinaria. Il problema è che non si commetta un errore che spesso commettiamo: di concentrarci solo sugli aspetti materiali del problema. Dobbiamo dare al tema tutto il suo respiro e quindi pensare al corpo, ma anche al corpo come segno ed espressione della totalità della persona e quindi del suo spirito. Noi cristiani abbiamo un compito importante da questo punto di vista. Se affrontiamo il tema in termini integrali, anche l’aspetto di favorire la ripresa economica, secondo me, sarà facilitato. Quindi, il Paese potrà trarre grande beneficio dall’Expo.
(Radio Vaticana)
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