La Chiesa italiana non ha alcuna volontà “di strappare col governo, né di fare fughe in avanti. L’intenzione è quella di andare avanti col dialogo costruttivo”. Lo sottolinea don Ivan Maffeis, sottosegretario e “portavoce” della Conferenza episcopale italiana (Cei), in una intervista ad Elena Davolio dell’Adnkronos nella quale richiama il monito rivolto stamani da papa Francesco, nella messa questa mattina a Santa Marta, al rispetto delle norme perché la pandemia non torni.
“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, – aveva detto il Pontefice all’inizio della celebrazione – preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”. “La parola del Papa – ribadisce don Maffeis – è importante, è la parola di un padre, decisiva e opportuna”. Non osservare le norme con fughe in avanti, osserva il portavoce della Cei, significherebbe “calpestare le fatiche e le sofferenze del Paese”.
Se è vero che «le scuole chiuse sono una ferita per tutti», come scandisce il presidente della Republica Sergio Mattarella rivolgendosi commosso ai ragazzi nel videomessaggio di ieri pomeriggio, per le famiglie lo è anche il contenuto del nuovo Dpcm sulla “fase 2”. Che, nuovamente, dimentica su tutti i fronti i bambini.
Aveva già parlato della questione settimana scorsa il quotidiano dei Vescovi Avvenire e sempre su Avvenire il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli aveva sottolineato come l’argomento fosse invece fortemente sentito dal Comitato tecnico scientifico, tanto da averlo trasformato in una delle priorità nel confronto col governo. Peccato che nel testo del decreto tale attenzione non emerga affatto: non solo dal 4 maggio in avanti per i più piccoli continuerà a mancare il punto di riferimento degli asili e delle scuole, ma non saranno consentiti momenti di gioco o di svago all’aperto, non saranno previste attività di alcun tipo in cui (pur nel distanziamento sociale) possano essere impegnati, non saranno riaperti gli spazi dedicati ai bambini presenti all’interno di parchi, giardini e ville (che invece potranno essere accessibili al pubblico).
Divieti a parte, «è consentito svolgere individualmente, ovvero per i minori e le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni attività». Accompagnati da chi e quando, visto che dal 4 maggio molti genitori torneranno a lavorare, è difficile da prevedere.
Fonte: Avvenire on line
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